Sarzana, che Botta!

« Non sapevano che fosse impossibile, allora l’hanno fatto »

Mark Twain


Il Comitato festeggia i quattro anni e si chiede: “Sarzana, dove vai?”

“Sarzana, dove vai?”. E’ il tema della festa del quarto compleanno del Comitato “Sarzana, che botta!”, che si terrà sabato pomeriggio alle 18 nel salone del Chiostro di San Francesco.
Sarà, secondo tradizione, un’occasione per fare il punto sull’attività dell’associazione impegnata in prima linea sui temi della tutela dell’ambiente e del paesaggio sarzanese, della qualità della vita, dello sviluppo non distorto dell’economia locale. Ma sarà anche l’occasione di una festa conviviale con cena/buffet a base di torte e dolci tipici lunigianesi e regionali preparati dai soci del Comitato, che farà seguito all’assemblea per la quale è richiesta la prenotazione al numero 3381585006 entro venerdì mattina.

Cinque i filoni di temi che attualmente vedono impegnato il Comitato.

Innanzitutto i problemi che il cantiere del Piano Botta stanno evidenziando, con un pericolo idrogeologico sottovalutato. Il Comitato, oltre al ricorso al TAR, sta preparando una segnalazione alla Regione. Sono a rischio i parcheggi privati e pubblici e gli oneri di urbanizzazione vengono dirottati a coprire i buchi del bilancio comunale e della società Patrimonio e Servizi, che da sola ha creato una voragine di un milione e seicentomila euro in cinque anni. Per tutta la zona si profila il caos. Inoltre nel cantiere di via Muccini non si sono visti al lavoro più di una decina di operai, prevalentemente giunti da fuori, a parte un paio di dipendenti delle ditte di escavazione.

Il raddoppio del Centro Luna coincide con il momento di maggior crisi del commercio tradizionale sarzanese. I profitti, che un tempo rimanevano a Sarzana, sono spartiti dai grandi gruppi commerciali del Nord, che concedono solo posti di lavoro precari e malpagati.

La città è sporca e la raccolta differenziata dei rifiuti non decolla. Sarzana, che negli anni Novanta era tra i primi posti in Liguria per la differenziata, ora è un fanalino di coda. C’è il rischio di forti multe dell’Unione Europea. E qualcuno ripropone di bruciare i rifiuti nella centrale Enel con ricadute di inquinamento che toccherebbero anche la vallata.

Infine il fiume. Il suo alveo è stato ed è ancora oggi oggetto di selvaggia speculazione. Nessuno studio è stato fatto per tutelare le popolazioni e garantire al fiume un naturale procedere verso il mare. Si tollerano le escavazioni sul Vara senza un piano organico.

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Data
mercoledì, 13 febbraio 2013

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