Sarzana, che Botta!

« Abitare viene prima di costruire »

Mario Botta, citando Heidegger


Aree FS a valle della ferrovia: mistero
sui disegni e sull’onorario di Botta

Articolo di Carlo Ruocco

<<Lo studio dovrà contenere anche le previsioni insediative relative alle aree di proprietà delle ferrovie poste a valle e a monte della linea ferroviaria esistente>>. Così recita il disciplinare d’incarico all’architetto Mario Botta, sottoscritto da lui medesimo e dall’ingegner Franco Talevi in qualità di committente, essendo all’epoca dirigente dell’Area 3 (Urbanistica) del Comune di Sarzana .

Franco Talevi, ex dirigente urbanistica: firmò il disciplinare con Mario Botta

Dunque l’archistar doveva redigere uno studio per l’urbanizzazione di tutte le aree ferroviarie dismesse. Era il 23 ottobre 2007. I disegni di quelle a monte sono noti a noi e alla città. E li conserviamo. Addirittura nelle due versioni: con la torre di 61,50 e senza torre (con la “stecca” di due piani lunga 190 metri che occupava tutta l’attuale piazza di stazionamento dei bus. Dov’è lo studio urbanistico delle aree a valle della linea ferroviaria?
Eppure che l’incarico (e la parcella) comprendesse quello studio è indubbio. Più avanti nella stessa seconda pagina del disciplinare al punto 1) è scritto: <<Il perimetro del piano sarà esteso alle aree di proprietà delle FF.SS. già oggetto della STU comunale>>.
Affinché il contenuto dell’incarico fosse ancora più chiaro e non si prestasse a scappatoie, l’ingegner Talevi al punto c) della terza pagina ha scritto (e Botta ha sottoscritto) <<Inserire organicamente nel nuovo studio le aree di proprietà delle ferrovie … soprattutto in riferimento allo spazio posto al di fuori dei limiti di Piano Particolareggiato vigente (il PP del 2000 di Luigi Piarulli, n.d.r.)>>. Il tutto doveva essere supportato – recita sempre il disciplinare – da un approfondito studio di fattibilità (qui il testo integrale ‘incarico a Mario BOTTA)

L’area FS che secondo il Disciplinare d’incarico Mario Botta avrebbe dovuto progettare

 Inadempienza contrattuale? E l’archistar quanto è stato pagato?
Siamo in presenza di un’inadempienza contrattuale dell’architetto Botta? Pagata da noi contribuenti? Interrogativi che attendono risposta. Nulla si sa se Mario Botta sia stato tacitato delle sue pretese di incassare una parcella totale prossima ai 400 mila euro. (qui la richiesta di Maria Botta Piano Botta Parcella Botta Lettera crediti per compensi professionali) Quanto gli sia stato effettivamente corrisposto sfugge alla conoscenza di “quasi” tutti i consiglieri comunali. La determina dirigenziale con la quale è stato fissato il nuovo compenso da liquidare a Botta in virtù di una transazione è introvabile sul sito del Comune come tutte le determine dirigenziali (una palese violazione di legge).
In Consiglio comunale il dirigente Mugnaini ha bisbigliato che Botta è stato saldato in base a quanto deliberato. Noi conosciamo solo quella iniziale del 2007, che fissava il compenso in 50 mila euro. E il Maestro ticinese se ne è stato o il contenzioso va avanti?
Chi deve far fronte alle pretese di Mario Botta?
Ma il Comune è tenuto a saldare eventuali maggiori pretese di Botta con i denari dei contribuenti? Il punto 4) del disciplinare d’incarico reca il titolo: Competenze e rimborsi. Lo riportiamo testualmente, perché non vogliamo influenzare il lettore: <<Il committente (il Comune, n.d.r.) in forza degli accordi intercorsi fra l’incaricato, la proprietà che ha presentato la proposta e il Comune stesso, si impegna a pagare Euro 50.000, spese comprese. Quanto sopra poiché i soggetti attuatori si impegneranno a pagare la differenza con accordi separati e diretti con l’incaricato>>.
Quindi il Comune doveva corrispondere a Mario Botta 50.000 euro, esattamente quanto previsto nella delibera di giunta n. 96 del 27 giugno 2007 che aveva dato il via al Piano Botta. Al restante pagamento avrebbero provveduto “i soggetti attuatori”, cioè le Cooperative.
Intanto vorremmo sapere quali sono gli “accordi intercorsi tra l’incaricato, la proprietà (le Coop) e il Comune”. Stiamo parlando di un “piano urbanistico d’iniziativa pubblica”, anche se non sembra, tanta è la confusione di ruoli fra Comune e Cooperative fin dal suo inizio.
Confusione di ruoli tra Comune e Cooperative
Il Comune ha proceduto alla revisione del Piano Particolareggiato di via Muccini sotto dettatura delle Cooperative (all’epoca il colosso Unieco poi ritiratosi per problemi finanziari); ha ingaggiato il loro progettista, Mario Botta, senza concorso pubblico (violazione di legge); ha concordato con le Coop le modalità di pagamento; ha proposto alla Regione il finanziamento degli alloggi sociali a canone concordato, che dopo 25 anni resteranno di proprietà delle cooperative. Infine ora in consiglio comunale abbiamo appreso per bocca del sindaco Cavarra che tecnici del Comune sono anche intervenuti presso banca Carige per favorire l’ulteriore finanziamento delle opere. In questo scenario di confusione tra interesse pubblico e interesse privato chiedere chi ha riconosciuto l’eventuale surplus a Botta e, soprattutto, chi lo ha saldato è il minimo che si possa fare.
Il disciplinare è chiarissimo. Al comma 6) : Modifiche e Varianti, si legge <<Modifiche e/o varianti, determinate da nuove esigenze da parte del committente, in qualsiasi fase progettuale dovranno essere sottoposte all’incaricato, e saranno compensate con accordi successivi come previsto dalla Tariffa Professionale>>.
Una modifica del progetto iniziale c’è stata: la famosa torre di 60 metri è stata eliminata. Le residenze, che erano previste nella torre, sono state concentrate nel famoso palazzo a base pentagonale (o a mutanda) in terreni di via Murello (di proprietà delle cooperative?).
Dove sono gli accordi successivi? E dove sono i disegni dell’area FS a valle della ferrovia? Sarà il caso che il consiglio comunale approfondisca, come ha chiesto il Comitato.

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Data
domenica, 5 marzo 2017

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