Cantiere di via Muccini: ignorate le norme antisismiche. Esposto alla Procura
Per tre mesi al cantiere di via Muccini si è scavato, collocato palancole, avviato opere strutturali di cemento armato senza alcuna attestazione sismica, cosa vietata ai normali cittadini e imprenditori. Proprio per rispetto del principio costituzionale, secondo cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, e per un problema di tutela dell’incolumità pubblica il Comitato Sarzana, che botta! il 28 novembre ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica. La decisione di rivolgersi alla magistratura è stata presa dopo che l’Ufficio sismico della Provincia ha certificato che alla data del 16 novembre non era avvenuto alcun deposito di carte da parte delle cooperative e dell’impresa Valle.
Le ipotesi di reato
L’ipotesi di reato è la violazione degli articoli della sezione II del Testo Unico dell’Edilizia (DPR n. 380 del 6 giugno 2001), che reca il titolo “Vigilanza sulle costruzioni in zone sismiche”. All’articolo 93 il decreto prevede che “chiunque intenda procedere a costruzioni” deve presentare all’ufficio sismico provinciale i progetti con i calcoli strutturali.
Secondo l’attestato dell’Ufficio sismico provinciale del 16 novembre scorso le Cooperative Primo Maggio e Due Dicembre del Consorzio Abitcoop Liguria di Genova e l’impresa Valle s.p.a., pure di Genova, non avevano ottemperato al dettato della legge.
In base al decreto legge 380 del 2001 l’ufficio sismico provinciale avrebbe dovuto ordinare la sospensione immediata dei lavori e segnalare all’autorità giudiziaria la violazione di una norma penale. Per quanto è dato di sapere l’ufficio sismico provinciale si sarebbe limitato a segnalare la circostanza all’ufficio urbanistico del Comune di Sarzana. Il deposito all’ufficio sismico della Provincia del progetto strutturale dei palazzi in costruzione è avvenuto soltanto il 21 dicembre scorso (Piano Botta Deposito sismica Comunicazione Provincia. L’inchiesta della Procura dovrà accertare se e da chi sono state violate le norme penali del Testo Unico dell’edilizia.
Le norme antisismiche e gli obblighi di vigilanza ignorati
Quando nella settimana tra il 20 e il 27 settembre scorso gli escavatori entrarono in funzione in via Muccini e i martelli iniziarono a ficcare nel terreno palancole d’acciaio alla profondità di quattro metri, per gli abitanti di via Ronzano e di via VIII Marzo cominciò l’inferno: tavoli che tremavano, suppellettili che cadevano, impossibilità di attendere alle normali attività domestiche, professionali o di studio nelle stanze che si affacciano sul cantiere. Inutilmente dai residenti fu invocato l’intervento delle forze dell’ordine, dei vigili urbani, sempre occhiuti nel reprimere i piccoli abusi edilizi.
Il sindaco Massimo Caleo rassicurò tutti: l’Arpal aveva verificato che l’intensità dei rumori rientrava nei limiti di legge. Non è dato di sapere se il sindaco abbia fatto verificare ai vigili urbani la regolarità dell’attività di cantiere. Pare di capire che né l’ufficio tecnico, né la polizia municipale siano stati solerti nel compiere le verifiche.
Le attività di scavo e di collocazione delle palancole per costruire i muri di contenimento infatti erano iniziate senza che fosse stato depositato presso l’ufficio sismico della Provincia alcun progetto strutturale. Il deposito è avvenuto soltanto il 18 dicembre scorso negli uffici comunali e il 21 dicembre in Provincia. Dunque il Comune sapeva che la “sismica”, come gergalmente viene chiamata la pratica, non era stata presentata.
Gli obblighi dei pubblici ufficiali
Eppure il DPR 380 del 6 giugno 2001 (Testo unico dell’edilizia) parla chiaro. All’articolo 93 (vigilanza sulle costruzioni nelle zone sismiche) stabilisce che “chiunque intenda procedere a costruzioni” deve darne preavviso agli uffici competenti e presentare un progetto contenente il fascicolo dei calcoli strutturali. La violazione di questa norma prevede una sanzione penale. Consiste in un’ammenda che può variare dai 206 ai 10.329 euro: noccioline per chi sta realizzando un business da oltre cento milioni di euro.
Più delicata dal punto di vista penale è la posizione di chi è preposto alla vigilanza. In base all’articolo 103 (Vigilanza per l’osservanza delle norme tecniche) l’obbligo di “accertare che chiunque inizi costruzioni, riparazioni e sopraelevazioni sia in possesso dell’autorizzazione del competente ufficio tecnico (provinciale)” è in capo a “gli ufficiali di polizia giudiziaria, gli ingegneri e geometri degli uffici tecnici delle amministrazioni statali, regionali, provinciali e comunali, le guardie doganali e forestali, gli ufficiali e i sottufficiali dei Vigili del fuoco e in generale tutti gli agenti giurati a servizio dello Stato, delle provincie e dei comuni”.
Insomma tutti coloro che, rivestendo incarichi di pubblici ufficiali, sono stati chiamati dagli abitanti nei giorni del “terremoto” a verificare quanto stava accadendo o che hanno avuto un ruolo nelle procedure edilizie avevano l’obbligo di accertare se i lavori erano iniziati con le prescritte autorizzazioni sismiche.