Sarzana, che Botta!

« Quando il cittadino è passivo è la democrazia che s’ammala »

Alexis de Tocqueville


Fiume, blocco delle costruzioni nelle zone rosse: sindaci contrari

di Carlo Ruocco

Il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino, un organismo spurio che vede la commistione di politici e tecnici, ha bloccato la proposta del Comitato Tecnico della stessa autority di congelare da uno a tre anni le nuove edificazioni e la realizzazione di parcheggi a raso nelle “zone rosse”, cioè nelle aree soggette a esondazioni con periodicità trentennale. Dunque aree ad alto rischio. La proposta di congelare tutte le costruzioni, anche quelle già previste da strumenti urbanistici vigenti, è stata approvata dal Comitato Tecnico il 24 luglio scorso. Obbedisce a una logica stringente. L’alluvione dello scorso anno ha dimostrato che il Piano d’ambito idrogeologico (PAI) è stato in parte superato dalla violenza degli eventi, che ha evidenziato per alcune aree un rischio ben più elevato di quello previsto. Dunque è importante e urgente aggiornare il PAI con i nuovi dati, in base ai quali potrebbero essere valutate inedificabili aree che fino al 25 ottobre dello scorso anno erano edificabili. Ma un PAI non si aggiorna in 48 ore. E se nel frattempo chi ha maturato il diritto a costruire in quelle aree a rischio, edifica? Addio prevenzione del rischio invocata dai professori delle università di Genova e Firenze al convegno inter-universitario.

Il cantiere del centro commerciale a Romito Magra. Zona esondata il 25 ottobre 2011

Il 27 luglio la proposta del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino del Magra è stata portata all’esame del Comitato Istituzionale, l’organismo tecnico-politico ligure-toscano (oltre ai sindaci e alla Provincia c’è anche Claudio Burlando) che ha il vero potere decisionale. Ebbene la Regione Toscana, che ha adottato con legge regionale la sospensione di tutte le costruzioni nelle nuove aree esondate, ha sollevato un dubbio di natura giuridica, incontrando subito il convinto sostegno dei sindaci del Magra, parte ligure. Per colmo di paradosso da novembre in Liguria, se non interviene qualche norma di salvaguardia come quella proposta dal Comitato Tecnico, si potrà ricominciare a costruire anche nelle nuove aree esondate un anno fa.
I dubbi “giuridici” della Regione Toscana ha aperto la strada al congelamento della proposta per un “necessario approfondimento legale”.
La sconcertante decisione è stata tenuta rigorosamente segreta. Se ne sarebbe dovuto riparlare a settembre, ma la riunione del Comitato Istituzionale continua a slittare. Nel frattempo nelle “zone rosse” sarà possibile dare il via alle costruzioni già previste nei piani urbanistici, nelle varianti, negli strumenti attuativi o addirittura già autorizzate dai Comuni.
Ma quali sono i dubbi “giuridici” dei nostri politici? Temono possibili ricorsi con richieste di risarcimento di danni ai Comuni da parte dei proprietari dei terreni delle zone rosse, che erano riusciti negli anni passati a strappare scellerate previsioni di edificare in aree a rischio. Sono gli stessi imprenditori che ad alluvione avvenuta strillano per chiedere i danni delle esondazioni. E che i contribuenti pagano con le accise sui carburanti.
Ma siamo così sicuri che di fronte alla catastrofe di un anno fa gli speculatori delle “zone rosse” troverebbero qualche giudice che bocci un blocco delle costruzioni per uno o tre anni per motivi di pubblica incolumità?
Mentre i politici si affannano a trovare cavilli per garantire i diritti edificatori della speculazione più cinica, gli studiosi della materia delle università di Genova e Firenze riuniti a convegno nell’anniversario dell’alluvione (il programma è qui Alluvione Convegno su Mitigazione e adattamento 5 novembre 2012 ) si affannano a fornire ricette per limitare i rischi. E’ il caso di direcon amarezza ….. pura accademia.

 

Facebook

Informazioni sull'articolo

Data
lunedì, 5 novembre 2012

Sezione

Tags

1 commenti per “Fiume, blocco delle costruzioni nelle zone rosse: sindaci contrari”


  1. Maria Teresa Evangelisti says:

    Perché non proporre per le autorità che firmano i progetti che rispondano con responsabilità? Se nei 10 anni successivi alla costruzione si avranno danni dovuti alla posizione/condizione geo-ambientale i firmatari dei permessi risponderanno direttamente
    . Che gli amministratori imparino a dire no agli interessi particolari in difesa del bene pubblico altrimenti che ci stanno a fare? A casa!!! Se non sanno tutelare i veri interessi dei cittadini



Lascia un commento