Sarzana, che Botta!

« Il diritto alla città non è soltanto un diritto all’accesso di quanto già esiste, ma il diritto di cambiarlo. Noi dobbiamo essere certi di poter vivere con le nostre creazioni. Ma il diritto di ri-fare sé stessi attraverso la creazione di tipi qualitativamente differenti di socialità urbana è uno dei più preziosi diritti umani »

Harvey(2003)


Petizione popolare, 528 no allo scempio
Ora la parola passa all’Amministrazione

Sabato 5 gennaio sono state depositate le schede con 528 firme di cittadini a sostegno della petizione popolare lanciata il 15 dicembre dal Comitato Sarzana, che botta! per ripristinare la legalità in piazza Martiri, riaffermare l’interesse pubblico a vedere realizzato il parcheggio pubblico interrato previsto dal Piano Particolareggiato votato dal Consiglio comunale otto anni fa come Variante al Piano Regolatore Generale, a non vedere sorgere un palazzo di 6 piani fuori terra che sovrasterà lo storico Laurina di sei metri (due piani) e invaderà abusivamente la piazza pubblica. Petizione al Sindaco e al Consiglio Comunale Piazza Martiri Petizione piazza Martiri

Uno scorcio del partecipato incontro alla sala della Repubblica del 23 novembre scorso

Il Comitato confida che il successo della petizione popolare, lanciata nel clima natalizio poco propizio all’impegno civile per dar seguito all’incontro pubblico alla sala della Repubblica, sia uno stimolo alla nuova Amministrazione guidata da Cristina Ponzanelli, che aveva messo la legalità al primo posto. In base allo Statuto sono sufficienti 250 firme di elettori per proporre una petizione. Il quorum era già stato largamente superato nelle due raccolte in strada effettuate dal Comitato prima di Natale. A cogliere l’obiettivo di doppiare il limite minimo dello Statuto hanno contribuito le associazioni “Comitato difesa del territorio” di Boettola Olmo e Santa Caterina, di Libera La Spezia, L’égalité, Quarto Piano, Sarzana in movimento e Legambiente Val di Magra e di volontari che si sono mobilitati in prima persona. Delle 528 firme una sessantina, raccolte soprattutto dalle organizzazioni antimafia, sono di sarzanesi, giovani in primo luogo, che studiano o lavorano fuori regione. Non avendo la residenza a Sarzana, non sono elettori. Quindi non avrebbero potuto firmare. Ma hanno voluto testimoniare un dissenso verso un progetto urbanistico che violenta ancora una volta il paesaggio urbano di Sarzana.
L’impegno del Comitato continua soprattutto per sollecitare una risposta della nuova Amministrazione guidata da Cristina Ponzanelli, che non può trincerarsi dietro lo slogan “E’ uno schifo di quelli di prima”.
E’ vero, l’amministrazione Cavarra poteva non avallare il progetto (articolo 7 del Piano Casa regionale) e resistere alle infondate pretese del privato. Ma ora di fronte a tante violazioni di legge Sarzana non ha bisogno di un Ponzio Pilato che se ne lava le mani. Se gli elettori hanno sfrattato “quelli di prima”, avranno diritto a un cambiamento di rotta? O era tutto uno scherzo?

 

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Farlo in modo indipendente è la strada che abbiamo scelto.

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Data
giovedì, 10 gennaio 2019

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