La nautica vuole il Magra navigabile. Urge studio scientifico
Ci risiamo. Gli operatori della nautica, che si sono insediati nel corso degli anni lungo il fiume Magra addirittura al Senato di Lerici, talvolta occupando le sponde con abusi edilizi sanati a posteriori, ora invocano l’intervento dell’assessore regionale Raffaella Paita per chiedere i dragaggi in modo da rendere il fiume navigabile almeno (pare di capire) fino a Battifollo. (http://www.comunesarzana.gov.it/images/sarzana/rassegna/oggi/Il%20Secolo%20XIX%20-%20Rimessaggi%20mangiati%20dal%20fiume%20è%20fuggi%20fuggi%20….pdf)
A costoro non basta il milione e seicento mila euro di soldi pubblici (cioè dei contribuenti) già stanziati per dragare il tratto terminale del Magra (dalla Colombiera in giù). Lamentano che il fiume distribuisce sabbia anche a monte e vogliono toglierla. Intanto una domanda: in quale codice di Madre Natura sta scritto che il Magra era navigabile fino a Romito prima delle escavazioni selvagge degli anni Sessanta e Settanta? Seconda domanda: i rappresentanti degli artigiani che si agitano per dragare il fiume a nome degli operatori della nautica, sono gli stessi che si agitano per salvaguardare il litorale dall’erosione per tutelare gli operatori balneari? Il fiume distribuisce gratuitamente la sabbia al litorale. Da tre anni chiediamo che si faccia uno studio scientifico serio, come ha fatto la Regione Toscana, affidandolo alle più competenti università senza l’interferenza dei politici, per verificare se e dove il fiume è sovralluvionato e di quali interventi ha bisogno per rinaturalizzarlo, riducendo il rischio per le popolazioni. La Regione Liguria aveva promesso. Anzi, aveva deliberato (maggio dello scorso anno). Ma la pretesa dell’assessore Renzo Guccinelli che l’università concordasse l’esito dello studio con il potere politico ha fatto tramontare tutto. Come Comitato Sarzana, che botta! non abbiamo mai detto alcun no pregiudiziale, ideologico, a interventi sul fiume. Chiediamo solo che gli interventi abbiano basi scientifiche serie e non siano misure clientelari realizzate con i soldi dei contribuenti e assunte col paravento della messa in sicurezza delle popolazioni alluvionate.
Concordo con la richiesta di studi (l’ho sempre fatto!). Quanto alle lamentele: se la situazione di chi sta sotto la Linea di navigabilità può essere vagliata, chi sta sopra cosa vuole? Chi opera nel tratto non navigabile del fiume, Falaschi e Camisano in sponda sinistra Senato in sponda destra, lo fa a proprio rischio e pericolo; lo dice ilo Piano di Parco che lì non prevede la navigabilità! Con quale ardire ancora chiedono di scavare? Almeno i Comitati alluvionati, pur a mio parere sbagliando, fanno tale richiesta accampando la motivazione della sicurezza idraulica, ma parlare di navigabilità dove il fiume non è Navigabile… è una contraddizione in termini! Soprattutto chi sta a Senato: non ha nemmeno la pur flebile scusa di sfruttare il canalicolo di collegamento al tratto navigabile per Cantieri San Lorenzo di chi risiede a Camsisano. Se il fiume scalza la sponda a Senato è nella natura delle cose, e se come penso è ancora al di sotto del punto di equilibrio dell’alveo, è anche giusto che accumuli sabbia e interri i rimessaggi presenti (anche se dagli studi di Rinaldi risulterebbe ancora in erosione e non i sedimentazione). Si accontentino del permesso di movimentare la sabbia a centro fiume per liberarsi gli ormeggi insabbiati dalla naturale divagazione dell’alveo(e anche quello sarebbe tempo che finisse…).