Sarzana, che Botta!

« Il diritto alla città non è soltanto un diritto all’accesso di quanto già esiste, ma il diritto di cambiarlo. Noi dobbiamo essere certi di poter vivere con le nostre creazioni. Ma il diritto di ri-fare sé stessi attraverso la creazione di tipi qualitativamente differenti di socialità urbana è uno dei più preziosi diritti umani »

Harvey(2003)


Elettrosmog: Centro storico ad alto rischio
Onde sei volte oltre il limite della scienza

Per la legge italiana il campo elettromagnetico prodotto dal ripetitore Telecom di via Landinelli, che svetta in pieno centro storico, densamente abitato, proprio di fronte alla biblioteca Martinetti, rientra nei limiti. Almeno in base all’ultimo rilevamento, che risale al 2014. La misurazione riporta il valore di 3,6.

L’antenna sfida salute e paesaggio

Da allora nessun altro rilevamento è stato effettuato. Arpal, in base alla legge regionale del 1999, aveva l’obbligo di monitorare annualmente l’impianto. Non lo ha fatto. Né i sindaci, prime autorità sanitarie dei comuni, si sono curati in questi anni di obbligare l’Agenzia pubblica a rispettare la legge. Eppure erano stati sollecitati dalla Consulta del Centro Storico nel 2008 e nel 2009 e dal Comitato Sarzana, che botta! nel 2015. Dal 1999 l’impianto è cresciuto, la potenza è aumentata. Oggi serve tre operatori di telefonia mobile: Tim, Vodafone, H3G (la 3).  Nessun controllo. Sul Centro città gravano altri due impianti: al Collegio delle Missioni (Vodafone), centro sanitario a soli cento metri dalla scuola del Pavone e a duecento metri dal Parentucelli-Arzelà; l’antenna della Stazione Ferroviaria (TIM). L’impianto di via Landinelli è anche un ripetitore TV.
Per gli scienziati che fin dal 2003 al convegno di Salisburgo indicarono il limite di precauzione a 0,6 v/m , quel ripetitore andrebbe smantellato: produce un inquinamento elettromagnetico sei volte superiore a quanto l’essere umano e animale può ragionevolmente sopportare.
Ma di recenti alcuni ricercatori indicano addirittura un limite di tolleranza 0,2, soprattutto per bambini e animali e raccomandano di tenere lontano donne incinta per gli effetti sul feto.

Da Roma a Sarzana la politica è indifferente
Fin qui la scienza. E la politica? Il Piano delle antenne adottato dal Consiglio comunale di Sarzana denota un’assoluta superficialità nell’affrontare questi temi. Accettare, come è stato fatto fino ad oggi, una relazione della società Ambiente s.p.a. di Carrara basata su scarsi rilevamenti, molto datati nel tempo, accogliere un Regolamento fotocopiato da quello di Spezia, che non ha nessuna prescrizione a tutela della salute, non ascoltare l’appello del Comitato Sarzana, che botta! a tenere in considerazione gli allarmi degli scienziati, è indice di scarsa sensibilità per la sicurezza dei cittadini.

Il progresso è nella fibra ottica
E non si venga a dire che vogliamo bloccare il progresso. Lo rimproveravano negli anni Novanta agli ambientalisti che denunciavano l’effetto serra dell’inquinamento industriale, l’effetto cancerogeno dei gas di scarico. Quelle battaglie hanno portato alle energie rinnovabili, alle auto elettriche o ibride. Nel 2017 possiamo cambiare registro e non aspettare venti o trent’anni. Esiste la tecnologica per abbattere le emissioni. La indica lo scienziato Livio Giuliani: la fibra ottica, il cavo e le microcelle da 0,6 V/m a cui agganciarsi. Perché non far partire l’innovazione da Sarzana con un nuovo Piano Antenne che doti il Comune di strumenti per tutelare la salute dei cittadini?

 

 

 

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Data
venerdì, 10 novembre 2017

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