Rifiuti. Raccolta di prossimità? Inutile e costosa. Un esperto stronca Acam
Articolo di Carlo Ruocco
“La raccolta di prossimità? Un passaggio intermedio costoso e inutile”. Con questo giudizio senza appello Enzo Favoino, coordinatore scientifico di Rifiuti Zero Europa, uno dei più qualificati esperti di raccolta differenziata, ha stroncato l’essenza del piano industriale di Acam Ambiente di recente approvato dai comuni spezzini soci di Acam. Favoino ha espresso il suo autorevole parere nel corso dell’incontro al Chiostro di San Francesco organizzato venerdì dal Comitato Sarzana, che botta! a seguito dell’intervento del l’assessore all’ambiente di Sarzana, Massimo Baudone, che aveva brevemente illustrato la strategia del piano Acam: partire con la raccolta di prossimità per arrivare alla raccolta porta a porta entro la fine della legislatura. Baudone – con onestà – aveva sottolineato che Sarzana dipende da Acam.
Ma sono i Comuni a dover avallare (come hanno fatto) le strategie industriali dell’azienda pubblica.
La “raccolta di prossimità” – diciamolo in maniera meno diplomatica del professor Favoino – è una scelta sciagurata, perché significa che la nostra provincia non raggiungerà l’obiettivo del 65% di differenziata fissato dall’Europa per il 2012 nemmeno nel 2018, esponendo La Spezia e gli altri comuni a una procedura d’infrazione con forti multe.
Vi sono diversi metodi per attuarla: con postazioni fisse in strada, comne gli attuali cassonetti, o con postazioni mobili che raggiungono i quartieri in determinate ore della giornata. Ma indipendentemente dal metodo, è un flop.
Perché ne siamo tanto sicuri? Perché abbiamo fatto un’inchiesta indagando sulle città che hanno adottato tale metodica.
Pisa, l’esempio più vicino a noi. Ha avviato la raccolta di prossimità nel 2010 con un sistema di isole ecologiche mobili con motori elettrici. Nel 2011 la raccolta differenziata è arrivata al 40,26 per cento. Nel 2012 la città della torre pendente è addirittura andata indietro: 40,13 per cento.
Anche città delle Marche come Pesaro e Urbino hanno sperimentato la raccolta di prossimità con risultati deludenti. A Urbino, governata dal centrosinistra, sei consiglieri comunali del PD nel 2011 hanno proposto un ordine del giorno per passare al porta a porta in modo da inseguire l’obiettivo del 50 per cento nel 2012 e del 60 per cento del 2012. La conferma che col sistema della raccolta di prossimità oltre il 40 per cento è difficile andare.
Al contrario Levanto, come ha illustrato l’assessore Lapucci durante il convegno al Chiostro, in diciotto mesi è passato dal 26 al 70 per cento.
Sentiamo già l’obiezione (pronunciata a mezza voce anche dall’assessore Baudone): facile a Levanto, un paesino di qualche migliaio di abitanti …
Senza andare lontano prendiamo La Spezia. Sempre in diciotto mesi in due quartieri del Levante, quarantamila abitanti, la raccolta porta a porta è passata dal 25 al 65 per cento.
Allora perché puntare su una tecnologia che viene abbandonata da chi l’ha sperimentata? A questa domanda dovrà essere data una risposta. E’ un diritto dei 200 mila contribuenti serviti da Acam. E dovrà essere una risposta scientificamente documentata.