Sarzana, che Botta!

« Quando il committente di una città impone case con un’architettura omogenea , l’esito ci appare sordo: le facciate non rispecchieranno più le diverse inclinazioni del gusto individuale(...) ratio medesima della loro bellezza »

Marco Romano


Pare che Sarzana è ‘ndranghetista. Ma non lo vuole sapere

di Laura Lazzarini

24 giugno 2011. Il Tribunale di Genova emette un’ordinanza di custodia cautelare (qui) a carico di vari indagati per mafia, tra cui un residente a Sarzana. L’operazione viene definita “Maglio 3”.
Intercettazioni contenute nel documento rivelano che personaggi in odore di ‘ndrangheta, ben collocati sul territorio ligure, considerano Sarzana come “luogo d’autorità”. Le indagini individuano in “Compare Totò” il  capo del Locale di Sarzana: egli appare come persona in grado di “dirigere e organizzare il sodalizio, assumere decisioni rilevanti, impartire disposizioni o comminare sanzioni agli altri associati, partecipare ai summit e ai rituali di ‘Ndrangheta, curare i rapporti con altre articolazioni dell’associazione, dirimere contrasti interni ed esterni al sodalizio criminale”.

La notizia dell’arresto di Antonio Romeo genera uno scalpore momentaneo, destinato a sopirsi nel disinteresse generale. Nulla c’entra il nobile intento di voler tutelare un imputato ancora in attesa di giudizio: il pensiero diffuso è che la cosa non ci tocca, è estranea, è altro da noi, NON ESISTE. D’altra parte, a novembre del 2012, la sentenza di primo grado del processo “Maglio 3″che (pur ammettendo l’esistenza e l’operatività di ‘ndrine sul territorio) assolve tutti gli imputati, pare avallare questo modo di ragionare.
Il fatto non sussiste.  La vice presidente dell’Anm Anna Canepa dichiarerà: «Ho vissuto un’esperienza simile nel 1996 quando in primo grado sono stati assolti tutti i clan siciliani dal 416 bis poi il tutto è stato capovolto dalla Corte d’appello, e confermato in Cassazione». Il sindacato di polizia preciserà: “La mafia in Liguria c’è. Senza risorse, con tagli degli stipendi, dei mezzi e non solo è difficile svolgere attività investigativa e fornire elementi probatori alla Procura”.

A Sarzana la mafia non esiste? A riportare la nostra comunità con i piedi per terra ci ha pensato il Presidio Dario Capolicchio” di Libera. A causa del tragico caso che ha voluto legare la nostra città ai fatti di mafia di Firenze, proprio in Sarzana alcuni giovani hanno formato questo gruppo tenace: in onore di Dario e di un padre ancora straziato che sentono un po’ anche loro, non sono disposti a nascondere la testa sotto la sabbia.
Hanno lavorato, molto e bene, per tenere alta l’attenzione, producendo l’opuscolo “Una storia semplice – pare che Sarzana è ‘ndranghetista“, (qui nel pdf integrale),  che in occasione dell’incontro pubblico “Mafie nella terra della Luna”  è stato dato in dono ai presenti.
Un lavoro accurato, in cui continui salti temporali e di luogo (Roghudi > Domodossola > Sarzana) danno alla narrazione un senso di romanzesco, che potrebbe spingere il lettore a credere di essere immerso in una favola (ancorchè cruenta). Se non fosse per quel tragico elenco finale che, con la sua inesorabile consecutività, non lascia più spazio all’illusione che il nostro territorio possa davvero ritenersi estraneo.
E allora, se in sede giudiziaria la parola ‘ Ndrangheta non è stata posizionata in modo netto sulla nostra cartina, lo studio dei ragazzi di Libera si propone comunque di far riflettere sulla forte probabilità del radicamento di organizzazioni criminali a Sarzana e in Val di Magra e sulla necessità di mettere in atto un’azione di contrasto rigorosa da parte di istituzioni, associazioni e cittadinanza, perchè non ci si debba mai pentire di non averlo fatto.

