Sarzana, che Botta!

« È anzitutto alla casa di abitazione che occorre rivolgere la massima cura. Se gli uomini vivessero veramente da uomini, le loro case sarebbero dei templi »

Mario Botta, citando Ruskin


Risparmiare ambiente, salute e denaro
Rifiuti organici, tecnologie a confronto

Non solo digestori anaerobici. I rifiuti organici (FORSU) possono essere trattati con altre tecnologie: compostaggio a biocelle, sistemi misti aerobici e anaerobici. Costruendo nuovi costosissimi impianti (come quello progettato a Saliceti da 55 milioni di euro, che pagheranno i contribuenti) oppure utilizzando impianti esistenti, ad esempio i digestori dei depuratori.

L’ecomostro di Saliceti: edifici di 19 metri di altezza, camini di 25 metri, un’occupazione di un vasto territorio a pochi metri dall’autostrada e sulla falda del Magra. 55 milioni di costo per i contribuenti. Per Iren il ricco business degli incentivi statali pagati da tutti noi nelle bollette

Nonostante questa ricchezza di soluzioni, che la tecnologia mette a disposizione, da sei anni alla Spezia e in Liguria sembra esistere solo la “digestione anaerobica” dei rifiuti prodotta da Iren. Nei Piani dei rifiuti regionale e provinciale si parla solo di “biodigestori”.
Ebbene sabato 22 febbraio alle ore 15,30 a Sarzana presso la sala della Repubblica il Comitato Sarzana, che botta! col sostegno dei comitati No Biodigestore Saliceti, Acqua Bene Comune, le associazioni Legambiente, Italia Nostra, Cittadinanza Attiva organizzano un convegno scientifico proprio per mettere a confronto le tecnologie che la scienza mette a disposizione delle comunità per trattare i rifiuti organici.
Le relazioni saranno svolte da due docenti universitari, i professori Giuseppe Ferrari (Igiene ambientale e chimica ambientale Università di Ferrara) e Giovanni Vallini (Biotecnologie Università di Verona) e dall’ingegner Giuseppe Vitiello, esperto in impiantistica per il recupero dei rifiuti.
Una comunicazione dell’ingegner Lanfranco Pambuffetti del Comitato Sarzana, che botta! illustrerà il progetto di biodigestore da 90.000 tonnellate di Saliceti.
Il convegno si prefigge di mettere a confronto le tecnologie anaerobiche, aerobiche, miste, sotto il profilo degli impatti ambientali sulle risorse fondamentali (aria, acqua, salute), dei rischi di inquinamento, di esplosione, degli impatti economici (costi di realizzazione degli impianti, costi di trattamento dei rifiuti, ritorno economico per le imprese del settore e per i cittadini contribuenti attraverso la Tari e le bollette energetiche) e complessivamente dell’interesse pubblico, della comunità provinciale, troppo spesso dimenticato sull’altare del business di imprese quotate in borsa.
Neppure in sede di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), strumento imposto dalla normativa europea per decidere siti e impianti valutando le conseguenze sull’ambiente e la salute, sono state prese in considerazioni tecnologie diverse. Eppure il Decreto legislativo 152/2006 lo impone. Sono analisi da effettuare nell’interesse pubblico, che le amministrazioni pubbliche rendono ridicole (l’ufficio ambiente della Regione ha chiesto a RECOS-IREN di confrontare il progetto di Saliceti con l’opzione zero, cioè nessun impianto).

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Data
martedì, 18 febbraio 2020

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