Decoro urbano: sindaco Cavarra è Acam il problema. Costa e non rende
Alessio Cavarra ha messo al primo punto del programma dei suoi cento giorni di esordio da sindaco di Sarzana il decoro urbano. Ha annunciato un investimento di 130 mila euro. Tanta roba per un bilancio comunale dissestato, che deve usare gli oneri di urbanizzazione del Piano Botta per coprire il buco della società Sarzana Valorizzazione Patrimonio (un milione e mezzo di euro tra interessi bancari e costi di gestione pur non avendo svolto in cinque anni alcuna attività). Il risultato è nelle foto che mostriamo: sconfortante.
Il problema è Acam. In consiglio comunale Cavarra ha criticato le gestioni passate di Acam e ne ha preso le distanze, quasi che lui non fosse in giunta tra il 2005 e il 2010, assessore al bilancio per giunta. Ma dopo aver tratteggiato il profilo di una società gestita male (poco ci mancava che parlasse di gestione clientelare, quale èeffettivamente sempre stata), Cavarra ha confermato di aver detto sì a un piano industriale di Acam che alla voce “Ambiente”, cioè rifiuti, prevede la raccolta di prossimità, cioè ancora cassonetti in strada, prima di arrivare alla raccolta porta a porta.
La raccolta differenziata di prossimità è fallita ovunque, nel senso che non riesce a garantire più di un 40% di recupero di materiali. L’Europa nel 2012 ci chiedeva di raggiungere il 65%. Acam è un’azienda decotta culturalmente, prima che finanziariamente. Insistere nel dire che è in gioco il destino di 900 famiglie significa nascondere che in gioco è la difesa di centinaia di privilegi clientelari (quattordicesime, indennità ad personam, straordinari in presenza di esubero di personale). Ma soprattutto è un’azienda che non si aggiorna. Proporre una metodica di raccolta che è fallita da Pisa a Pesaro a Urbino (come riferiamo in un altro articolo), abbandonata da anni da Torino, vuol dire che il suo management non si è aggiornato. Galleggia in una situazione di monopolio a spese dei contribuenti. E continuerà a vivere fino al 2033, secondo i nuovi patti.
Particolari di una vergogna che dura da mesi