Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Il compostaggio è l’alternativa ai digestori
Costa meno e non inquina aria e acqua

La digestione anaerobica non è la sola tecnologia disponibile per il trattamento dei rifiuti organici come vogliono far credere la Regione e i vertici di Iren/Recos. Altre tecnologie consentono lo smaltimento dell’organico con ottimi risultati. Non parliamo per sentito dire: come San Tommaso siamo andati a verificare l’impianto in funzione a San Marino, piccolo stato molto attento alle problematiche ambientali, che ha scelto il compostaggio aerobico, tecnologia, per intenderci, che fa piangere l’assessore Giacomo Giampedrone e i portafogli di Iren.

Le biocelle dell’impianto di compostaggio di San Marino: non versano percolato con ammoniaca e batteri, non inquinano l’aria

Una delegazione dei comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta! e dell’associazione Acqua bene comune, guidata dall’ingegner Lanfranco Pambuffetti, ha incontrato il professor Giulio Ferrari, già docente di Igiene ambientale e chimica ambientale all’università di Ferrara, autore di sessanta pubblicazioni scientifiche in materia di rifiuti, consulente dell’ISPRA e progettista dell’impianto sanmarinese. L’aerobico – ha spiegato il professor Ferrari-  è il processo di degrado dell’organico più diffuso in natura, perciò il compostaggio ha sicuramente minori impatti sull’ambiente, non richiede consumo di energia, non richiede volumi di acqua e soprattutto non genera grosse concentrazioni di gas serra. Ha zero impatti sulla salute. Un impianto aerobico è molto più facilmente modulabile, si può adattare alle esigenze di ogni comunità (Tigullio compreso!) con diversa produzione mensile di rifiuti e non richiede grossi investimenti. Per il fabbisogno della nostra provincia basterebbe un decimo dell’investimento stimato da Recos/Iren per il digestore anaerobico progettato per Saliceti con una significativa riduzione sulla bolletta TARI degli spezzini.
Il progetto Iren per Saliceti lucra sugli incentivi statali (le nostre tasse)
Gli amministratori di Iren e di Recos se ne facciano una ragione: i comitati “rumorosi e incompetenti”, che non hanno fini di lucro, sanno portare proposte nell’interesse della loro comunità. Certo, un difetto – agli occhi dei vertici di Iren – il compostaggio aerobico ce l’ha: non beneficia dei cospicui incentivi statali sulla produzione di metano, che costituiscono una bella fetta dei profitti della società emiliana. Gli incentivi statali – lo si dimentica spesso – sono denari dei tartassati contribuenti italiani. Incentivi per produrre gas serra con buona pace delle marce per Greta.

L’ingegner Lanfranco Pambuffetti del Comitato Sarzana, che botta! a colloquio con Riccardo Ferrari davanti al plastico dell’impianto sammarinese

Compostaggio in biocelle: imita la natura e non impatta sull’ambiente
L’impianto in funzione a San Marino è costituito da una serie di biocelle, che somigliano a container scarrabili, opportunamente attrezzati, all’interno delle quali vengono immessi i rifiuti organici e scarti legnosi. Tramite insufflaggio di ossigeno viene favorito il processo di fermentazione naturale dell’umido. Opportuni filtri sistemati nel condotto di uscita della componente gassosa, catturano inquinanti e cattivi odori, che un tempo erano il punto debole del compostaggio. Dopo 28-30 giorni di ‘fermentazione’ nell’isola ecologica ciascun container, previa verifica dell’indice respirometrico, viene trasferito in un’area di accumulo del compostato per terminare la fermentazione all’aria aperta per altri 40-50 giorni fino a ottenere un compost di alta qualità. Ce ne sono stati offerti campioni. Li faremo analizzare, sempre col piglio di San Tommaso. A San Marino quel compost viene anche utilizzato nelle vallate a rischio frane perché favorisce la crescita di graminacee con lunghe radici, che consolidano i versanti franosi.
Con la tecnologia aerobica è possibile eliminare due impatti ambientali dei digestori anaerobici: gli sversamenti di percolato contenente ammoniaca, pericoloso per la falda acquifera, e la componente batteriologica che si genera in presenza dell’ambiente anaerobico  (cariche di batteri della famiglia dei clostridium). E si eliminano gli odori, che continuano a essere il punto debolissimo del digestore anaerobico, come ammesso dallo stesso ingegner Stretti (Iren) fin dalla prima presentazione nel maggio 2018 a Ponzano.

Il vicedirettore dell’impianto risponde alle domande della delegazione spezzina

L’impegno dei Comitati: tutelare salute, ambiente e portafogli degli spezzini
La visita all’impianto di San Marino non resterà isolata e vuole essere uno stimolo per i politici spezzini. Fino a oggi le alternative tecnologiche non sono state esaminate, né in sede di VAS, né in sede di VIA. L’unica alternativa prospettata dai dirigenti della Regione è l’opzione zero, cioè nessun impianto. Uno sciocco escamotage per far passare a ogni costo (un costo salato per i contribuenti spezzini!) il progetto Recos. Noi continueremo la nostra battaglia anche sul piano economico (non esiste solo Iren), oltre che su quello ambientale e sanitario. Vogliamo tecnologie che tutelino ambiente e salute e le tasche degli spezzini.

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Data
domenica, 1 dicembre 2019

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