Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


 

Un sindaco bipartisan e i rifiuti delle larghe intese

“Populista, demagogica, utopica”. Se fosse per il parlamentino comunale di Sarzana, la proposta di legge Rifiuti Zero sarebbe già sepolta tra i sacchi di rumenta nelle nostre strade. A decretarne la fine un voto Pd-Pdl- Unione di centro. Insomma anche sui rifiuti …. larghe intese. Non si sono accorti che la strategia verso Rifiuti Zero è patrimonio dei paesi europei più progrediti: in un mondo dove scarseggiano  sempre più le materie prime, recuperare rifiuti è il futuro. Una volta Sarzana era un passaggio obbligato verso l’Europa. La via Francigena passava da qui. Una volta, quando i suoi governanti sapevano essere utopici.

Cavarra pellegrino tra i rifiuti

Oggi al massimo abbiamo un sindaco bipartisan (o, meno elegantemente, cerchiobottista). A un banchetto organizzato dal 5 Stelle ha firmato a favore della proposta di legge Rifiuti Zero. In consiglio comunale ha votato con la Frassini e il Pd contro la proposta. Quando si dice non scontentar nessuno.

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Data
lunedì, 12 agosto 2013

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2 commenti per “Un sindaco bipartisan e i rifiuti delle larghe intese”


  1. giorgio says:

    Con l’attuale matrimonio del nostro comune con ACAM è impossibile poter mettere in piedi una legge “rifiuti zero”. Bisogna che il comune esca da ACAM e solo allora si potrebbe cominciare con un nuovo futuro più moderno e funzionale per quanto riguarda l’attuale SCHIFO dei rifiuti locali.

  2. Valter Chiappini says:

    Non sono d’accordo Giorgio.
    I principi della strategia “rifiuti zero” (Zero waste) sono perseguibili ed attuabili da chiunque. La discriminante sta nel piano aziendale che tu metti in campo e persegui senza secondi fini o senza ingerenze lobbistiche o di terzi incomodi.
    A prescindere dalle opinioni di chi parteggia per le “municipalizzate” (che sono la scelta dei cittadini per acqua e beni comuni e quindi dovrebbero essere applicabili per legge) o per la “privatizzazione” (ci sono molti modi di privatizzare, più o meno “subdoli” a secondo degli interessi che si vogliono perseguire) tutto si riduce al “piano industriale” ed al modello che vuoi perseguire. Cosa che ACAM non ha fornito ufficialmente, ma si sa, ad esempio, che vuole mettere in campo la raccolta differenziata “di prossimità” perdente (come obbiettivi e anche finanziariamente – sodi sprecati -) in tutte le realtà in cui è stata avviata.
    Ad esempio, ma non solo, ACAM potrebbe (anzi dovrebbe) perseguire innanzitutto il modello del porta a porta, visto che tutti i ricercatori e i dati delle pregresse esperienze ci dicono essere l’unico modello vincente per abbaterre la percentuale di “non differenziata”. Le azioni “a monte” (come la riduzione degli imballaggi o della produzione di contenitori in plastica), invece, non sono neppure a carico di ACAM…
    Ecco perchè il voto del Consiglio Comunale e del Centrodestra che sta all’opposizione mi ha lasciato molto amaro in bocca (per non dire peggio, visto il sistema utilizzato in consiglio per demolire la nostra proposta – io sono Consigliere comunale per il M5S – che, peraltro, neppure chiedeva di aderire alla raccolta firme, ma ai principi che la animano). Perchè è ipocritamente (o forse interessatamente?) basato su altri presupposti che vanno tenuti nascosti ai cittadini.



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