Sarzana, che Botta!

« Nessun dolore resiste quando uno, destandosi tre mattine di seguito, ha nella faccia lo splendore vivificante del sole che sorge »

Le Corbusier


Scuola XXI Luglio: alloggi per 150 abitanti e 2.000 mq di negozi. Follia urbanistica

Prevedere l’insediamento di nuovi 150 abitanti in una zona della città già satura e carente di parcheggi è un assurdo urbanistico. Prevedere la creazione di duemila metri di negozi al confine di un Centro storico è un attentato mortale al commercio in grave crisi. Attorno a questi due concetti si snodano tre pagine dense di osservazioni che il Comitato Sarzana, che botta! ha presentato al Consiglio comunale per contrastare la Variante al Piano Regolatore votata il 24 novembre scorso per trasformare la scuola di viale XXI Luglio in un complesso residenziale, commerciale e di servizi.

L'edificio destinato ad alloggi e negozi (o Grande Magazzino)

In cento righe di argomentazioni logiche, giuridiche e tecniche il Comitato denuncia “la contraddittorietà e l’illogicità di una scelta dettata solo dalla situazione disastrosa delle finanze comunali”.
Dove trovano i parcheggi per nuovi residenti e negozi?
Le “Osservazioni” del Comitato, che dovranno essere allegate alla delibera del Consiglio Comunale e poste all’attenzione della Conferenza dei servizi e della Regione, si sviluppano seguendo tre profili. Innanzitutto l’impatto urbanistico. La trasformazione di oltre seimila metri quadrati di scuola in appartamenti ed esercizi commerciali avviene in una città dove gli appartamenti e i negozi di Arte in via XX Settembre sono invenduti, favorendo il degrado di piazzetta Brun Caprini, i palazzi del Piano Botta con i 3500 mq di superfici commerciali sono allo stato di scheletri per assenza di acquirenti e il centro storico denuncia uno svuotamento commerciale e abitativo. L’area della scuola è già satura soprattutto dal punto di vista del traffico, come rilevò lo studio accurato dell’Atc per il Piano della sosta, mai realizzato. La legge prescrive che ogni edificio destinato ad abitazione, servizi o commercio dopo il 1989 debba essere dotato di parcheggi pertinenziali. E’ vero che la scuola fu costruita prima del 1989. Ma la sua trasformazione avviene oggi. Quindi occorre che l’Amministrazione comunale indichi dove saranno reperiti 1200 mq di parcheggi pertinenziali agli oltre 4000 metri quadrati di nuovi alloggi e 26 posti auto pertinenziali agli esercizi commerciali. Ma in base alla legge devono essere anche individuati tra i 66 e gli 80 nuovi posti auto pubblici anche nelle immediate vicinanze. Tutto questo nella Variante di trasformazione della scuola non viene indicato, sebbene la città sia già carente di parcheggi dopo la cancellazione dei 500 posti auto pubblici in piazza Terzi per il fallimento del Piano Botta, dei 1300 metri quadrati di parcheggi pubblici cancellati in piazza Martiri.
Un’altra mazzata al commercio del Centro storico
Le Osservazioni del Comitato puntano poi il dito sull’impatto economico che la trasformazione della scuola avrà sul tessuto commerciale esistente. Si osserva che i nuovi duemila metri di superficie commerciale si andrebbero ad aggiungere agli oltre mille metri previsti dietro il vecchio San Bartolomeo nell’area un tempo occupata dai prefabbricati che ospitavano medicina e cardiologia. Il commercio del Centro storico sarebbe totalmente soffocato. Occorre anche considerare che il primo piano non è a livello strada e ha un solo ingresso sul viale: si presta meglio a ospitare due grandi magazzini.
Costruiscono una nuova scuola al costo di mille euro al metro quadro?
L’ultima argomentazione del Comitato è volta a valutare il beneficio e il danno erariale che l’operazione può comportare. Non si ristruttura la scuola di viale XXI Luglio perché occorrerebbero 6 milioni e 900 mila euro. Ma non è stato prodotto alcuno studio di fattibilità che dimostri che un nuovo edificio idoneo a ospitare mille studenti come lo storico edificio costi meno di quella cifra. Siccome dalla vendita alla Cassa Depositi e Prestiti il Comune ricaverebbe 5 milioni e 900 mila euro, la costruzione  di un nuovo complesso scolastico di eguale capienza dovrebbe costare mille euro a metro quadro! Se l’Amministrazione comunale ha sottomano un’impresa disposta a costruire a quel prezzo, lo dica.
Possibile danno erariale
Il Comitato punta anche il dito sul possibile danno erariale che potrebbe derivare al Comune da questa operazione. Alla decisione di vendere la scuola si è giunti in seguito alla perizia del Politecnico di Torino che dichiarò l’edifico inagibile per problemi di sicurezza sismica. Ma quella perizia è stata contestata dall’ingegnere sarzanese Giovanni Podestà. Almeno in un punto i calcoli del Politecnico sono sbagliati, avendo considerato Sarzana territorio ad alto rischio sismico (come l’Aquila, per intenderci), mentre la città è stata declassata dal 2008 a medio rischio, allineandola a tutti gli altri comuni della Provincia. Per il Comitato prima di vendere a prezzo stracciato, occorreva far verificare i calcoli del Politecnico di Torino da altra autorità scientifica, dopo aver inoltrato analoga richiesta alla stessa università pienontese. Se l’ingegner Podestà avesse ragione, il Comune subirebbe dalla vendita a 5 milioni e 900 mila euro un danno erariale non inferiore ai tre milioni di euro. Imputabile alla giunta e al Consiglio comunale.

Ecco il testo integrale delle Osservazioni  Scuola XXI Luglio Osservazioni alla delibera CC 82 del 2014

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Data
sabato, 13 dicembre 2014

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1 commenti per “Scuola XXI Luglio: alloggi per 150 abitanti e 2.000 mq di negozi. Follia urbanistica”


  1. Roberta Ambrosini says:

    È incredibile la scarsa attenzione nei confronti della cittadinanza da parte di una amministrazione comunale che si fa un vanto di migliorare la città con mille e piú proposte innovative(!?!)In merito al nuovo complesso previsto, basti pensare alla galleria tra via Muccini e via Xx Settembre di uno squallore senza pari non solo per gli appartamenti sfitti ma anche per i fondi inutilizzati…serve proprio un altro complesso residenziale nella stessa zona! Amo la mia città ma non mi riconosco in una gestione della cosa pubblica di cui mi vergogno.



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