La Regione: sul Magra abusi e illegalità
Un’ideona in Consiglio: aboliamo il Parco!
Un anno fa, esattamente il 30 ottobre 2017, il Comitato Sarzana, che botta! e le associazioni ambientaliste erano stati convocati a Genova in Regione dall’assessore ai parchi Mai e dall’assessore Rixi (oggi sottosegretario nel governo Conte) per essere informati dell’esito del tavolo tecnico sui frantoi che per dieci mesi aveva indagato a 360 gradi sulla situazione degli impianti di frantumazione della ghiaia e dei relativi permessi di costruire, concessioni e canoni demaniali. Le ditte avevano avuto dieci anni per ricollocarsi, ma avevano resistito con la complicità (per nove anni!) di Comuni, Provincia e Parco.
Il Tavolo Tecnico regionale, costituito da dirigenti e funzionari della Regione, aveva evidenziato ogni tipo di irregolarità, illegalità, illeceità. Impianti non a norma, alcuni costruiti senza concessioni edilizie, abusi edilizi addirittura non condonabili, concessioni demaniali inesistenti, canoni demaniali non pagati per centinaia di migliaia di euro, omissioni di atti d’ufficio da parte di sindaci e dirigenti comunali e provinciali. Insomma della serie: chi più ne ha, più ne metta (Qui Parco Magra Frantoi rapporto finale tecnici Regione). (E qui una sintesi Parco Magra Frantoi Sintesi tavolo tecnico _ 30 ottobre 2017)
A distanza di un anno il Comitato e le associazioni ambientaliste sono stati nuovamente convocati a Genova, questa volta davanti alla IV Commissione del Consiglio Regionale (Ambiente e Territorio). Per l’esito degli interventi scaturiti dal tavolo tecnico? Per spiegare in base a quale norma i frantoi di ghiaia continuano a operare, dal momento che l’ulteriore proroga è scaduta il 31 dicembre 2017?
Neppure per sogno. Per essere ascoltati sulla proposta di legge del consigliere di Liguria Popolare Andrea Costa di abolire il Parco e trasferire personale e competenze alla Provincia, ente in dismissione. Motivazioni ufficiali alla base della proposta? Il Parco non consentirebbe di raccogliere la legna secca, creando pericolo idraulico in caso di fiumane; favorirebbe la proliferazione di cinghiali, ponendo limiti alla caccia. Falsa la prima affermazione (basta chiedere un permesso), infondata la seconda: le colline di Sarzana non sono in zona Parco, sono frequentatissime dai cacciatori, i cinghiali imperversano, arrivando nei quartieri di pianura densamente abitati (Nave per citarne uno).
Perché allora abolire il Parco? Il sospetto che sia un modo per liberalizzare tutte le attività che fanno a pugni con la salvaguardia di un ambiente naturale è fortissimo. Ma a noi la pratica del sospetto non piace. Per questo abbiamo chiesto di farci conoscere quali provvedimenti sono stati presi da un anno a questa parte per reprimere tutte le violazioni di legge consumate in decenni lungo il fiume Magra prima dell’istituzione del Parco. Sapremo presto se c’è relazione tra la proposta di abolire il Parco e il disegno di nascondere il marcio.
Qui l’intervento del segretario del Comitato, Carlo Ruocco, davanti alla IV Commissione Parco Magra La posizione del Comitato a Genova