Antenne e democrazia
La lezione dei Grisei
alla politica e alla città
Ai Grisei non c’è bisogno di nuove antenne. Il segnale che gli oltre ottanta abitanti hanno lanciato all’Amministrazione Cavarra nell’assemblea di giovedì scorso è stato chiaro e forte, anche senza i nuovi ripetitori: i cittadini vogliono essere informati correttamente e vogliono dire la loro su quanto prevede il Piano delle Antenne per una zona già segnata da due impianti di telefonia , dove il piano adottato dal consiglio comunale ha previsto altre due installazioni. Un segnale fortissimo di volontà e di partecipazione dal basso alle scelte fondamentali che riguardano la vita della città.
Una bella lezione di vitalità democratica all’Amministrazione comunale e alle Consulte.
Su informazione e partecipazione la giunta zoppica
Purtroppo anche in questa circostanza la giunta ha perso l’occasione di adempiere al suo dovere: informare. L’assessore Massimo Baudone si è presentato con i due tenici, l’architetto Stefano Mugnaini, dirigente dell’area Territorio, e il dottor Francesco Menghini, responsabile dell’ufficio ambiente a mani vuote: senza un proiettore e senza le carte. Come si fa a illustrare ai cittadini un Piano senza le carte, senza le immagini? Hanno ripetuto il copione di nove anni fa col Piano Botta: illustrato ai quartieri senza le carte. A parole. Per non far capire.
A illustrare i contenuti del Piano sono stati due abitanti del quartiere, gli ingegneri Riccardo Butta e Ranieri Ripoli, che per il Comitato Sarzana, che botta! avevano già spiegato il documento di pianificazione alla sala della Repubblica il 20 giugno scorso. Allora poterono proiettare immagini con l’uso di slides, del computer e del proiettore.
Fu in quell’occasione che un gruppo di abitanti dei Grisei prese coscienza del contenuto del Piano e decise di organizzarsi, studiando le carte per poi chiedere l’assemblea per discutere.
Gli ingegneri comunque sono stati abili anche senza immagini (queste le slides che volevano mostrare: Piano Antenne Slides Butta-Ripoli incontro di quartiere ai Grisei ). Ma mentre Butta spiegava, Baudone e Menghini chiacchieravano e chattavano al cellulare, ostentando noncuranza. Tanto che a un certo punto l’ingegnere si è fermato e come un professore ha chiesto agli alunni distratti: “Vorrei conoscere il vostro parere su quello che sto dicendo”. Silenzio imbarazzato. L’assessore può discolparsi: era il suo compleanno …
E la Consulta? E le Consulte? “Tutta colpa loro”
La Consulta e l’Amministrazione sono state costrette dalla petizione popolare a convocare l’assemblea. Baudone di fronte all’accusa di non aver illustrato il Piano alla città ha scaricato la responsabilità sulle Consulte. “L’informazione è stata data ai direttivi delle Consulte. Cosa abbiano fatto dopo le Consulte l’amministrazione non lo sa”. Nel Vangelo Gesù definisce questi comportamenti da “sepolcri imbiancati”. L’assessore dovrebbe sapere che per il Regolamento delle Consulte l’Amministrazione può convocare le assemblee quando lo ritiene.
Bugie, mezze verità = cattiva informazione
Di fronte a cittadini ben informati sul Piano, sulla normativa e sulla giurisprudenza, assessore e tecnici, poco avezzi al confronto con chi non è disposto a farsela raccontare, hanno rimediato una figuraccia. Hanno balbettato bugie. Baudone: “La lettera della Soprintendenza non ha bloccato nulla. Dice solo che, se si vuole mettere un’antenna, occorre il suo parere”. Peccato che la lettera dica che la massima autorità del Paesaggio deve intervenire nella procedura di screening di VAS, che il Comune non ha neppure completato, pensando che toccasse alla Regione. Ignoranza pura della nuova legge regionale pubblicata il 15 marzo.
