Sarzana, che Botta!

« D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda »

Italo Calvino


Cantieri Botta, fermiamo il degrado
E per il futuro stop alle opere inutili

Pretendere subito dal sindaco un’ordinanza che imponga alle Cooperative di rimuovere i cumuli di detriti che rendono ancora più degradato il cantiere di via Muccini.

Cumuli di scarti vari. Il cantiere è una discarica

E’ la prima richiesta dei cittadini che hanno affollato il gazebo del Centro sociale Barontini per aderire all’iniziativa del Comitato Sarzana, che botta! di formulare proposte per affrontare l’emergenza creata dal fallimento del Piano in via Muccini e piazza Terzi. Il cantiere non può essere una discarica con cumuli di mattoni, tubi e tavole rotte, contenitori abbandonati, scarti di ogni genere. E’ già avvilente la vista degli scheletroni  di cemento e mattoni rosso cupo dei palazzi, pessimo ingresso alla città dalle principali direttrici di traffico, ma poi lo stato di abbandono è aggravato dalle tante piccole discariche di cui è disseminata l’area. E’ un problema di decoro urbano, ma il mancato smaltimento a norma dei detriti – è stato fatto osservare – costituisce anche un reato penale.
Politici assenti, esplode l’indignazione
Il primo incontro del Comitato è stato alquanto vivace. Era la prima assemblea pubblica dopo lo stop dei lavori. La presidentessa e architetta Roberta Mosti con l’ausilio d’immagini e la proiezione di cartografie ha illustrato lo stato di fatto rispetto alle previsioni del Piano firmato da Mario Botta. Ha sollecitato i presenti a indicare quali sono le emergenze da affrontare, le soluzioni possibili. Ma i cittadini avevano bisogno innanzitutto di esprimere la loro indignazione e, perché no, la loro rabbia per come è stata violata la città.  E manifestare anche il disappunto perché nessun amministratore, nessun consigliere comunale (con l’unica eccezione di Valter Chiappini) si sia affacciato.
Ricordate Massimo Caleo?
Devono essere fischiate le orecchie al senatore Massimo Caleo, indicato come principale artefice del disastro urbanistico a cui la città assiste ormai impotente. “Sei anni fa proprio questo Comitato – ha detto un abitante di via Ronzano – aveva chiesto di fermarsi, di discutere, di pensarci, perché le dimensioni del piano apparivano a tutti eccessive. Non si sono fermati e ora il costo lo paga la città”.
Già, i costi. Più che parlare di viabilità, di parcheggi, del sottopasso incompiuto di via Murello, la gente voleva parlare di conti, di soldi.
Chiediamo trasparenza sui conti
“Hanno usato gli oneri di urbanizzazione per ripianare i debiti pregressi, fatti per spese inutili invece di costruire strade, sottopasso e parcheggi. Ma potevano farlo?”. E ancora “Dove sono finiti i fondi erogati dalla Regione? Perché non viene resa pubblica una contabilità”. E soprattutto: “Ma è possibile che in questo paese nessun politico debba pagare?”.  E poi sotto accusa le promesse dell’Amministrazione. “Avevano detto che il sottopasso riapriva a dicembre”. “E i lavori dovevano riprendere a gennaio. Ma non fanno meglio a tacere?”.
E’ venuta fuori anche la proposta di qualche dimostrazione eclatante, che richiami l’attenzione della città sui responsabili di quello che in più interventi è stato definito “uno scempio”.
Carlo Ruocco ha proposto di separare l’aspetto finanziario del fallimento del Piano da quello urbanistico, dedicando ai conti un apposito incontro. E ha chiesto di concentrarsi sulle risposte da dare alla città per rendere la zona più vivibile.

Piazza coperta, stazione dei bus da 16 stalli, supermercato

Verde fruibile, viabilità e parcheggi prime emergenze
E’ iniziato un confronto sulle possibili soluzioni. Un vero polmone verde, fruibile,  visto come vera alternativa al degrado, la viabilità, i parcheggi per fermare il traffico fuori dal centro sono i primi temi affrontati.  In un prossimo incontro saranno esaminati in forma divulgativa i piani urbanistici che sono stati partoriti negli ultimi quindici anni sull’area: dal Piano particolareggiato di Gino Piarulli del 2000, al Piano Botta, passando per il progetto di STU (società di trasformazione Urbana) che comprendeva tutta l’area ferroviaria e piazza Terzi, disegnato sempre da Piarulli. Saranno esaminati anche i progetti dei giovani architetti che parteciparono al concorso d’idee indetto dal Comitato nel 2010, che contenevano soluzioni originali. Conoscere per produrre nuove proposte.  Insomma il Comitato continua a fare opera di divulgazione urbanistica per far crescere tra i cittadini la consapevolezza che i problemi possono avere più soluzioni e che i cittadini stessi devono farsi ascoltare da chi governa la città.
Basta progettare opere faraoniche
Una raccomandazione all’Amministrazione è però già stata rivolta dall’assemblea: fermarsi e confrontarsi con i cittadini. Basta piani megagalattici che stravolgono la città e la lasciano in braghe di tela. Bocciata anche l’idea di Polo scolastico per “incompatibilità ambientale” dell’area. E anche perché prima è più saggio e razionale verificare i bisogni di nuove scuole rispetto ai contenitori già esistenti. Insomma basta progettare grandi opere inutili come era la “piazza coperta” di Mario Botta o la megastazione dei bus.

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Data
martedì, 10 marzo 2015

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