La Cassazione: “Spiaggia bene pubblico”
Il Comitato: Marinella al demanio
Il 1° aprile dello scorso anno la Cassazione ha ribadito con una sentenza un principio da sempre affermato dalla giurisprudenza: appartiene al demanio marittimo il lido lambito dal mare e tutta la spiaggia interessata dalle mareggiate straordinarie.
Il passaggio fondamentale è il seguente: “Secondo una indiscussa giurisprudenza – scrivono i giudici – “mentre il lido del mare è quella porzione di riva a contatto diretto con le acque del mare da cui resta normalmente coperta per le ordinarie mareggiate, sicchè ne riesce impossibile ogni altro uso che non sia quello marittimo, la spiaggia comprende non solo quei tratti di terra prossimi al mare, che siano sottoposti alle mareggiate straordinarie, ma anche l’arenile cioè quel tratto di terraferma che risulti relitto dal naturale ritirarsi delle acque, restando idoneo ai pubblici usi del mare, anche se in via soltanto potenziale e non attuale” (Cass., sez. 1, 30 luglio 2009, n. 17737, m. 610300, Cass., sez. 3, 28 maggio 2004, n. 10304, m. 573255). Sicchè il lido e la spiaggia sono naturalmente e necessariamente inclusi nel demanio marittimo (Cass., sez. 2, 11 maggio 2009, n. 10817, m. 608262, T.A.R. Roma sez. 3, 9 settembre 2002, n. 7714, in Foro amm. TAR 2002, 2916), a differenza dell’arenile, che presuppone “l’attitudine potenziale a realizzare i pubblici usi del mare” (Cass., sez. 1, 5 novembre 1981, n. 5817, m.”.
La spiaggia bagnata dai marosi è pubblica
Ebbene di questo principio, che garantisce la spiaggia come bene pubblico, non si è tenuto in nessun conto nel Piano del litorale, adottato dal Comune e ora all’esame della Regione, non se ne tiene conto nel PUD (Piano di utilizzo del demanio marittimo), non se ne è tenuto conto in Regione nel ridisegnare la nuova linea demaniale (decreto del 24 dicembre scorso). A Marinella le mareggiate arrivano a lambire i cordoli e le siepi che separano l’arenile dal marciapiede e dalla strada provinciale. Lo provano in modo inconfutabile proprio i progettisti del Piano del litorale, Doriano Lucchesini e Antonio Chirico. Hanno arretrato tutti gli stabilimenti, le strutture balneari e commerciali oltre la vecchia linea demaniale per raggirare la normativa europea Bolkestein che obbliga di mettere all’asta pubblica le concessioni del demanio e hanno progettato le nuove costruzioni su palafitte per consentire ai marosi di transitare sotto senza fare danni. “Prova provata” che è ben noto a tutti, politici e tecnici, che le mareggiate vanno ben oltre la linea demaniale attuale, che dunque va aggiornata, applicando finalmente anche a Sarzana la giurisprudenza della Suprema Corte.
Un danno all’erario (cioè alle tasche dei cittadini)
Un ingiusto vantaggio patrimoniale per Marinella spa
Se non si procede in questo modo, si crea un ingiusto vantaggio patrimoniale a Marinella spa, proprietaria formalmente dell’arenile, e un danno notevole all’erario dello Stato, considerato che stando alle cronache la società immobiliare del Monte dei Paschi avrebbe chiesto sei milioni di euro al Consorzio degli operatori balneari per poter acquisire l’arenile dove costruire i nuovi stabilimenti.
Il Comitato ha evidenziato anche il pericolo che corrono i balneatori nell’acquistare la spiaggia da Marinella spa: rischiano un domani di trovarsi un bene giuridicamente di proprietà del demanio. Oltre all’esborso economico, la beffa.
La richiesta a Comune, Regione, Ministeri di applicare la legge
La sentenza della Corte di Cassazione con la richiesta che venga applicata anche a Sarzana è stata recapitata al sindaco Cavarra, alla giunta e al consiglio comunale, alla Regione e ai ministeri competenti. Fino ad oggi nessuna reazione da parte del Comune e della Regione. In ballo c’è l’interesse pubblico contrapposto agli interessi economici di Marinella spa/Monte dei Paschi.