Sempre Baudone: “Con il Piano non vogliamo mettere nuove antenne. Dove posizionarle sarà valutato successivamente”. Bugia clamorosa. Il Piano individua aree marcate di verde nelle carte: lì sono previste le nuove installazioni (due ai Grisei). Troppo facile per l’avvocato Paolo Mione, consigliere comunale presente con i colleghi Federica Giorgi e Valter Chiappini, fargli notare che se un gestore a piano approvato chiederà d’insediarsi in quelle zone, il Comune non potrà rifiutarsi, pena perdere un altro ricorso al TAR.
Le mezze verità Una domanda su tutte attendeva risposta dai cittadini infuriati: Perché altre due antenne ai Grisei? L’assessore se ne è uscito con una battuta infelice: “Non si può dire l’antenna qui non la vogliamo, mettetela da un altro”. Dal pubblico le urla: Quante antenne avete a Nave? (quartiere di Baudone, zero impianti). E a Battifollo? (quartiere del sindaco Cavarra, zero impianti). Anche i tecnici hanno tentato di evitare la risposta. Poi incalzato da Paola Ravecca, già protagonista della battaglia contro l’antenna dello stadio nel 2008 e dei Capuccini nel 2015, Menghini è crollato : “Le aree erano nei programmi presentati dai gestori. Eravamo obbligati a recepire i loro piani”. Una mezza verità, smontata da Roberta Mosti. La legge prevede che il Comune rediga il Piano, tenendo conto delle istanze dei gestori. A Sarzana il Piano è stato redatto in base alle pretese dei gestori. E proprio i Grisei ne sono la prova: è rientrata tra le aree “verdi” (di nuove installazione) la zona dei Cappuccini già bocciata dalla Soprintendenza nel 2015.
I poteri del Comune
Roberta Mosti ha smentito che il Comune non abbia strumenti per non subire gli aut aut dei gestori. Sentenza del Consiglio di Stato (la Cassazione della giustizia amministrativa): i ripetitori sono un servizio per la collettività. Sono giustificate nuove installazioni nelle zone dove non c’è segnale (proteggendo sempre i luoghi sensibili: scuole, ospedali, beni culturali, paesaggio). Dunque non per le esigenze commerciali delle compagnie di telefonia mobile, impegnate in una guerra a colpi di segnale più potente (e più nocivo per la salute). Sta al Comune indicare le zone non coperte da segnale. Per questo motivo il Comitato Sarzana, che botta! ha già avanzato la proposta, sull’esempio di Lucca, d’incaricare l’università di Firenze di effettuare uno studio sulla copertura del segnale nel territorio comunale.
Moltiplicazione di impianti e tutela della salute
Anche su un tema sensibile come la salute la distanza tra l’assessore Baudone e i cittadini è apparsa abissale. “Anche i lieviti della pizza fanno male”, esclama il politico. Dice di aver letto molto con pareri pro e contro i danni dell’elettrosmog. Valanga di critiche dei cittadini meglio informati. Gabriele Moretti ha richiamato l’Istituto internazionale di ricerca sul cancro che classifica le onde elettromagnetiche come potenzialmente pericolose, gli scienziati indipendenti che le indicano come causa di cancro al cervello, di leucemie, pericolosissime soprattutto per i bambini. Ha chiesto che il Comune sospenda l’iter di approvazione del Piano per procedere alle misurazioni che non sono state fatte e a simulazioni sull’inquinamento futuro in base alla potenza dei nuovi impianti. Ha ricordato che oggi esistono tecnologie, come la diffusione della fibra ottica, che possono ridurre le emissioni. Un Piano antenne dunque può incentivare il progresso tecnologico salvaguardando la salute.
Baudone ha preso l’ impegno di cancellare le due nuove antenne e di far effettuare controlli ad Arpal. Nessun impegno ad attendere l’esito dei controlli, a rivisitare il Piano procedendo alla verifica della copertura del segnale e a simulazioni degli effetti di nuove potenze installate e a stimolare le compagnie a diffondere a Sarzana la fibra ottica.
La battaglia per il diritto alla tutela della salute continua. Sperando che altri cittadini prendano coscienza dei rischi.