Sarzana, che Botta!

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. »

Margaret Mead


Sarzana Patrimonio
cresce il debito
Paga il Comune
Cioè i sarzanesi

Il debito della società Sarzana Patrimonio e Servizi, proprietà del Comune al 100%, continua a lievitare. La Cassa di Risparmio della Spezia ha rinnovato per un anno il credito alla società comunale, inattiva e in liquidazione, portandolo a un milione e mezzo. Fino al 31 marzo scorso era di un milione e 400 mila euro. A cosa serviranno i centomila euro in più di credito? A coprire gli interessi sul debito, che matureranno nel frattempo. Visto dal punto di vista del Comune (e dei cittadini di Sarzana, che quel debito dovranno prima o poi risanare destinando alla copertura introiti futuri, siano essi nuove tasse oppure l’incasso della vendita dei terreni di Tavolara) si continua a coprire il  debito, creando nuovo debito. Se in origine (anno 2007, sindaco Massimo Caleo, assessore al bilancio Alessio Cavarra, capo delle finanze comunali Giovanni Zanardi) la creazione della società Sarzana Valorizzazione Patrimonio e Servizi sembrava un colpo di genio di finanza creativa, col passare degli anni si è rivelato un bluff di corto respiro, gravemente dannoso per le finanze comunali, che ha finito per distruggere risorse, ingoiando anche parte degli oneri di urbanizzazione del Piano Botta, che sarebbero dovuti servire a costruire un parcheggio capiente per tutti i nuovi insediamenti.

Il sindaco Alessio Cavarra, assessore al bilancio nel 2007

L’operazione in sintesi
Nel novembre 2007 il Comune di Sarzana scopre di essere già troppo indebitato. Non può contrarre nuovi mutui. Ecco la furbata: costituisce la società Sarzana Patrimonio, alla quale vende alcuni beni comunali (l’area e l’ex mercato di piazza Terzi e i terreni agricoli di Tavolara, dove in parte insiste un’ex discarica). La società, costituita con ventimila euro di capitale sociale, per acquistare gli immobili ottiene un generoso credito dalla Cassa di Risparmio sotto forma di fido per sei milioni e 350 mila euro.
L’amministrazione Caleo s’illude di essere ricca e comincia a spendere quei denari in piccole opere pubbliche, molto utili a creare consenso elettorale. Invece di mettere in vendita i beni e valorizzarli, per estinguere il debito con la Carispe, la società Patrimonio comincia a maturare interessi passivi (centinaia di milioni negli anni). Sempre l’amministrazione Caleo ha altri due colpi di genio: assecondare Unieco e dare il via alla variante del Piano Botta, il cui iter blocca la vendita dell’area di piazza Terzi in attesa dell’iter di approvazione, variare la destinazione urbanistica nei terreni agricoli, creando un’area artigianale a Tavolara, che vede ancora una volta in scena Unieco (colosso edilizio delle cooperative ora in amministrazione giudiziale).
I nodi (debiti) vengono al pettine
I debiti prima o poi devono essere onorati. Passano gli anni, sei sono lunghi, canterebbe Celentano. La Cassa di Risparmio, che a sua volta deve rispondere alla Banca d’Italia, inizia a premere per il rimborso del debito. Ma Sarzana Patrimonio non ha introiti, non svolge attività. Ha solo debiti. Nel frattempo è sopraggiunta (ma solo nel 2010) la crisi del mercato immobiliare.
I giochi delle compravendite “in famiglia” 

I terreni comunali di Tavolara

Il Comune si è visto costretto a ricomprare l’area di piazza Terzi e l’ex mercato, abbattendo il debito di Sarzana Patrimonio a un milione e trecento mila euro, lasciando alla società il compito di vendere i terreni di Tavolara valutati nel 2010 un milione e 800 mila euro, cifra, già allora, fuori mercato.
Come ha ricomprato il Comune piazza Terzi e dintorni, destinati alle opere pubbliche del Piano Botta? Con gli oneri di urbanizzazione versati dalle Coop per il piano Botta. E le opere pubbliche tra cui il megaparcheggio, le nuove sedi di polizia municipale, anagrafe ecc. ? Semplice, hanno assicurato lo scorso anno il sindaco Massimo Caleo e il suo vice Roberto Bottiglioni: si mette in vendita (gara europea) tutto il compendio immobiliare di piazza Terzi. Chi lo acquista si fa carico della costruzione delle opere pubbliche.
Roba da libri contabili in tribunale
Ma dagli operatori immobiliari è arrivato un clamoroso: “ ‘cca nisciuno è fesso!”
Gara deserta e opere pubbliche (parcheggio in città, palahockey ecc.) al palo.
Deserta anche la gara per la vendita dei terreni artigianali di Tavolara. Un flop su tutta la linea. Roba da libri contabili in tribunale, se invece del Comune si fosse trattato di un qualsiasi piccolo imprenditore. Dalla Carispe è arrivato per un altro anno un salvagente.
Ben vengano i petroleuro nigeriani!
Ma il Comune deve trovare ora un milione e mezzo. C’è chi già pensa allo spreco di altro patrimonio: questa volta il paesaggio, bene comune, costituzionalmente protetto: nuova variante al PRG per consentire a Marinella spa (Monte dei Paschi) di far cassa, al petroliere italonigeriano Volpi di costruire il Centro sportivo dello Spezia nel Parco Campagna e al Comune di estinguere il debito.

 

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Data
sabato, 26 aprile 2014

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1 commenti per “Sarzana Patrimonio
cresce il debito
Paga il Comune
Cioè i sarzanesi”


  1. giorgio says:

    QUANDO MANCANO TESTE PENSANTI A FAVORE DEL CITTADINO SI FINISCE COSI’ MALAMENTE. UN’IMMAGINE DESOLANTE DEGLI AMMINISTRATORTI DELLA COSA “PUBBLICA” CHE PERO’CONTINUANO IMPERTERRITI NEL COMMETTERE ERRORI ED ORRORI SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI.



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