Sarzana, che Botta!

« Il fine di ogni associazione è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo: libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all’oppressione »

Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789


Rifiuti, Spezia è una colonia di Genova
E ci usa come pattumiera. Ecco i dati

Non ci credete? Allora facciamo parlare i numeri che abbiamo desunto dagli atti della Regione. Nelle tre tabelle che trovate in fondo all’articolo di nostro ci sono solo le faccine, le frecce e i circoletti colorati. La fonte sono il Piano d’Ambito regionale dei rifiuti e gli aggiornamenti del dicembre 2018. Vi invitiamo a riflettere su queste tabelle. Siamo disposti a dare tutte le spiegazioni, a confrontarci davanti ai cittadini, ai giornalisti con qualsisai politico e tecnico.

L’impianto di Saliceti per trattare rifiuti indifferenziati. Nel 2013 fu bloccato da un incendio. Il biodigestore dovrebbe sorgere affianco. Produce e stocca gas metano.

Questi i fatti di una tragica realtà Genova non incrementa la raccolta differenziata, ferma al 42,3% nel 2018. Non solo: non si dota di impianti di trattamento dei rifiuti, ma addirittura cancella quelli (Isolona nel Tigullio) già inseriti nel Piano d’area e che hanno già superato la VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Per smaltire 103.000 tonnellate di rumenta indifferenziata del Tigullio e della Città Metropolitana usa l’impianto TMB già in attività da anni a Saliceti (Piana di Vezzano) e già andato a fuoco nel 2013.  E con Iren-Re.Cos., quelli che bussano alle nostre porte per i contratti di acqua, luce e gas, e per i quali paghiamo una profumata TARI, programma nella nostra provincia un impianto, pericoloso, per smaltire 35.000 tonnellate dii propri rifiuti organici . Esaminate le tabelle, che illustreremo giovedì 29 in sede di Inchiesta pubblica di VIA (Valutazione d’impatto Ambientale) in Provincia, e diteci se non è una situazione scandalosa.
“Non nel mio giardino”, parole e musica del Tigullio e del Golfo Paradiso
Non sono gli abitanti di Vezzano e Santo Stefano, che da oltre un anno protestano contro il progetto di un biodigestore anaerobico a non volere la “merda” nel loro giardino. Ma sono i signori del Tigullio e del Golfo Paradiso e la classe politica genovese, che ha cancellato gli impianti già pianificati. I politici spezzini fino a oggi hanno avallato questa svendita del nostro territorio: il biodigestore dovrebbe occupare 50.000 metri quadrati di terreno agricolo (pari a otto campi da calcio di serie A). Quando pensano di alzare la voce?
E attenzione: l’assessore regionale all’ambiente Roul Giampedrone, da Ameglia, ci vende la bufala che La Spezia ha il vantaggio di non doversi dotare di una discarica di servizio per i materiali di risulta dalla produzione di CSS di Saliceti perché potrà utilizzare la discarica di Scarpino. Questo vale solo per dieci anni. Degli scarti dei rifiuti spezzini andranno a Scarpino , massimo, 17.000 tonnellate l’anno. Sono scarti totalmente inertizzati, inodori, non producono percolato. A Saliceti già ora (e per contratto almeno fino al 2043) arrivano da Genova 103.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati puzzosi e inquinanti. A regime ne arriveranno 138.000. Siccome i genovesi ci considerano una colonia, vogliono rifilarci altre 35.000 tonnellate di rifiuti organici (FORSU) con le loro cariche batteriche e il rischio d’inquinamento della falda che alimenta i pozzi di Fornola, che forniscono acqua potabile a 150.000 spezzini.
Per l’assessore regionale all’ambiente Raul Giampedrone è un equo scambio.

 

 

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Data
sabato, 24 agosto 2019

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