Ipermarket a Pallodola
Il “manager” Destri
detta i tempi
al sindaco Cavarra
Col piglio del grande manager, del decisionista alla Marchionne, Giovanni Destri, amministratore delegato del Centro Agroalimentare ligure di Pallodola (mercato ortofrutticolo per noi ignoranti) ribadisce: il nuovo cash & carry (ipermercato all’ingrosso, sempre per noi ignoranti) si farà. Si tratta di altri 3800 metri quadrati di ipermercato in una Sarzana già soffocata dai centri commerciali. Il Piano Regolatore lo prevede. L’AD Destri dice che la costruzione è strategica per CALL. L’assemblea degli azionisti di CALL è d’accordo? La domanda non è peregrina. Anche Marchionne deve sottoporre i suoi piani all’assemblea degli azionisti. Soprattutto a quelli di riferimento (Agnelli-Elkan). In questo caso l’azionista di riferimento è il Comune con l’80% delle quote. Cioè la giunta. Cioè il sindaco Alessio Cavarra.Il quale, spaventatissimo, dichiara ai giornali che, se non autorizza il nuovo capannone, rischia una grana giudiziaria da parte di Destri, cioè dal suo nominato al vertice di CALL.
Ora si dà anche il caso che a sua volta il sindaco debba rispondere all’azionista di maggioranza della sua giunta: il PD. Nel 2013 il PD aveva al secondo punto del programma lo stop a nuovi centri commerciali. I commercianti lo hanno votato. Chi era l’amministratore delegato pro tempore di quel PD? Giovanni Destri. Oggi il manager Destri contraddice il segretario PD Destri. Per diventare segretario di un partito basta il voto degli iscritti. E per diventare manager di una società comunale con un importante fatturato e con un importante esposizione bancaria che impegna il Comune (cioè noi contribuenti) con una fideiussione di oltre sei milioni di euro? Quale titolo può mettere sul piatto il manager Giovanni Destri per zittire sia il sindaco sia il consiglio comunale?
Ecco, in tutta la disputa sul nuovo centro commerciale a Pallodola non si spende una parola sull’autorevolezza di chi propone l’opera. Eppure non è cosa di secondaria importanza. Se a proporla fosse un manager cresciuto alla scuola di Bernardo Caprotti o un eccellente giovane laureato alla Bocconi di Milano o alla Luiss di Roma si potrebbe chinare il capo. Qualcuno ci vuole illustrare il curriculum di Giovanni Destri? Come contribuenti siamo stufi di pagare errori strategici di politici riciclati, di manager senza competenza alcuna. Non era la meritocrazia la nuova frontiera di Renzi e dei rottamatori dei politici riciclati?