Verrà presto il tempo di integrare queste pagine con uno sforzo di analisi, che si spinga a ricercare – numeri alla mano – il peso del radicamento mafioso nel sistema economico locale, che vada a mettere in luce, concretamente, i settori più esposti – dai traffici illegali di stupefacenti, armi, rifiuti, al delicato ciclo degli inerti e dell’edilizia, alle vaste speculazioni commerciali, al business inquietante del gioco d’azzardo e del riciclaggio di denaro – che ci richiami a un impegno coordinato di civile corresponsabilità. Rileggere insieme notizie di varia cronaca, vecchie di cinquant’anni, può essere interessante, non utile: non siamo qui a fare un pezzo di colore. Tentiamo di offrire un contributo di consapevolezza al pubblico dibattito

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L’elenco finale:

Quando, dove, chi

26 giugno 1965 – Santo Stefano Magra (SP): in una sparatoria restano coinvolti Francesco Siviglia, Fabio Romeo, Giovanni Trapani, Giuseppe Maesano e Fortunato Stelitano.

3 ottobre 1965 – Roghudi: subiscono un agguato a lupara Anna Zavettieri, Santoro Pangallo e Olimpia Trapani.

21 luglio 1968 – Domodossola: in una sparatoria restano coinvolti Antonio Maesano e Fabio Stelitano.

24 dicembre 1979 – Sarzana: un ordigno esplode nei pressi della casa di Rodolfo Furter, presidente di un consorzio per l’acquisizione di aree industriali in Valdimagra.

3 gennaio 1980 – Sarzana: un ordigno distrugge l’automobile di Ferdinando Pastina, presidente della Provincia della Spezia.

31 gennaio 1989 – Sarzana: due ordigni esplodono presso la rivendita di motocoltivatori di Ernesto Malabaila e presso il supermercato Supersidis di Enzo Franceschini.

6 febbraio 1989 – Sarzana: un ordigno esplode presso il laboratorio artigianale di Sebastiano Stelitano.

19 febbraio 1989 – Sarzana: un ordigno esplode presso il concessionario Renault di Valerio Morachioli.

2 maggio 1989 – Sarzana: un ordigno esplode nuovamente presso il concessionario Renault di Valerio Morachioli.

1 giugno 1993 – Domodossola: l’operazione BETULLA porta in carcere quarantaquattro persone, accusate di aver costituito un’organizzazione diretta emanazione della ‘ndrangheta calabrese.

25 settembre 1993 – Sarzana: nell’operazione POLVERE vengono fermati Carmelo Romeo, Antonio Polverino, Maria Magazzù, Dario Troiano, Roberto Troiano e Roberto Bordigoni.

31 maggio 1994 – Sarzana: vengono fermati Carmelo Romeo, Vincenzo Romeo e Pietro Romeo a seguito del rinvenimento di un arsenale di armi presso l’abitazione del primo.

11 ottobre 1994 – Roccaforte del Greco: viene assassinato Giovanni Pangallo, del gruppo Pangallo – Maesano – Favasuli, durante la faida di Roghudi.

24 novembre 1999 – Domodossola: scatta l’operazione ASSO, contro le infiltrazioni ‘ndranghetiste in Valdossola.

14 settembre 2000 – Massa e Carrara: nell’operazione SCILLA vengono arrestate ventisei persone accusate di essere un’articolazione della cosca ‘ndranghetista Iamonte, legata a una cellula della camorra presente in Lunigiana. Coinvolto tra gli altri Carmelo Pangallo.

26 settembre 2000 – Arcola (SP): Francesco Nucera, collaboratore di giustizia fondamentale per l’operazione BETULLA, muore in circostanze poco chiare all’interno di una betoniera che si accende spontaneamente.

23 giugno 2001 – un’informativa del ROS dichiara la presenza di un locale di ‘ndrangheta a Sarzana.

5 settembre 2001 – Ameglia (SP): vengono fermati Carmelo Romeo, Bruno Bugliani, Luciano Miglio, Renato Mosconi, Davide Bartoli, a seguito del ritrovamento di due tonnellate e mezzo di hashish.

9 maggio 2007 – Albiano Magra (MS): si consuma un tentativo di estorsione ai danni della ditta Mauro Costa SRL, per cui vengono indagati Giuliano Romeo, Daniele Faenza, Leone Stelitano, Angelo Tripodi.

31 dicembre 2009 – Reggio Calabria: scatta l’operazione NUOVO POTERE.

22 marzo 2011 – La Spezia: nell’operazione PEZZI DI CUORE a cura della Squadra Mobile della Spezia restano coinvolti Carmelo Romeo, Santoro Romeo, Antonino Parisi, Angela Pangallo, Bruno Sedioli, Mauro Meriggi, Luca Berlinghieri.

24 giugno 2011 –  scatta l’operazione MAGLIO 3.

http://www.libera.it

 

 

 

 

 

 

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Data
sabato, 9 marzo 2013

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