“La città al tempo
della crisi”
L’urbanista De Lucia
al festival della Cultura
Sono lontani i tempi in cui l’edilizia privata e pubblica serviva da volano per uscire dalle crisi economiche. Oggi non è possibile riproporre quel vecchio modello per la grande quantità di case e capannoni invenduti. Inoltre il consumo di suolo in Italia ha raggiunto livelli che mettono a rischio un patrimonio di bellezza unico al mondo, l’equilibrio idrogeologico di tanti nostri territori. Ma allora ha senso parlare di urbanistica, di grandi opere,di rilancio dell’edilizia? Se sì, con quali prospettive?
Se ne parlerà giovedì 16 aprile alla Spezia nell’ambito del Festival della cultura indipendente organizzato da LaSpeziaOggi, dalle Edizioni Giacché e dalle Edizioni Cut-Up. Titolo dell’incontro in programma alle 17,30 in piazzetta della Loggia de’ Banchi è “La città al tempo della crisi”. A introdurlo sarà la relazione di uno dei maggiori urbanisti italiani, Vezio De Lucia, napoletano, noto ai sostenitori del Comitato Sarzana, che botta! per aver tenuto due seguitissime conferenze nel 2011 e nel 2013. Urbanista e docente universitario, De Lucia è stato direttore generale dell’urbanistica presso il ministero dei Lavori Pubblici negli anni Settanta e presidente dell’Istituto Italiano di Urbanistica. E’ stato “prestato” brevemente alla politica, chiamato a Napoli nella prima giunta Bassolino a restituire un senso urbano alla città: ha rilanciato il Centro storico, restituendo le più belle piazze (tra cui Piazza del Plebiscito) ai pedoni, ha avviato la trasformazione dell’area Italsider di Bagnoli in un polo turistico e tecnologico. Ha lasciato la politica per non condividere le svolte speculative, ma non è venuto mai meno all’impegno civile per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente con Italia Nostra, di cui è stato consigliere nazionale e la Rete dei Comitati per il territorio. Oggi è presidente dell’Istituto di studi Ranuccio Bianchi Bandinelli, fondato a Roma da Giulio Carlo Argan. Nella sua lunga attività di urbanista De Lucia ha firmato i Piani territoriali di grandi e piccoli, suggestivi centri da Venezia a Lucca, da Pisa a Positano. Ricca la sua produzione letteraria. In due libri “Se questa è una città” (prefazione di Antonio Cederna), “Le mie città” (prefazione di Alberto Asor Rosa), ha raccontato l’urbanistica ai non addetti ai lavori.
“Nella città dolente”, uno dei suoi ultimi lavori, ripercorre mezzo secolo di scandali urnanistici e di assalto al territorio italiano.