Sarzana, che Botta!

« È anzitutto alla casa di abitazione che occorre rivolgere la massima cura. Se gli uomini vivessero veramente da uomini, le loro case sarebbero dei templi »

Mario Botta, citando Ruskin


Digestore, per mitigare puzze e smog
Recos progetta camini alti 30 metri

Gli abitanti di Vezzano e dei comuni della vallata del Magra sono avvertiti. Per abbattere l’impatto di odori nauseabondi e sostanze inquinanti nelle aree attorno a Saliceti la Recos spa nel nuovo progetto ha presentato la soluzione: alzare di cinque metri i cinque camini dell’impianto per raggiungere l’altezza di trenta metri e distribuire puzze e smog in un raggio più ampio. Al resto penserà la Rosa dei venti.
Non è una fake news (purtroppo!). La soluzione è contenuta nel nuovo progetto che dal 4 giugno è all’esame della Conferenza dei servizi indetta dalla Regione Liguria. Ovviamente la soluzione ha soddisfatto i dirigenti regionali del settore Ambiente. E altrettanto ovviamente i progettisti di Recos assicurano che sia gli odori che li inquinanti saranno ridotti al minimo da filtri meravigliosi. 
Trenta metri è l’altezza di un palazzo di nove piani. E’ la risposta tecnica a una delle tante critiche del Comitato Sarzana, che botta! in sede d’inchiesta pubblica di Valutazione d’impatto ambientale. A Pinerolo, sempre una società del gruppo Iren, ha costruito l’impianto a un chilometro e mezzo dal primo abitato. Gli spezzini valgono meno.
L’associazione sarzanese aveva chiesto anche di valutare gli “impatti cumulativi” di tutte le attività che si svolgono nella piana e che producono inquinamento. Dall’impianto TMB, autorizzato per trattare 105 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati, di cui 75 mila proveniente da Genova e Tigullio, a tutte le attività della movimentazione dei Tir nel retroporto di Santo Stefano e un altro impianto di trattamento di rifiuti speciali. L’ufficio ambiente della Regione, a termini di legge, aveva indicato la valutazione degli impatti cumulativi tra gli obiettivi della VIA. Ma non la troviamo approfondita in nessun atto. La Provincia, il suo vicepresidente santostefanese Francesco Ponzanelli, ha nulla da dire?
E su questo aspetto fondamentale degli impatti cumulativi, che assieme ai rischi idrogeologici, porterebbe ad escludere il sito di Saliceti, i sindaci di Vezzano e Arcola hanno intenzione di dare battaglia o di lasciare isolato Santo Stefano come fosse un problema “al di là del Magra”? Provincia e Comuni sono enti guidati da maggioranze politiche opposte. I cittadini sono troppo pretenziosi se chiedono a tutte le forze politiche spezzine di unirsi per contrastare un progetto che avrà un forte impatto ambientale e sanitario?
L’articolo è tratto da un comunicato congiunto di Sarzana, che botta!, Comitato No Biodigestore, Acqua Bene Comune,
Italia Nostra, Legambiente Cittadinanzattiva.

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Data
domenica, 7 giugno 2020

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