Piano dei rifiuti, c’è il digestore di Saliceti
Ignorati gravi rischi per salute e ambiente
Pur di assecondare il progetto di Iren di realizzare il biodigestore a Saliceti in luogo di un impianto più contenuto, previsto a Boscalino di Arcola su proposta della stessa Iren in sede di gara europea, le forze politiche di centrodestra, che amministrano la Regione e la Provincia sotto la guida di Giovanni Toti e Pierluigi Peracchini, hanno approvato il nuovo Piano regionale di Gestione dei rifiuti (PGR), inserendovi Vezzano. Sono state ignorate, senza neppure confutarle, le argomentate critiche tecniche sulla pericolosità di un impianto da 60.000 tonnellate l’anno di rifiuti organici (dichiarate, 120.000 effettive secondo l’AD di Iren Ambiente).
Ed è stata ignorata anche la sentenza del TAR.
Ignorati rischi gravi, dall’acqua al fuoco, dai terremoti all’habitat, al clima
Rischio idrogeologico, rischio alluvioni. L’impianto deve sorgere sulla falda del Magra. In tempi normali la intercetta con le fondamenta e le vasche di raccolta dei reflui già a un metro di profondità nei periodi invernali. In caso di alluvioni sempre più probabili secondo gli scienziati del clima o di incidente con fuoruscita di reflui contenenti ammoniaca l’impianto espone a rischio d’inquinamento i pozzi di Fornola. La Liguria, a differenza della Toscana, che pure è sotto,la stessa Autorità di Bacino, non si è dotata del Piano di valutazione del rischio alluvioni.
Crisi idrica. Il biodigestore assorbe una tonnellata d’acqua ogni 5 tonnellate di Forsu trattata (relazione tecnica del progetto). Secondo gli scienziati le crisi idriche saranno sempre più frequenti. In tempi di siccità della Magra, il biodigestore toglierà acqua ai consumi umani.
Giocano con l’acqua e anche col fuoco
Rischio incendi Il biodigestore sorgerebbe a poche decine di metri dal TMB già andato semidistrutto dalle fiamme nel 2013, interessato da un nuovo incendio il 3 luglio scorso. Sappiamo le drammatiche conseguenze che hanno subito gli abitanti di Malagrotta a Roma per l’incendio del TMB. A poca distanza sorge anche un deposito di carburanti da 200.000 tonnellate. Sono a rischio la salute e l’incolumità degli abitanti di Vezzano e Santo Stefano e la salute dei cittadini per un raggio di sei chilometri. Dunque anche Arcola, Sarzana, Bolano e i territori del Levante spezzino, che hanno abbandonato al loro destino gli abitanti di Vezzano e Santo Stefano, s’illudono di venire risparmiati. Nella Conferenza dei servizi è stata ignorata la normativa sul rischio per l’ambiente esterno (DL 18.10.2019)
Rischio sismico. Secondo la cartografia dell’ISPRA, aggiornata al 2019, la zona di Saliceti è segnata da quattro faglie attive e capaci. Ebbene il Dipartimento ambiente della Regione, guidato da Cecilia Brescianini, ha accettato una carta ISPRA molto datata e molto tranquillizzante con una sola faglia.
Rischio per l’habitat protetto da Rete Natura 2000. Tanto meno la Regione si cura dell’habitat protetto dalla Rete europea Natura 2000 del Parco Magra, il cui confine dista a soli 75 metri. Dai camini dell’impianto non escono farfalle. In caso di incendi o alluvioni con conseguenti inquinamenti dell’aria e delle acque sarebbe un disastro. Per il direttore generale dei Parchi della Liguria è sufficiente che l’impianto sia fuori dal confine del Parco. Dista soli 75 metri. Il Consiglio di Stato è di diverso parere: se ci possono essere impatti per la tipologia d’impianto, occorre procedere alla VINCA (Valutazione d’incidenza ambientale).
Rischio clima. Il biodigestore immetterà in atmosfera, direttamente o indirettamente (traffico ecc.) dieci milioni di metri cubi di CO2. Insomma è un impianto “climalterante”.
Il business degli incentivi pubblici. Per una realtà come la nostra provincia un impianto di compostaggio sarebbe sufficiente a produrre concime in modo naturale dalla fermentazione dei rifiuti organici. Ma Iren perderebbe i lucrosi incentivi statali sul biometano prodotto dall’impianto. Si tratta di 56 milioni di euro in venti anni a fronte di 50,6 milioni d’investimento (memoria degli avvocati di Iren davanti al TAR Liguria).
Regione e Provincia hanno proposto l’impianto anche per i finanziamenti del PNRR.
Intanto paga Pantalone (cioè noi nelle bollette!)
Dura reazione dei comitati No Biodigestore, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune e delle associazioni Cittadinanzattiva e Italia Nostra : “Svenduto il nostro territorio agli interessi di Iren” Saliceti Indignati dal Consiglio regionale