Consulte, pochi intimi
Soddisfatti
Cavarra e Baudone
Meno la democrazia
di Carlo Ruocco
Le elezioni per il rinnovo delle Consulte hanno fatto registrare un crollo della partecipazione. Solo 1932 cittadini, pari al 10 per cento degli aventi diritto al voto, si è recato alle urne. Il 90% ha disertato l’appuntamento, ignorando gli appelli a recarsi alle urne lanciati fino alla vigilia dall’assessore alle Consulte, il nativo digitale Massimo Baudone, sui giornali, via Facebook e con i tweet moderni strumenti che per il nostro dovrebbero soppiantare gli arcaici manifesti previsti dal Regolamento comunale. Nel 2007 gli elettori furono 5.370, pari al 28,3 per cento. Quasi il triplo. Ma per il sindaco Alessio Cavarra e l’assessore alle Consulte Baudone va bene così.
“Siamo soddisfatti… I cittadini hanno risposto nel modo giusto. L’affluenza ci soddisfa. In Italia l’astensionismo dal voto si aggira su percentuali molto alte. La partecipazione di sabato è tutto sommato incoraggiante”, hanno commentato.
Il novanta per cento non va a votare, la partecipazione crolla, ma i nostri amministratori non si chiedono il motivo, non si chiedono “dove abbiamo sbagliato”. A loro va bene così.
Nasce spontanea la domanda: a Cavarra e Baudone interessa avere organismi della partecipazione veramente rappresentativi e capaci di far sentire le istanze dei cittadini o vogliono solo organi di consenso, compiacenti, silenti?
Si sono preoccupati di stigmatizzare chi ha sollevato problemi di democrazia, di regole violate. Il voto (o, meglio, il non voto) cosa dimostra? Testuale risposta: “E’ la testimonianza che le sterili polemiche di questi giorni interessano a pochi”.
A lor signori non sorge il dubbio che quel 90 per cento che ha disertato le urne palesa una condanna dei metodi usati per convocare le elezioni, per controllare la composizione delle liste, per comprimere la partecipazione, disattendendo il Regolamento comunale che la giunta per prima dovrebbe far rispettare?
No. Loro sono soddisfatti. Volevano avere Consulte sempre più controllabili e hanno colto il risultato. Le questioni di legalità, di democrazia? “Polverone incomprensibile”, ha detto il consigliere del PD Mattioni, attivo frequentatore della Consulta della legalità. “Sterili polemiche”, le liquidano Cavarra e Baudone.
Se la questione centrale è la gestione del potere per il potere, hanno ragione. Se è la democrazia, hanno torto.
Democrazia e legalità, la destra e la sinistra
Vorremmo sentire su queste questioni le persone che nell’area di centrosinistra hanno ancora a cuore, davvero, le questioni di democrazia e di legalità.
Se venerdì scorso durante il consiglio comunale, chiamato a pronunciarsi sulla correttezza della convocazione delle elezioni e sulla violazione del Regolamento per scarsa informazione e trasparenza, fosse entrato un turista avrebbe scambiato Carlo Rampi, solido avvocato di destra, con un seguace di Stefano Rodotà, di Sandro Pertini, dei padri costituenti e i consiglieri di maggioranza con qualunquisti di destra che si prendevano beffe dei regolamenti, delle leggi, soffocando a stento il fascistissimo “Me ne frego”.
Al consigliere del PD Mattioni, che aveva esordito ripetendo due volte di “non capire tutto questo polverone” sul regolamento, Rampi aveva risposto: “Questo polverone si chiama legalità, si chiama rispetto delle regole, delle leggi, si chiama democrazia. Voi state commettendo un atto illegittimo. State facendo una porcata”.
La “porcata” era stata involontariamente certificata dalla segretaria comunale Paola Michelini. Aveva chiesto ai messi di sottoscrivere una dichiarazione indicante i luoghi dove avevano affisso le convocazioni delle elezioni: le dodici sedi delle Consulte. Né uno di più, né uno di meno. Perfetto! Peccato che il Regolamento preveda l’affissione di manifesti che contengano il termine primo ed ultimo per presentare le candidature in almeno cinque altri luoghi nel territorio di ogni Consulta. Chiaro vero? Per Baudone i manifesti sono superati. Oggi è l’era dei tweet. La democrazia? Forse per Baudone vale per essa lo stesso discorso fatto da Tremonti per la cultura: non ci si mangia.
L’insegnamento di Antonino Caponnetto
Un tempo ormai lontano erano i giuristi di grande fede democratica a sostenere che le regole, anche le minori, sono fondamento della democrazia. Le regole assicurano la trasparenza, l’uguaglianza davanti alla legge, le pari opportunità. Antonino Caponnetto, a cui è intitolata una fondazione che Cavarra dice di sostenere, insegnava ai giovani a rispettare anche le regole minime, come ad esempio non truccare i motorini, proprio per educare alla legalità. Alle elezioni europee a Sarzana ha disertato le urne il 40 per cento dei cittadini. Sabato per le Consulte più del doppio. Cavarra e Baudone possono fare spallucce e rispolverare il motto fascista “Me ne frego”. E trasformare le Consulte in aule “sorde e grigie”. Molte lo erano già nella passata legislatura.
La battaglia per la legalità (e la democrazia) continua.