Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Piano Antenne e salute: il sindaco
snobba i richiami del difensore civico

Articolo di Carlo Ruocco
I cittadini dei Grisei scrivono al sindaco Alessio Cavarra per avere garanzie sul Piano Antenne e il primo cittadino non risponde.
Il Comitato Sarzana, che botta! scrive al sindaco per richiamare la sua attenzione sugli allarmi degli scienziati (internazionali) sugli effetti negativi per la salute (cancro) provocati dall’inquinamento elettromagnetico e Alessio, grande propugnatore (a parole) della partecipazione e dell’ascolto, non risponde. Il Comitato si rivolge al Consiglio comunale, ma la maggioranza dei consiglieri diserta la seduta e il Consiglio salta. Fin qui a Sarzana tutto nella norma.

Allo stadio è prevista una seconda antenna: nessun rispetto per scuole e aree giochi

Strappo istituzionale
Il Difensore Civico Regionale, figura istituzionale di tutela dei diritti dei cittadini, scrive al Sindaco per avere informazioni puntuali sull’iter burocratico del Piano Antenne. Cavarra una prima volta risponde. Ma quando il Difensore insiste nel pretendere informazioni più specifiche con particolare attenzione alla tutela della salute, il sindaco lo ignora, lo snobba, fa spallucce.
Chi sa, forse con la lettera ci fa un aereoplanino.
E questo non è più nella norma dei rapporti tra le istituzioni.
Forse nessuno ha spiegato al sindaco Cavarra che il Difensore civico è una figura istituzionale, introdotta da una legge nazionale. A ricoprire quel ruolo non è un qualsiasi burocrate della Regione. Quell’incarico di garanzia è ricoperto da un prestigioso alto magistrato, già procuratore della Repubblica di Genova, Francesco Lalla.
Comprendiamo l’imbarazzo di Cavarra quando alla seconda lettera dell’alto magistrato ha capito che non si accontentava delle contorte risposte del dirigente dell’ufficio urbanistico.
I moniti dell’ex procuratore
Lalla ha ricordato al sindaco che la legge regionale del 1999 ha introdotto l’obbligo (non la facoltà, l’obbligo) per i Comuni di predisporre il Piano di organizzazione del sistema delle teleradiocomunicazioni, parte integrante della pianificazione territoriale. E’ uno strumento urbanistico che serve a individuare le parti del territorio comunale idonee all’installazione di impianti e le zone da escludere “al fine di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”. Si chiama principio di precauzione a tutela della salute dei cittadini.
L’ex procuratore ricorda anche al sindaco che, trattandosi di uno strumento urbanistico, si applica l’articolo 5 della legge regionale 36, che prevede l’obbligo dell’apporto collaborativo di tutti i soggetti pubblici e privati all’elaborazione del Piano.
La mossa dei giuristi Valentina Antonini e Marco Grondacci
Il Difensore civico si è mosso su istanza dell’avvocatessa Valentina Antonini, che col giurista ambientale Marco Grondacci tutela alcuni cittadini dei Grisei. I legali ai primi di agosto avevano scritto al Comune per evidenziare lacune, incongruenze e illegittimità del Piano Antenne, chiedendone il ritiro in autotutela. Dal Comune solo una tardiva, scarna risposta del Capo Ufficio Stefano Mugnaini: “I contenuti del Piano a parere di questo ufficio risultano conformi”. Senza entrare nel merito, cioè senza motivare, sulle osservazioni mosse.

Via Landinelli, a proposito di minimizzare il rischio in zone densamente abitate …

Asl e Arpal chiamate a valutare la minimizzazione dei rischi 
Con una prima lettera del 29 settembre l’ex procuratore ha ricordato a Cavarra gli obblighi di pubblicità e partecipazione che la legge impone. La risposta del Comune non è stata esauriente. Il 19 ottobre con una seconda lettera Lalla ricorda al sindaco che il Piano è stato “licenziato in maniera tardiva” (doveva essere adottato nel 2000) e che in diciassette anni a Sarzana sono stati installati numerosi impianti di teleradiocomunicazioni, anche in prossimità di aree sensibili. Per questo motivo il Difensore vuole sapere se il Piano è stato preventivamente sottoposto alla valutazione dei soggetti preposti alla protezione della salute e del paesaggio (Asl, Arpal, Soprintendenza del Paesaggio).
Ovviamente la risposta non può essere un sì o un no. Deve rispondere alle osservazioni dei cittadini ricorrenti, che in larga parte coincidono con quelle del Comitato Sarzana, che botta!. Quindi deve contenere le misurazioni periodiche, la valutazione della vicinanza delle antenne ai luoghi sensibili ( scuole, biblioteche, aree sportive e aree giochi per i bambini, zone denzamente abitate).
Dal 19 ottobre gli uffici del Comune non hanno saputo formulare una risposta. Il 29 novembre nuovo sollecito del Difensore civico. All’ex procuratore non è rimasto (per ora) che informare gli avvocati che il Comune non risponde neppure a lui.

 

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Data
martedì, 6 febbraio 2018

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