Antenne, il cancro vola col segnale
Gli scienziati lo dicono dal 2015
Articolo di Carlo Ruocco
Gli effetti dei campi elettromagnetici generati da wi-fi, cellulari, cordless, antenne di trasmissione, monitor per neonati, reti elettriche, possono produrre nel tempo un aumento del rischio di tumori, stress cellulare, radicali liberi. Inoltre influiscono sulla funzione riproduttiva e possono apportare danni neurologici rilevanti.
Uno studio pubblicato negli USA nel 2016 documenta tali effetti. Il National Institute of Environmental Health Science (NIEHS) degli USA ha documentato un aumento dei tumori al cervello e di rari tumori del cuore nei topi esposti a radiazioni a radiofrequenza e di telefonia cellulare.
In Italia il Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna ha in corso una ricerca analoga. La direttrice del Centro, Fiorella Belpoggi, inserita dalla Commissione Europea tra i candidati per il nuovo consiglio di amministrazione dell’EFSA, in un convegno a Gerusalemme ha annunciato i risultati per la fine dell’anno (frinanziamenti permettendo!).
Contattata dal Comitato Sarzana, che botta! ha accettato di tenere una conferenza nella nostra città per illustrare lo stato della ricerca scientifica in campo mondiale.
Che i campi elettromagnetici nuocciano alla salute, non è una novità per gli studiosi. Non a caso nel novembre 2015 centonovanta scienziati di varie nazionalità e discipline firmarono un appello all’ONU chiedendo l’adozione di misure precauzionali a protezione della salute pubblica e in particolare delle salute del feto e dei bambini. L’appello dei 190 scienziati era costituito da nove punti.
1) necessità di protezione di bambini e donne incinte;
2) adattamento delle linee guida e dei regolamenti;
3) sostegno alla produzione di tecnologia sicura;
4) appello alle società che si occupano di produzione, trasmissione, distribuzione di energia elettrica e servizi di telecomunicazione, che dovrebbero assicurare qualità della corrente elettrica e l’uso di cavi adatti a limitare i danni dovuti alla formazione di campi elettromagnetici;
5) necessità di informare i cittadini sui rischi collegati ai campi elettromagnetici e le azioni che possono essere intraprese per limitare i danni;
6) sostegno di un’informazione adeguata per professionisti del settore medico anche sul trattamento per soggetti particolarmente sensibili alle radiazioni;
7) finanziamento pubblico della ricerca pubblica su campi elettromagnetici;
8) rendere noti i collegamenti tra esperti di finanza e industria per verificare l’indipendenza delle opinioni manifestate a sostegno delle tesi favorevoli all’uso delle radiazioni elettromagnetiche;
9) Creazione di spazi liberi da radiazioni.
L’appello dei 190 scienziati auspica anche la creazione di un comitato multidisciplinare indipendente che operi per conto del “Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP)” che si occupi di ricerca su pratiche alternative all’uso delle radiazioni in modo da limitare l’esposizione ai campi elettromagnetici.
Fino al 2011 l’Agenzia Internazionale di ricerca sul cancro (IARC) e l’OMS avevano classificato i campi magnetici come “possibili cancerogeni” (classe 2B) (documenti ufficiali richiamati dal Comitato Sarzana, che botta! nell’appello al sindaco Cavarra sul suo dovere di tutela della salute pubblica. Le ricerche degli ultimi anni hanno portato gli scienziati a chiedere che vengano classificati come “probabili cancerogeni” (2 A). Ma un vasto studio epidemiologico condotto in Svezia ha portato a chiedere di classificare i campi dei cellulari come cancerogeni certi.
Il silenzio della politica su salute e piani di sviluppo
Il progresso dovrebbe essere al servizio dell’uomo e non del mero profitto. Invece i piani di sviluppo delle reti non tengono conto dei rischi gravi per la salute.
Fiorenzo Marinelli, ricercatore CNR Bologna, ammonisce: “I Piani rischiano di far aumentare in modo esponenziale tutta una serie di patologie tumorali e neurodegenerative correlate all’esposizione continuata alla radiofrequenza, con un rischio più significativo per i più giovani dal momento che gli effetti nocivi dell’esposizione ai campi elettromagnetici si accumulano nel tempo”.
E Livio Giuliani, dirigente di ricerca dell’ente pubblico ex-Ispsl, che aveva contribuito a fissare nella legge italiana il limite di sicurezza di irradiazione a 6 volt per metro (dieci volte inferiore a quello europeo di 61 v/m), alla luce delle più recenti ricerche svedesi, statunitensi e italiane, afferma: “Oggi, se veramente vogliamo adottare il principio di precauzione raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si dovrebbe ridurre quel limite a 0,6 v/m”.
Il perché è presto detto. Le ricerche di laboratorio hanno evidenziato modificazioni cellulari già con un’esposizione a onde di 0,2 volt per metro.
Ormai dire che la comunità scientifica è divisa è un falso. L’unica verità è che noi, comuni mortali, veniamo poco informati sui risultati delle ricerche scientifiche.
Il sindaco Cavarra: La voce del silenzio
Poi ci sono i ritardi della classe politica, sempre molto sensibile al business. Il sindaco Cavarra non si è degnato neppure di rispondere alla nostra lettera del Comitato Sarzana, che botta!che gli rammentava i suoi doveri (e poteri) di primo responsabile della salute pubblica, gli forniva proposte e gli offriva collaborazione. Ma lo sappiamo: lui e i suoi fedelissimi sono autosufficienti e onniscenti. (la lettera al sindaco Piano Antenne e sicurezza sanitaria Lettera al Sindaco Alessio Cavarra )
Salute, la parola al Consiglio comunale
All’assemblea di quartiere ai Grisei l’assessore all’ambiente Massimo Baudone si è lasciato andare a un’affermazione da bar: “Ormai tutto fa male: lo smog, la pizza, i lieviti”.
Baudone ascolti il monito della scienziata Belpoggi: “Si sta ripetendo quanto è già accaduto nel secolo scorso per l’amianto, gli scarichi delle auto, le sigarette. I provvedimenti di divieto sono arrivati con venti anni di ritardo”.
Il consiglio comunale mercoledì 20 può dare un segnale, ponendo Sarzana all’avanguardia su un tema tanto importante come la tutela della salute. Il Piano Antenne non va ritirato, come chiede qualcuno dell’opposizione per finalità politiche, ma sospeso per consentire approfondimenti tecnici, introdurre modifiche a garanzia dei cittadini e procedere a VAS.
L’auspicio è che da parte di tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione prevalga l’interesse dei cittadini e non la logica della contrapposizione e della strumentalizzazione politica.