Sarzana, che Botta!

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. »

Margaret Mead


Le alluvioni non vengono per caso. Incontro con Nicola Casagli e Michele Bolla Pittaluga

Sappiamo che è difficile per chi convive con le alluvioni ascoltare le parole razionali degli esperti. Meglio le promesse demagogiche dei politici.
Sappiamo che per i politici è più facile fare promesse demagogiche che illudono la gente, piuttosto che ascoltare gli esperti per ridurre il rischio.

Ma noi siamo ostinati, testardi. E continuiamo a provarci. Per questo proponiamo per venerdì 15 marzo alle ore 17,30 al Loggiato Gemmi un incontro con due eminenti studiosi delle alluvioni, delle loro cause. Studiare: un passaggio obbligato per individuare i rimedi.

Abbiamo invitato Nicola Casagli, docente di geologia tecnica e geologia applicata alla facoltà di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, e Michele Bolla Pittaluga, docente di ingegneria idraulica al Dicat di Genova, che col professor Giovanni Seminara ha studiato la foce del fiume Magra.

Casagli affronterà il tema: “Dissesto idrogeologico: la Val di Magra e altre storie”.

Bolla Pittaluga: “Evoluzione del fondo nei corsi d’acqua durante le piene: implicazioni per la difesa del Magra”.

Siccome il Magra e il Vara sono anche un patrimonio ambientale prezioso per la nostra economia, abbiamo invitato il presidente dell’Ente Parco, Francesco Pisani. “Salvaguardare il fiume, ridurre il rischio”, è il tema che gli abbiamo affidato.

Il confronto e il dibattito saranno coordinati da Mauro Chessa, vicepresidente della Rete dei Comitati per la difesa del territorio, a cui il Comitato Sarzana, che botta! aderisce.

Il convegno cade esattamente a un anno di distanza dall’incontro di studio tenuto nel chiostro della chiesa di San Francesco con il professor Massimo Rinaldi dell’Università di Firenze e l’ingegner Alessandro Fignani dell’Autorità di Bacino.
Cosa è cambiato da un anno a oggi? Nella bassa Val di Magra è esondato il Parmignola. Alla foce del Magra sono iniziati con lentezza e ritardo i lavori per la costruzione di argini bassi. Lungo il corso del Vara la Provincia ha programmato 32 interventi di dragaggio dell’alveo, nonostante i rilevamenti effettuati col Lidar avessero mostrato un alveo eroso e non sovralluvionato.
Regione e Provincia dicono di non avere denari per altri interventi. Però la Regione ha stanziato 670 mila euro per finanziare una strada a Tavolara, nel deserto.
E’ un esempio. Ce ne possono essere altri.
Non hanno accontentato i comitati degli alluvionati, che continuano a invocare dragaggi.
Non hanno ascoltato il Comitato Sarzana, che botta! che invoca uno studio di bacino con le metodiche più moderne prima di stabilire cosa fare, non esclusi i dragaggi o il taglio dei boschetti in alveo.
Intanto le alluvioni non attendono i tempi dei politici. E neppure vengono per caso.

 

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Data
sabato, 9 marzo 2013

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