Arcola e i rifiuti
Emiliana Orlandi
“Ma quale miracolo!
Puntiamo all’85%”
Intervista a cura di Carlo Ruocco
“Il difficile comincia ora: raggiungere l’85% di raccolta differenziata”. A sentire parlare Emiliana Orlandi, sindaco di Arcola, si ha la sensazione di parlare con una marziana. Almeno dalle nostre parti.
Potrebbe godersi il risultato del 72% di differenziata raggiunto in meno di un anno, fare la ruota come una pavonessa per aver portato Arcola in testa alla classifica dei comuni “ricicloni” della Liguria, invece parla della difficoltà di fare il salto che pochi sono riusciti a realizzare in Italia: raggiungere quota 80%. Decisamente anomala. Come utopico sembra l’altro obiettivo che Emiliana Orlandi si è imposta: cambiare volto alla Tari, introducendo la “tariffazione puntuale” per premiare i cittadini che differenziano bene, facendo loro pagare solo la quantità di rifiuti non recuperabili da inviare in discarica.
Inutile tentare di strappare qualche battuta polemica su Sarzana, dove da due anni si fanno cronoprogrammi che porteranno, forse, il comune capoluogo della Val di Magra al 60% alla fine del prossimo anno. La professoressa Orlandi è una PD e renziana di ferro. Come Cavarra ha appoggiato Raffaella Paita alle regionali (“anche se sui rifiuti non eravamo esattamente d’accordo”, dice a denti stretti). Dunque nessuna polemica col suo più illustre collega. Le basta dimostrare che si può governare bene l’ambiente e un problema ostico in Liguria come i rifiuti … al di là dell’appartenenza politica.
Il 72% di differenziata con Acam come gestore. Un miracolo!
“Nessun miracolo – afferma sicura Emiliana Orlandi – C’è stata una preparazione adeguata con diversi incontri nelle singole frazioni, anche le più piccole. Poi è stato sufficiente distribuire il materiale e togliere i contenitori in strada. I cittadini sono disponibili e consapevoli. Vedono la Tv, leggono i giornali. E appena vedono un servizio efficiente e verificano che il materiale raccolto separatamente non finisce tutto insieme, s’impegnano a migliorare il servizio. Diciamolo: noi siamo stati bravi ad organizzare, ma gli arcolani sono stati perfetti nell’attuare”
Siete partiti nell’aprile 2014 e dopo nove mesi avevate già superato il 60%. Avete dato carta bianca ad Acam o avete dettato tempi e modi della raccolta?
“Abbiamo organizzato un team guidato dall’ingegner Sonia Parodi. L’ho scelta per competenza. Conosceva le tematiche, era determinata. Da Acam abbiamo preteso la raccolta porta a porta fosse estesa subito su tutto il territorio. Attivare il servizio a macchia di leopardo, lasciando i bidoni in strada qua e là è deleterio. Fa fallire il progetto. E’ stata fatta un’analisi precisa del territorio, delle tipologie delle abitazioni e delle utenze (commerciali, artigianali …). Abbiamo curato il materiale informativo, organizzato un punto di ascolto dei problemi e d ‘ informazione. Acam ci è stata a sentire ed è stata collaborativa e ha sostenuto le spese. Ha deciso di affidare la raccolta in appalto alla cooperativa Maris. Noi abbiamo preteso che il personale non ruotasse in modo da creare un rapporto di fiducia tra operatori e cittadini. Insomma come avveniva una volta col postino”.
Come avete fatto informazione? Visto il risultato siete stati efficienti e chiari.
“Anche il materiale informativo è stato studiato per tipologia di utenza e di abitazione. Abbiamo stampato un cartoncino da attaccare in casa con i piani di ritiro e i numeri di telefono di Acam. Abbiamo inventato il “riciclabolario”. Insomma un vocabolario del riciclo. Il cittadino può vedere ogni materiale, ogni prodotto dove va collocato, come va trattato prima di essere messo nel sacchetto”.
Ora puntate sulla rivoluzione tariffaria: si paga solo la quantità di rifiuto residuo da mandare in discarica. Un modo serio per abbattere la Tari a chi se lo merita.
“Abbiamo avviato la sperimentazione della tariffazione puntuale. Noi abbiamo un progetto. Acam si è dotata di un lettore di codice a barre. Il codice è già sui mastelli e sui sacchetti che consegniamo agli utenti. I materiali che sono buoni per il riciclo non pagano la Tari, se non in misura minima per coprire il servizio”.
Il Comune ha anche il vantaggio d’incassare il corrispettivo CONAI per le quantità di materie prime recuperate. Sapete a quanto ammonta?
“Per ora il corrispettivo lo incassa Acam e va ad abbattere i costi. Le quantità di carta, plastica, materiali ferrosi, vetro ci sono però note con sempre maggiore esattezza. E’ il sistema che consente i controlli. E consente anche di scoprire utenze che sfuggivano all’imposta”.
Venivamo all’obiettivo ambiziosissimo dell’85% di raccolta differenziata. Una chimera.
“Ci sono tre categorie di utenti. I fedelissimi, che differenziavano già prima del porta a porta. Sono un 25% degli utenti. Poi c’è un 50% di fedeli, che hanno abbracciato il progetto con convinzione. Dobbiamo convincere il residuo 25%. Abbiamo in progetto due carte. La Ecocar per le chiamate per i piccoli ingombranti. La Ecocard, una carta magnetica che permetterà di conferire materiali da riciclo e ottenere abbuoni fiscali. E’ una scommessa. Noi ci crediamo”.