Sarzana, che Botta!

« L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione (...). La Costruzione è per tener su: l’Architettura è per commuovere »

Le Corbusier


Piazza Martiri, il difensore civico
vuole risposte da sindaco e consiglio

Le denunce di violazioni delle leggi urbanistiche contenute nella petizione sullo scempio di piazza Martiri del Comitato Sarzana, che botta! non possono essere ignorate dal sindaco e dal Consiglio comunale. A dirlo è il Difensore civico, Francesco Lalla. 
La petizione, presentata l’11 dicembre scorso e sottoscritta da 582 cittadini, doveva ricevere risposta dal sindaco Cristina Ponzanelli e dal Consiglio comunale “entro sessanta giorni”, termine posto dall’articolo 40 dello Statuto comunale. Ora è lo stesso Difensore a voler conoscere “gli intendimenti della Civica Amministrazione rispetto ai cinque punti richiamati nella petizione”.
La richiesta è contenuta in una lettera recapitata al Comune e indirizzata al Sindaco e al Consiglio comunale nella persona del suo presidente Carlo Rampi.
Gli estremi dell’omissione di atti d’ufficio
Nel comunicare al Comitato la sua iniziativa, il dottor Francesco Lalla, già procuratore della Repubblica di Genova, sottolinea che il comportamento delle massime autorità comunali può configurare la violazione dell’articolo 328 del codice penale, che individua e sanziona i reati di rifiuto e omissione d’atti d’ufficio.
Sette pagine contro lo scempio urbanistico e di legalità
Ricordiamo in breve la segnalazione e le richieste del Comitato contenute nella petizione (qui il testo integrale  Piazza Martiri Petizione al Sindaco e al Consiglio Comunale ).
Bloccare la costruzione del palazzo (era appena iniziato lo scavo per le fondamenta) autorizzata con delibera della giunta Cavarra, perché l’edificio invade la proprietà pubblica e perché il parcheggio interrato nel sottosuolo comunale è a esclusivo uso privato. Ripristinare il Piano particolareggiato del 2009, votato dal Consiglio comunale, che prevedeva il parcheggio pubblico interrato. Pubblicare tutte le cartografie del progetto. Restituire all’uso pubblico i parcheggi interrati dei palazzi ex Biava ed ex caserma dei Carabinieri.
La foglia di fico della trattativa Comune, impresa, ricorrenti al TAR
Al difensore civico il Comitato si era rivolto dopo aver inutilmente atteso risposte da Cristina Ponzanelli e dopo che in Commissione territorio tutti i partiti, di maggioranza e di opposizione, avevano deciso di soprassedere in attesa di non meglio specificati “chiarimenti tecnici”. L’avvocato Rampi aveva anche sostenuto la tesi che i sessanta giorni indicati dallo Statuto per l’esame delle osservazioni “non è un termine perentorio, ma ordinatorio”. Il Comitato ha pazientemente atteso 180 giorni, mentre si consumava la farsa della trattativa segreta, o comunque poco trasparente, tra Comune, impresa costruttrice e i dodici abitanti della piazza che sono ricorsi al TAR. La trattativa ha avuto come unico risultato di permettere alla ditta di arrivare senza intoppi al tetto dei sei piani previsti.
E gli altri 582 cittadini, che rivendicavano il ripristino della legalità? Neppure considerati.  Sei mesi sono parsi al Comitato un termine “ordinatorio” congruo e il 13 luglio sono ricorsi al Difensore Civico.
La legalità non ha scadenze
In attesa che i massimi vertici del Comune (e il Consiglio comunale) diano una risposta al Difensore sui loro “intendimenti circa i punti di criticità richiamati nella petizione”, il Comitato non rimarrà con le mani in mano.
Anche se “l’osceno” palazzo è al tetto, “l’oscena” violazione delle norme attende risposta.
Nel comunicare al Comitato la sua iniziativa, il dottor Lalla ha richiamato la disciplina dell’art. 328 del codice penale che sanziona i reati di rifiuto e omissione d’atti d’ufficio, sottolineando che la norma è applicabile sia ai pubblici ufficiali che a ogni dipendente pubblico. Per configurare il reato di omissione, spiega l’ex Procuratore, occorre una formale diffida agli organi comunali di ottemperare al disposto dell’art. 40 dello Statuto.
Insomma se vogliamo che finalmente il Consiglio comunale la smetta di fare Ponzio Pilato e si pronunci sul progetto, sulla convenzione, sui permessi edilizi rilasciati e sulla violazione del Piano Particolareggiato, occorre un’iniziativa del Comitato. Se questo è l’unico modo per ottenere risposte da questa amministrazione, che un anno fa si è presentata come paladina della legalità, della partecipazione e della trasparenza,  procederemo anche con la diffida.
Un primo risultato: il Consiglio la petizione sul giallo delle aree FS
Intanto l’iniziativa del Difensore Civico un risultato lo ha già ottenuto: il 20 settembre alle ore 19 la Commissione territorio del Consiglio comunale è stata convocata per esaminare un’altra petizione inoltrata dal Comitato il 24 giugno scorso per fare chiarezza sul misterioso acquisto delle aree dismesse dalle Ferrovie, costato ai contribuenti oltre un milione e mezzo di euro e non concretizzato, per realizzare la strada tra piazza Jurgens e il sottopasso di via Murello e per ripristinare l’illuminazione al Metropark uno dei luoghi più insicuri di Sarzana.

 

 

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Data
martedì, 17 settembre 2019

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