Sarzana, che Botta!

« Nessun dolore resiste quando uno, destandosi tre mattine di seguito, ha nella faccia lo splendore vivificante del sole che sorge »

Le Corbusier


La proprietà pubblica
è garanzia
di spiagge libere
e prezzi contenuti

Rivedere la linea demaniale non è soltanto una questione di legalità, di difesa dell’interesse pubblico e delle casse dello Stato. E’ anche interesse dei cittadini. Come Comitato Sarzana, che botta! siamo stupiti di condurre questa battaglia quasi in solitario. Eppure, soprattutto chi per posizione politica o per ideologia difende gli interessi dei ceti meno abbienti, dovrebbe avere a cuore che il demanio marittimo si allarghi come prescrive la legge. A Marinella vi sono 900 metri di spiaggia libera o libera attrezzata. Forse la più grande in Liguria. I prezzi dei servizi sono sempre stati contenuti.
Ma cosa succederebbe se il Piano del litorale trovasse esecuzione con l’attuale linea demaniale?   Gli operatori balneari dovrebbero acquistare a peso d’oro la spiaggia retrostante dalla società Marinella spa, perché solo lì è prevista la creazione di stabilimenti e negozi. Il Piano ne prevede otto con una superficie considerevole (oltre 2.100 metri quadrati di superficie utile tra spazi per attrezzature e punti di vendita) tanto da precludere quasi totalmente la vista del mare dalla progettata passeggiata e dalla strada provinciale.  Fino alla stagione scorsa erano cinque, ridimensioni ridotte. Quindi chi investe, verosimilmente indebitandosi con le banche per centinaia di migliaia di euro, deve rientrare dal gravoso investimento, pagare gli oneri di costruzione e di urbanizzazione e reggere una spietata concorrenza. I  balneatori hanno una sola strada per sopravvivere: fare cartello. Solo così potranno fissare prezzi che consentano loro di pagare i mutui, il personale, i servizi ecc. . Saranno dunque portati a scaricare sugli utenti, quei ceti popolari che frequentano le spiagge libere, i costi della loro impresa.
Se tutto il litorale, come prevede la legge, appartenesse al demanio, chi investe dovrebbe solo aggiudicarsi le concessioni alle aste pubbliche e pagare i canoni sicuramente inferiori alle pretese di Marinella spa. (e non rischierebbero la beffa di vedersi espropriare dal demanio i loro investimenti in seguito a future erosioni del litorale).
Inoltre in base alla legge sulle spiagge libere non potrebbero essere realizzate tutte le volumetrie previste, perché almeno il 50 per cento di spiaggia deve essere lasciata effettivamente libera e tra una struttura e l’altra ci deve essere una distanza di 50 metri. Gli operatori sarebbero motivati a tenere bassi i prezzi per attirare clientela.

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Data
venerdì, 17 giugno 2016

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