Sarzana, che Botta!

« Il fine di ogni associazione è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo: libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all’oppressione »

Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789


Minacce inutili
Il Comitato va avanti
E s’interroga:
Perché accade oggi?

Chiunque sia l’autore, qualsiasi sia l’obiettivo della scritta minatoria sul muro di casa di Roberta Mosti, una cosa si devono togliere dalla testa: un arretramento o anche solo una paralisi del Comitato Sarzana, che botta! nel timore di ritorsioni politiche o mafiose che siano.
La minaccia rivolta a Roberta Mosti e indirettamente al Comitato si presta a diverse valutazioni e pone più di un interrogativo. Non è nostra intenzione sostituirci agli inquirenti. Ma vogliamo ragionarci sopra per capire natura e finalità di una simile disgustosa azione.

Una prima domanda: perché una simile minaccia alla vigilia della riapertura del cantiere di via Muccini? A chi giova?

Da sette anni il Comitato denuncia in documenti ufficiali, sulla stampa e da questo sito la disinvolta “interpretazione” di troppe leggi. Si parte dall’incarico di redigere la Variante di via Muccini affidato all’architetto Mario Botta, professionista già in forza alle cooperative: è stato assegnato senza concorso, nonostante il ragguardevole importo, in violazione del codice degli appalti. Si prosegue col balletto delle perizie geologiche redatte da un unico professionista che in due anni scrive tutto e il contrario di tutto. E ancora: il mancato rispetto della normativa sismica, ammesso dalle autorità provinciali preposte, ma ignorato dalla Procura della Repubblica; l’assegnazione dei lavori pubblici (sottopasso di via Murello e viabilità connessa e altro) senza gara europea nonostante che l’importo complessivo fissato dal codice degli appalti.  Arriviamo di recente a denunciare il versamento alle cooperative dell’80 per cento dei tre milioni e mezzo di fondi regionali per i 33 alloggi e per il sottopasso di via Murello senza che siano stati realizzati né l’uno né l’altro entro il termine del maggio 2014. Tutte queste circostanze hanno sempre trovato distratte le autorità di controllo anche nel caso di esplicite denunce inoltrate in Procura. I lavori sono stati bloccati solo dalla crisi immobiliare.
Perché allora in questa sonnacchiosa e distratta provincia arriva una minaccia di stile mafioso proprio alla vigilia della ripresa dei lavori? Il risultato della  minaccia sarà di attirare sul Progetto Botta l’attenzione di poliziotti, carabinieri, finanzieri, di qualche pubblico ministero. A chi giova? Non certo alla società Alfa Costruzioni di Mondovì, incaricata da Abitcoop Liguria di ultimare le opere. L’impresa pare abbia già avuto nel 2014 controverse vicissitudini nel savonese e non ha interesse ad attirare l’attenzione su di sé. Dunque a chi giova quel messaggio minatorio contro Roberta Mosti? E perché minacciare Roberta e il Comitato che hanno addirittura auspicato la ripresa dei lavori, perché l’area così abbandonata e gli scheletri di cemento accrescono l’immagine di degrado della città?
Perché associare Sara Frassini da sei anni estranea al Comitato?
L’altro dato singolare è l’accostamento di Sara Frassini a Roberta Mosti e al Comitato. “Tu Frassini e tutti …”. Sara Frassini, consigliera comunale al secondo mandato, non è più attivista del Comitato da sei anni, cioè da quando con le elezioni comunali del 2010 è approdata sui banchi del consiglio comunale sarzanese. Da allora è uscita dal direttivo e non si è più impegnata nella battaglia contro il progetto Botta. Perché associarla nella minaccia? L’uomo col pennarello è informatissimo sulla parentela non sarzanese di Roberta Mosti e ignora chi guida il Comitato che vuole minacciare? Si tratta di un depistaggio? Una manovra politica e non mafiosa di qualche “mente raffinatissima”?
Mentre continueremo a ragionare per capire, ci occuperemo del destino dei denari pubblici che finora non hanno dato risultato. L’Amministrazione Cavarra venerdì in conferenza stampa ha avallato la decisione delle Cooperative di realizzare per ora solo 15 dei 33 alloggi. Degli altri 18 se ne riparlerà quando sarà ridisegnato il Piano sull’altro fronte di via Muccini, dove però non si sa quanti palazzi saranno completati, se lo saranno e quando. Le fidejussioni che coprono i denari pubblici già incassati dalle cooperative hanno durata eterna o hanno una scadenza? Il danno per l’erario pubblico, cioè per le nostre tasche sarebbe grave.
La beffa di via Murello
Infine Via Murello. Rischia di diventare una beffa ai sarzanesi: un milione e 800 mila euro di fondi pubblici per avere un sottopasso larghissimo che sbocca nella stessa stradina di prima. Ma il finanziamento copriva anche parte della nuova viabilità.  E allora?

 

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Data
lunedì, 2 maggio 2016

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