Sarzana, che Botta!

« Mi rivolto dunque siamo »

Albert Camus


Antenne, il Piano sparito dal programma
E mancano mappa e dati sull’inquinamento

Il ripetitore in via Landinelli

“Passata la festa, gabbato lu santu!”. Il 27 febbraio 2015 la giunta annunciava che la pratica per l’installazione di un nuovo ripetitore per teleradiocomunicazioni era stata archiviata.  Vodafone e Telecom non avevano fatto pervenire per tempo le integrazioni chieste dagli uffici anche su sollecitazione del comitato dei cittadini, del Comitato Sarzana, che botta! e Legambiente. Nello stesso tempo il sindaco Alessio Cavarra e l’assessore Massimo Baudone annunciava che entro giugno (2015) sarebbe stato redatto il Piano delle antenne, di cui Sarzana è sprovvista, per mettere ordine in un settore molto delicato a tutela della salute pubblica secondo il principio di precauzione.
E’ passato giugno e il Piano non si è visto. Il 27 agosto il sindaco Cavarra ha lanciato l’ennesimo “cronoprogramma” della sua amministrazione, che dovrebbe scandire i tempi delle decisioni irrevocabili (ad esempio “I lavori di via Murello ripartono a settembre”). Ebbene il Piano delle Antenne è sparito anche dalle intenzioni della giunta.
Tace l’assessore all’ambiente Massimo Baudone.

Massimo Baudone

L'assessore all'ambiente Massimo Baudone

E’ rimasta senza risposta anche una petizione inoltrata al sindaco Cavarra dal Comitato Sarzana, che botta! il 9 gennaio scorso ai sensi dell’articolo 40 dello Statuto comunale (disciplina la partecipazione). In essa si chiedeva di dare attuazione al protocollo d’intesa tra l’Anci (associazione comuni italiani) e il ministero delle telecomunicazioni volto a garantire l’informazione, il monitoraggio e il controllo degli impianti (gli abitanti dei Grisei vennero a sapere per caso del progetto di nuova installazione in una zona dove ne insistono già quattro).
Il Comitato chiedeva anche di rendere pubblica sul sito del Comune la mappa completa delle installazioni emananti radiazione elettromagnetiche; di incaricare Arpal di effettuare monitoraggio periodico dell’inquinamento elettromagnetico non sotto gli impianti, ma alla confluenza dei raggi di irradiazione.
Per Statuto comunale (che come insegna l’assessore Baudone non si può interpretare “come meglio fa comodo rispetto all’opportunità del momento”) una risposta doveva arrivare entro sessanta giorni. Non avremmo invocato lo Statuto se la mappa degli impianti fosse sul sito, se i monitoraggi periodici dell’inquinamento fossero stati attivati, se fosse stata resa completa informazione ai cittadini. Vogliono ignorare e non riconoscere un Comitato che disturba il manovratore. Li comprendiamo. Ma almeno facciano le cose d’interesse della cittadinanza come assumere misure a tutela della salute pubblica.

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Data
venerdì, 25 settembre 2015

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