Frantoi di ghiaia
sul fiume Magra
Quanto pagano
per inquinare ?
Grazie alla “leggina Giampedrone” i frantoi di ghiaia che insistono lungo le sponde del fiume Magra in piena zona Parco fluviale potranno restare al loro posto fino a quando non saranno individuate aree per la loro ricollocazione. Ma quanto pagano di concessioni al demanio fluviale per restare a inquinare? E’ quanto chiede il Comitato Sarzana, che botta! alla Regione. Dopo il bel regalo dell’assessore regionale all’ambiente Giacomo Giampedrone ai signori della ghiaia, che da dieci anni sono fuori legge in base al Piano di Parco e che non si sono mai curati di individuare un sito diverso per le loro attività, pensiamo sia una domanda più che legittima. Per vedere il fiume liberato da impianti in larga parte obsoleti, si dovrà attendere l’esito del tavolo tecnico convocato dall’assessore regionale Stefano Mai (Lega Nord), aperto all’ANCE (associazione costruttori della Confindustria), ma precluso alle associazioni ambientaliste, che pure hanno chiesto di partecipare. Si parla o no di Parchi e di ambiente? Ma l’assessore Mai pare abbia detto: Che cavolo ci fanno le associazioni di tutela dell’ambiente a un tavolo tecnico di attività infestanti per un parco?
Se il tavolo tecnico non dovesse dare alcun esito, la violazione del Piano del Parco si perpetuerebbe sine die. La giunta di centrodestra in Regione ha ottime ragioni per alzare l’indice contro il centrosinistra reo di aver tollerato questa situazione per dieci anni. E’ anche vero che poi un presidente (Francesco Pisani) e un consiglio del Parco a prevalenza centrosinistra vi avevano posto rimedio ingiungendo il trasloco, bloccato dalla leggina Giampedrone.
Al di là delle polemiche politiche, che non ci appassionano più di tanto, vogliamo porre una questione economica, di finanza pubblica, che interessa le tasche dei cittadini: quanto hanno versato in tutti questi anni al Demanio pubblico i signori della ghiaia che occupano terreni fluviali? Se occupano terreni del demanio fluviale dovranno ben essere titolari di concessioni e su queste pagare canoni annuali. Visto che l’assessore regionale Giampedrone e il suo collega Mai si sono mostrati molto sensibili all’attività economica delle aziende di ghiaia, pensiamo siano sensibili anche agli interessi della finanza regionale. Come cittadini chiediamo che siano resi pubblici azienda per azienda l’importo dei canoni pagati in questi anni. Non s’invochi la privacy perché sono atti della pubblica amministrazione, dunque totalmente pubblici.
Ora si parla di ricollocarle nella zona artigianale di boettola, che è fuori dal parco ma è nel bel mezzo di un quartiere abitato con diverse case che si trovano a poche decine di metri, doveva essere un insediamento di capannoni per attività non rumorose ma qui ormai le regole valgono solo quando fanno comodo