Sarzana, che Botta!

« Abitare viene prima di costruire »

Mario Botta, citando Heidegger


“Antenna selvaggia” si può fermare
con l’aiuto di Anci e ministero

 Il proliferare di “antenna selvaggia” può essere contrastato e disciplinato anche se un Comune non è dotato di un “Piano dei ripetitori”. Dal 17 dicembre 2003, infatti, i sindaci dei comuni italiani hanno uno strumento in più per regolare l’installazione delle antenne sui loro territori senza subire passivamente le decisioni delle imprese multinazionali delle telecomunicazioni: è un protocollo d’intesa stipulato tra l’ANCI (l’associazione che raggruppa tutti i comuni d’Italia) e il ministero delle comunicazioni, che ha tra le sue finalità quella di tutelare le popolazioni dall’esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
Il problema sollevato dagli abitanti dei Grisei, dove Telecom e Vodafone vorrebbero installare l’ennesima stazione radio base per la telefonia a poca distanza da altri quattro ripetitori, non è senza soluzione.
L’antenna ai Grisei e la Sovrintendenza
Attualmente la pratica è ferma per merito della Sovrintendenza dei beni culturali e del paesaggio, che ha bloccato l’iter perché la zona tra il cimitero e Monte D’Armolo è sotto vincolo paesistico e la documentazione presentata dai due colossi della telefonia è largamente insufficiente. Ma la scelta di installare o no il ripetitore può non essere delegata alla sola Sovrintendenza, come se la salute dei cittadini venisse in seconda o terza istanza.
Al sindaco Alessio Cavarra, che all’assemblea della Consulta dei Grisei aveva detto ai cittadini di essere disarmato, non avendo il Comune di Sarzana (cioè i suoi predecessori Renzo Guccinelli e Massimo Caleo) mai adottato il Piano delle Antenne, il Comitato Sarzana, che botta! ha fatto pervenire una lettera/petizione per chiedere l’applicazione del Protocollo d’intesa dell’Anci. Antenne Petizione Proposte su via Falcinello e Piano Antenne
Il protocollo consegnato dal Comitato al Sindaco
Si tratta di un documento di grande interesse, che reca la firma dell’allora sindaco di Firenze e presidente dell’ANCI Leonardo Domini e del ministro delle Comunicazioni dell’epoca Maurizio Gasparri. Antenne protocollo Anci Ministero comunicazione_171203 Quattro le finalità del Protocollo: attuare il monitoraggio, il controllo e la razionalizzazione degli impianti per contribuire alla tutela dell’ambiente e della popolazione dall’esposizione ai campi elettrici; garantire l’informazione ai cittadini; minimizzare l’impatto sulle popolazioni di tali impianti sia attraverso l’uso di tecnologie più avanzate sia con interventi di risanamento; pianificare e ottimizzare la distribuzione degli impianti attraverso una concertazione tra i gestori e i Comuni anche attraverso l’utilizzo di aree e immobili pubblici; garantire una costante informazione alle popolazioni sui livelli di esposizione ai capi elettromagnetici attraverso campagne periodiche di monitoraggio gestite dall’Anci e dai Comuni attraverso le Arpa e la divulgazione di una corretta informazione scientifica.
Il Ministero si è impegnato a erogare fondi
Col Protocollo il Ministero delle comunicazioni s’impegna a finanziare le iniziative dell’ANCI e a fornire supporto tecnico ai Comuni e a promuovere e a sostenere l’adozione sul piano locale di protocolli d’intesa tra i Comuni e i soggetti gestori del servizio di telefonia cellulare.
L’Anci da parte sua è impegnata a costituire un gruppo tecnico di supporto ai Comuni per l’attuazione del protocollo.

Il ripetitore Telecom in pieno Centro storico

Se fino ad oggi non se ne è fatto nulla è per inerzia dei Comuni, per la scarsa attenzione prestata alla tutela della salute dei cittadini in questo settore.
Il sindaco Cavarra di recente si è detto disarmato di fronte ai colossi della telefonia. Lo era fino a ieri solo perché gli assessori all’ambiente che si sono succeduti dal 2003 ad oggi e gli uffici comunali competenti hanno archiviato il Protocollo Anci/Ministero tra le scartoffie inutili. Ora il Sindaco (e gli abitanti dei Grisei, della Bradia e delle altre Consulte) non è più solo e disarmato: il Comitato Sarzana, che botta! gli ha fornito l’arma e con una petizione, che alleghiamo, ha chiesto che Sarzana faccia da battistrada in Val di Magra per l’attuazione del Protocollo (poco usato anche in altre parti d’Italia dove però molti Comuni si sono dotati del Piano delle Antenne).
Chiediamo che innanzitutto si renda pubblica una mappa di tutti gli impianti presenti sul territorio e che si apre una procedura di concertazione. E’ interesse anche dei gestori evitare conflitti.

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Data
sabato, 10 gennaio 2015

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