Sarzana, che Botta!

« Il fine di ogni associazione è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo: libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all’oppressione »

Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789


Rifiuti, Spezia la provincia più virtuosa
Per la Regione è pattumiera del ricco Tigullio

La Spezia si conferma la provincia ligure più virtuosa nella raccolta differenziata dei rifiuti. Secondo i dati ufficiali forniti dalla Regione ha sfiorato nel 2018 il 70%. Esattamente 69,5. Solo Savona col 61,24% di differenziato si avvicina al minimo previsto dalle norme europee (65%). Genova è appena al 41,55. Imperia al 46,24. La Spezia è anche la provincia che produce meno rifiuti pro capite: 494 chili l’anno per abitante contro i 621 di Imperia, i 612 di Savona, i 505 di Genova. Insomma una realtà virtuosa, la più virtuosa della Liguria.

Manifestazione a Saliceti per i guasti all’impianto di produzione del CSS: 25 gennaio 2015.

E’ anche quella che si è  dotata per tempo di impianti di trasformazione dei rifiuti recuperati. Merita o no un premio? Anzi due, hanno pensato a Genova: un impianto, già in funzione da anni, per trattare la frazione secca e produrre “combustibile” CSS, la cui potenzialità è stata portata a 105 mila tonnellate l’anno, esorbitante per Spezia; l’altro per la frazione organica, un biodigestore da 60 mila tonnellate, quando alla Spezia ne basterebbe uno da 25 mila. Siccome alla Spezia sono così bravi – hanno pensato i “genovesi-amegliesi” in Regione – diamogli da riciclare anche belle quantità del ricco Tigullio, cioè del Levante genovese. Vi pare che la puzza dei rifiuti, del percolato, dei gas dei camion possa disturbare l’olfatto dei danarosi lumbard che popolano le ville da Nervi a Sestri Levante, i diportisti degli yacht e dei panfili attraccati ai porti di Rapallo, Santa Margherita e Lavagna? Mandiamo tutto alla Spezia, la pattumiera della Liguria di Levante. Così imparano a fare i primi della classe.
La forza, politica, irresistibile di Re.Cos/Iren
Deve essere questo il ragionamento che anima la giunta Toti-Giampedrone nel sostenere il progetto di Re.Cos-Iren.
Sono compatibili nel Tigullio, il regno del “lusso possibile”, espressione cara al governatore Toti, impianti di rifiuti che danno seri problemi, soprattutto i biodigestori, come insegna l’esperienza dell’affidabile tecnologica Germania? Perdite di ammoniaca, odori non proprio compatibili con delicate  narici lumbard, percolato dai camion. Saliceti è il top. Lontano dal capoluogo spezzino, che alle elezioni regionali del 2020 può pesare; insiste nel territorio di due comuni , Santo Stefano e Vezzano, politicamente ostili. A Genova per essere tranquilli hanno sovradimensionato gli impianti anche rispetto alle esigenze sommate della Spezia e del Tigullio. Non si sa mai, dovesse rompersi qualche biodigestore nel Ponente ligure, Saliceti potrebbe essere la soluzione d’emergenza.

L’impianto per il CSS. L’area ha già problemi? Raddoppiamoli …

Il bluff dell’inchiesta pubblica. Due alternative: Saliceti e … Saliceti
Naturalmente la Regione vuol fare apparire questa scelta “scientifica e democratica”, promuovendo un’inchiesta pubblica. Un “débat public” alla francese fuori dalla VAS.
Per valutare quali opzioni? L’alternativa è tra l’impianto proposto da Re.Cos a Saliceti e l’impianto proposto da Re.Cos a Saliceti. Non siamo ubriachi: è proprio così. E di quali dimensioni? Adeguate al Levante ligure. Insomma quando si parla di rifiuti siamo liguri, anzi addirittura genovesi. Non era forse Boscalino la soluzione votata dalla Provincia e passata al vaglio della Valutazione Ambientale Strategica? Quel sito potrebbe smaltire i rifiuti organici della provincia spezzina senza troppi patemi: è vicino a un depuratore, all’autostrada, non mette a rischio la falda acquifera. Certo, Boscalino agli occhi genovesi-amegliesi ha un problema non da poco: non ha la capienza per smaltire i rifiuti organici dei vip del Tigullio. I sindaci di Santo Stefano e Vezzano non ci stanno. Il motto leghista “ciascuno padrone a casa propria” in Val di Magra non vale? E gli altri sindaci della Vallata cosa fanno? Cristina Ponzanelli, allertata dal Comitato Sarzana, che botta! sui rischi che un impianto a Saliceti può creare alla falda acquifera, che scorre poco distante e che alimenta i pozzi Acam, non risponde. Attendiamo. Starà studiando le carte. Non siamo così malevoli da pensare che aspetta il suggerimento di Toti e Giampedrone.
Intanto chi, cittadini o autorità, vuole informarsi, capire qual è la posta in gioco, si scriva in agenda questo appuntamento 

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Data
lunedì, 24 giugno 2019

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