Sarzana, borgo felice
Fu vera gloria?
Franco e Donati
svelano il “miracolo”
Analisi di
Fabrizio Franco e Piero Donati
La giunta comunale, secondo il sindaco Cavarra, avrebbe il merito dell’inserimento di Sarzana nella top 100 della classifica borghi felici risultante dallo studio del Centro Studi Sintesi (CSS) pubblicato sul Sole 24 Ore.
La notizia che Sarzana è tra i primi 100 comuni italiani per la qualità della vita appare a prima vista come un riconoscimento che fa inorgoglire. Se però ci si prende la briga di guardare i dati sul sito del CSS, si scoprono alcune cose quanto meno curiose.
Sarzana, piazzata al 96° posto in una classifica di 158 comuni selezionati soprattutto in base alle dimensioni (5000-50.000 abitanti) e alle condizioni economiche, ha, secondo lo studio, i suoi punti di forzanei seguenti indicatori:
Ambiente (3^ classificata su 158)
Attività personali (8^)
Istruzione e cultura (18^)
Per quanto concerne il 1° indicatore, CSS ci informa che è basato su: Auto catalizzate euro 4 e oltre sul totale delle autovetture possedute dai sarzanesi, percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti, escursione termica media, stazioni di monitoraggio dell’aria per 100mila ab. Risulta francamente curioso questo piazzamento da medaglia di bronzo, vista la bassissima percentuale di raccolta differenziata (è di questi giorni l’annuncio – ridicolmente trionfale – del raggiungimento del 29.5% nel primo semestre 2015). Possibile, parziale spiegazione: il dato raccolto dai ricercatori è di ambito provinciale e come tale gli è stato attribuito un peso ridotto al 40%.
Il 2° indicatore è basato sul numero di ristoranti, bar e agenzie di viaggi, oltre che, più marginalmente, sulla frequentazione dei cinema e sull’abitudine alla lettura. Non si può negare che Sarzana abbia moltissimi locali pubblici, forse perfino troppi e troppo invadenti, visto il proliferare e l’espandersi dei dehors anche in zone di pregio architettonico e l’esagerato inquinamento acustico. Lo studio evidentemente non considera il rischio di trasformare un centro storico in un “divertimentificio”.
Il 3° indicatore si basa su N° alunni per classe in scuole elementari, N° classi di scuola elementare per 10mila ab., percentuale di bambini di 3-5 anni che frequentano asili statali, biblioteche su 10mila ab., indice di possesso del diploma di scuola media superiore, e popolazione di 14-18 anni iscritta alla scuola superiore. Se è vero che è esistito un tempo in cui il Comune di Sarzana investiva nella scuola, particolarmente quella materna, è anche purtroppo sotto gli occhi di tutti il progressivo degrado degli edifici del ciclo dell’obbligo, tanto evidente che l’amministrazione sta cercando disperatamente una soluzione edilizia persino in luoghi improponibili come l’area ex mercato.
Passando ai punti di debolezza, notiamo i seguenti indicatori:
Rapporti sociali (149^ classificata su 158), indicatore basato sulla capacità di integrazione della popolazione straniera e sull’invecchiamento, oltre che sui tassi di disoccupazione.
Partecipazione alla vita politica (148^), basata sull’affluenza alle urne – elezioni europee, 2014, oltre che su dati indiretti inerenti il tessuto economico e il volontariato
In/sicurezza (134^): indicatore più influenzato dal numero di autovetture circolanti e dal rischio sismico che da furti e rapine, per i quali è valutato il dato provinciale
Salute (127^), basata sul numero delle farmacie, e, con dati provinciali, sui tassi di mortalità, natalità e degenza media.
Come si può vedere, a parte l’opinabilità del metodo di ricerca, c’è molto da fare, a partire dai rapporti sociali e dalla vita politica. A proposito: che fine ha fatto la famosa “Città delle Idee”?
Pur con tutti i dubbi espressi sia riguardo ai criteri dello studio, sia agli effettivi risultati conseguiti dalla città, resta pur sempre il fatto che Sarzana ha dei punti di forza (magari non proprio quelli evidenziati dallo studio). La domanda è: come rendere questa occasione di visibilità positiva – magari un po’ fortuita – un’occasione di ripartenza per la città? La Giunta si attribuisce il merito del successo mediatico, noi pensiamo piuttosto che Sarzana abbia delle indubbie potenzialità (di ordine architettonico, urbanistico, sociale, culturale,…) che stanno alla base del suo successo, nonostante la politica con la quale è amministrata. Siamo preoccupati soprattutto per quanto riguarda il mantenimento nel tempo del risultato. Se è vero che il benessere di una collettività non dipende interamente da chi la amministra, perché i fattori macroeconomici non sono sotto il controllo dell’amministrazione locale, è anche vero che ci sentiamo preoccupati proprio dal progressivo scadimento dell’operato del potere politico locale, nella sua sostanziale continuità da una Amministrazione all’altra. È il potere che ha lasciato mano libera alla speculazione edilizia, che ha creato il mostro urbanistico del piano “Botta”, che ha rilasciato il permesso di costruire il “Campetto park”, in spregio a qualunque criterio di tutela del bene architettonico-archeologico , che non è stato in grado di produrre una proposta credibile per risolvere la crisi edilizia scolastica, che ha in sostanza lasciato marcire i problemi o ha proposto soluzioni sbagliate. Il tutto nel sempre crescente distacco della popolazione dalla politica attiva (come testimoniato anche dallo stesso studio CSS).
Siamo convinti che se tutto ciò continuerà, non potrà che avere conseguenze negative sul futuro del “Borgo felice”.
Fabrizio Franco – Piero Donati