Sarzana, che Botta!

« Non sapevano che fosse impossibile, allora l’hanno fatto »

Mark Twain


Il Comune blocca il pagamento a Mario Botta. Dubbi di legittimità sull’incarico

Alla fine l’archistar Mario Botta firmatario della variante al Piano di Via Muccini sarà pagato: esiste un contratto firmato tra lui e il Comune che l’architetto svizzero può far valere in ogni sede giudiziaria. Ma il segretario comunale Franco Caridi (e il commissario prefettizio Giuseppe Larosa) vuole vederci chiaro in tutta la pratica. A partire dalla procedura di affidamento dell’incarico a Mario Botta.

Mario Botta

Anomala, se vogliamo usare un eufemismo. La decisione di ingaggiare Botta non fu la conseguenza dell’espletamento di un concorso, come prevede la legge italiana, recependo una normativa europea sugli appalti e i concorsi. Botta fu indicato da Unieco e Abitcoop Liguria. La giunta comunale, presieduta da Massimo Caleo, si adeguò il 26 giugno 2007. Dispose all’ingegner Talevi di predisporre gli atti per l’incarico a Botta. Anzi sollecitò il dirigente dell’urbanistica a procedere senza indugi. La giunta fissò anche l’importo “dell’alta consulenza”: 50 mila euro. Ebbene la normativa europea (e italiana) prevedeva che per incarichi di consulenza superiori ai ventimila euro fosse obbligatorio il concorso. La norma non si può aggirare: ci sono sentenze del Consiglio di Stato prima del 2007 e dopo il 2008. E della Corte dei Conti: altrimenti si configura un danno erariale. Cioè chi paga Botta con soldi pubblici ne risponde. Un buon motivo per chi oggi dirige il Comune di fare chiarezza sulle responsabilità passate.
E Caleo e soci non possono dire che non sapevano. Proprio il Comitato Sarzana, che botta! nelle Osservazioni alla Variante di via Muccini aveva prodotto un parere dell’avvocato Rodolfo Furter, che richiamava l’ampia giurisprudenza amministrativa che sentenziava l’obbligo del concorso. Fecero spallucce. Non solo gli assessori, ma tutti i consiglieri comunali. E ora, chi paga?

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Data
venerdì, 12 aprile 2013

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