Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Antenna ai Grisei
Marco Grondacci:
“Verificate il vincolo
paesaggistico”

Intervista di Carlo Ruocco
Troppi ripetitori telefonici nello spazio di qualche centinaio di metri e i cittadini del quartiere Grisei insorgono. Hanno timore per la loro salute per effetto del sommarsi delle emissioni di onde elettromagnetiche. E sono arrabbiatissimi (incazzati neri?) per aver saputo per puro caso che nei pressi del cimitero urbano sta per essere collocata la terza “antenna” a poca distanza da quella esistente all’Enel e da quella dello stadio Luperi, che già sollevò molte polemiche. L’Amministrazione comunale non li aveva informati che la pratica era già alla Conferenza provinciale dei servizi.Anzi,aveva già superato questo iter burocratico. Il sindaco Cavarra, travolto in assemblea dalle contestazioni, non ha trovato di meglio che dire col tono perentorio del Re Sole: “Il sindaco sono io e decido io”. In verità fa la voce grossa con i cittadini, trattandoli da sudditi, ma è una pecorella smarrita di fronte ai colossi Telecom e Vodafone. E’ smarrito perché ha poche armi in mano, perché il Comune di Sarzana non si è mai dotato di un piano delle antenne per disciplinare le installazioni sul proprio territorio in modo da evitare il moltiplicarsi sfrenato.

L'antennone Telecom di via Landinelli

Nel 2008 la Consulta del Centro storico aveva formulato una precisa richiesta in tal senso. Ma la giunta (sindaco Caleo, assessore al bilancio Cavarra, assessore all’ambiente Antonella Guastini) rispose che per legge il Piano Antenne era facoltativo, non obbligatorio.
Il giorno dopo l’assemblea di quartiere la giunta ha fatto trapelare che valuterà di appoggiare i cittadini per un ricorso al Tar. Ma con quali possibilità di spuntarla?
Lo abbiamo chiesto a Marco Grondacci, esperto di diritto ambientale, spezzino, consulente di enti locali in Toscana.
“Il problema è complesso, perché in Italia la legislazione è favorevole ai grandi gruppi della telefonia. Con leggine recenti hanno modificato i metodi di misurazione dei campi ad alta frequenza (quindi il caso dei Grisei) spalmando il rispetto dei limiti su fascei orarie di 24 ore probabilmente perchè si erano accorti che i limiti italiani erano molto bassi in ossequio al principio di precauzione – esordisce Grondacci – I Comuni però possono pianificare la localizzazione delle antenne senza peraltro ricorrere a divieti generalizzati”.
Nel caso dei Grisei l’impianto ha già superato il vaglio della Conferenza dei servizi. Ormai non c’è più nulla da fare neppure se l’area fosse, come pare che sia, sotto vincolo paesaggistico?
“Intanto sarebbe importante conoscere tutti gli atti prodotti in sede di Conferenza dei servizi, quali enti hanno partecipato, le osservazioni che sono state fatte. Il Comune deve possedere tutta la documentazione”.
In assemblea di quartiere il sindaco ha detto che non sa neppure dove sarà collocata l’antenna.
“E’ una colossale sciocchezza. Forse non lo ricordava in quel momento. Devono avere tutto, se non altro perché devono rilasciare la concessione edilizia, che è un atto obbligatorio”.
E se l’area fosse sotto vincolo paesaggistico? E’ vero che il decreto Sblocca Italia del governo Renzi consente di derogare tale vincolo?
“Innanzitutto occorre verificare se la Sovrintendenza è stata interpellata e se ha rilasciato il nulla osta. Il decreto Sblocca Italia afferma che non è soggetta ad autorizzazione paesaggistica l’installazione o la  modifica  di impianti di radiotelefonia mobile, da eseguire su edifici e  tralicci preesistenti, che comportino la realizzazione di pali di supporto per antenne di altezza non superiore  a  1,5  metri  e  superficie  delle medesime antenne non superiore a  0,5  metri  quadrati. Vengono fatte salve le norme di tutela dei beni culturali: ma non so se riguardi il caso in esame”.
Senza questo cavillo i cittadini sono destinati a convivere con le loro ansie?
“Potrebbero comunque agire in giudizio sul piano del principio di precauzione se dimostrano un rischio effettivo di impatto cumulativo. Purtroppo anche in questo caso di leggina in leggina hanno modificato i metodi di misurazione. Certo se avessero il piano antenne fatto bene o una sezione del regolamento urbanistico edilizio dedicata al problema, il Comune avrebbe più strumenti”.
Ma la volontà politica è mancata e i buoi ora sono scappati. Insomma i cittadini dei Grisei possono intanto guardare le carte. E vedere se hanno qualche … carta da giocare.

Link all’articolo sul sito di Marco Grondacci

 

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Data
martedì, 28 ottobre 2014

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