Cavarra: Non mi fido di Giampedrone
E respinge il ponte sul Calcandola
Articolo di Carlo Ruocco
Il dado è tratto. Alessio Cavarra ha lanciato il guanto di sfida all’assessore regionale alle infrastrutture Giacomo Giampedrone: ha rigettato l’offerta di rivedere il progetto di strada interna al Luperi in modo da lasciare il percorso alla pista ciclabile del Canale lunense, già finanziata, in cambio di un futuro ponte carrabile sul Calcandola.
Possiamo dire che oggi il consiglio comunale, convocato per ridiscutere la controversa questione della strada nello stadio che si sovrappone alla pista ciclabile della Rete ligure, sia servito a Cavarra per sfiduciare l’assessore regionale con un perentorio: “Io a Giampedrone non ci credo”. Il motivo? “La Regione mi rifiuta un milione per il dissesto idrogeologico, come posso pensare che mi finanzia un ponte dello stesso importo!”.
Ha rigettato anche l’offerta del consigliere Carlo Rampi (Fratelli d’Italia) di andare insieme in Regione a impegnare l’assessore Giampedrone per il finanziamento del ponte carrabile sul Calcandola, a detta di tutti la soluzione delle soluzioni.
“E’ l’ora delle decisioni irrevocabili!”
Il sindaco e la sua maggioranza, rafforzata come al solito da Sara Frassini, con dieci voti a favore, tre contrari (Rampi, Valter Chiappini, 5 Stelle, e Paolo Zanetti, Sel) e un astenuto (il consigliere ex 5 Stelle Giannini riapparso per l’occasione sui banchi del consiglio) ha ribadito che il progetto di strada interna al perimetro dello stadio è l’unica soluzione percorribile per dare una risposta al disagio degli abitanti di via Paradiso. Indietro non si torna. La decisione, assunta due anni fa, è irrevocabile. Insomma è il Cavarra del “Qui decido io!”.
Quindi tra i cipressi del Luperi passerà una strada carrabile. “C’è già – ha ripetuto il giovane Antola della lista civica per Cavarra – Basta asfaltarla”. Secondo la maggioranza che sostiene la giunta Cavarra dovrà essere la pista ciclabile, prevista dal progetto di Rete ciclabile ligure, a cedere il passo. “Del resto sappiamo che quel percorso promiscuo indicato nel progetto del Canale Lunense tra i cipressi non esiste”, ha chiosato Sara Frassini. Un turista capitato in consiglio comunale avrebbe avuto difficoltà a capire: lo stesso percorso è già una strada se si è favorevoli al progetto della giunta, è inesistente se si è contrari alla pista ciclabile.
Senza risposta sono rimaste le domande di Rampi, Zanetti e Chiappini: è una strada di quartiere o una strada di servizio agli impianti sportivi? Per il consigliere di Fratelli d’Italia non è serio che un’amministrazione giochi sull’equivoco per far passare una strada che contrasta con le leggi nazionali.
Per il sindaco Cavarra chi è contrario al suo progetto di strada “è mosso solo dalla volontà di bloccare tutto”.
Dove passerà la pista ciclabile? E con quali costi? E chi paga?
Il dibattito di ieri non ha aggiunto nulla. O, per meglio dire, almeno un punto fermo lo ha messo. Nessuno, né a destra, né a sinistra, si è più sognato di affermare – come ha continuato a fare l’assessore Massimo Baudone – che i percorsi della strada e della pista ciclabile lunense non si sovrappongono. Per l’Amministrazione è la pista cicclabile che deve cambiare itinerario.
Per la maggioranza (Antola, Sara Frassini, il capogruppo del PD Lorenzini), lo stesso Mione, il presidente della commissione territorio, Mario Torre, PD) la strada è l’unica soluzione per i problemi di via Paradiso e le alternative (precludere il parcheggio del Berghini al traffico sportivo, la passerella ciclopedonale sul Calcandola e la realizzazione di parcheggi in viale Alfieri, riattivare via dei Cappuccini) sono troppo costose. Addirttura è stato respinto un emendamento di Zanetti che sollecitava l’immediata riapertura di via Cappuccini chiusa da tre anni.
Inutilmente dall’opposizione (Rampi, Chiappini, Zanetti,) hanno lamentato che i costi delle soluzioni alternative non sono mai stati quantificati.
Nessuno ha posto il problema e dato una risposta alla domanda: ma se il percorso della pista ciclabile del Canale Lunense, già finanziato dalla Regione e dallo stesso Comune, non potrà più passare tra i cipressi dello stadio, come prevede il progetto esecutivo finanziato con i fondi Fas, dove potrà passare? Il presidente della Commissione Territorio Mario Torre si è limitato a citare il capitolato d’appalto, che prevede la possibilità dell’appaltante (la Provincia allora, oggi la Regione) di apportare unilateralmente modifiche. Già, l’appaltante, che non è il Comune. Il Consiglio comunale di ieri lascia la questione più aperta che mai. Dove passerà la pista ciclabile? E il nuovo percorso quanto costerà? Chi finanzierà la modifica dell’opera?
Di solito di decide in modo unilaterale e irrevocabile paga di tasca propria!
Quindi non per fare velata polemica ma proprio per farla veramente le decisioni che interessano molti vanno fatte prendere proprio dai “molti” salvo i rari casi in cui questi “molti” non hanno la capacità di poter comprendere!
Ora per questo problema di viabilità gli abitanti sono sicuramente in grado di comprendere che il problema NON è generato dalle loro auto bensì dai frequentatori delle strutture. Quindi sempre nello spirito di massima polemica gli Amministratori debbono risolvere a loro (i frequentatori) il problema di
accesso alle strutture sportive. Invito a voler provare questo diverso punto di vista della problematica perchè secondo me è la strada..la vera strada per la soluzione. Gli abitanti c’erano e ci sono pertanto salvo la “deportazione di massa” sono costretti a raggiungere le proprie abitazioni tutti i giorni con le auto. Ho considerato che la maggior parte di noi deve lavorare per vivere, una buona parte lavora fuori città e la totalità non ha a disposizione un autista personale compreso una “curatrice” dell’immagine virtuale (adesso vi starete chiedendo cosa centra questa ultima professionalità: a parte pagarla noi è che spesso ci troviamo contro una valanga di notize su media curate proprio da questa persona!).
Quindi visto che questa strada si fà (il dado è tratto) sia chiaro che l’utilizzo di denaro pubblico è atto al tentativo di soluzione del problema dei SOLI FREQUENTATORI DELLE STRUTTURE SPORTIVE!!non a favore dei residenti. Dal punto di vista tecnico è stato già ampiamente dibattuto e a questo punto
solo i fatti daranno certezza di tutti i dubbi sollevati sulla bontà del progetto.
Ad oggi vogliamo spendere soldi solo per favorire l’accesso alle strutture sportive in auto! Mi sembra proprio una idea paradossale ma con un buon lavoro di “immagine” è stata trasformata dall’Amministrazione del “fare” nell’idea geniale quasi come l’uovo di Colombo….si proprio l’uovo ad oggi sicuramente marcio! Infine concludo scusandomi un pò per lo sfogo?…..NO! scusandomi solo per aver tenuto i toni bassi visto l’utilizzo di uno spazio pubblico che con l’occasione ringrazio il Comitato per credere ancora in questa democrazia per la quale i nostri nonni hanno dovuto combattere!
Ancora una volta ripeto che le auto dei frequentatori possono benissimo essere lasciate fuori da via Paradiso……poi si vedranno soluzioni a lungo termine.