Alluvione, Protezione civile alla paralisi. Per le promesse (e le bugie) tempo scaduto
A un mese dall’inizio dell’autunno gli interventi per mettere in sicurezza gli abitanti del basso corso del fiume Magra sommano a zero.
Per quelli previsti sul Vara non se ne conosce l’efficacia della progettazione (non è stata verificata da alcuna autorità di controllo con competenze in idraulica fluviale) e lo stato di attuazione.
Se il 25 ottobre 2011 ha prodotto il caos in vallata, la paralisi delle istituzioni, a cominciare dall’alto commissariato per la protezione civile per la Liguria, retto dal presidente della Regione Claudio Burlando, sta provocando un caos dalle prospettive ancora più disastrose.
Né ci si può nascondere sempre dietro il solito alibi: mancano le risorse. Le accise sui carburanti quanto hanno reso? E gli introiti come sono stati spesi?
Un rendiconto trasparente è da rivendicare come un diritto dei contribuenti liguri a essere informati.
L’assessore regionale alle infrastrutture Raffaella Paita è riuscita a occupare le cronache dei giornali in questi mesi con annunci di stanziamenti per opere infrastrutturali post alluvione, incontri, tagli di nastri. In larga prevalenza si è trattato di ripristino di vie di comunicazione. Sicuramente opere importanti.
Più importanti della sicurezza dei centri abitati? Nella destinazione di scarse risorse finanziarie secondo quali priorità si è operato? Il presidente Burlando quali indicazioni operative ha dato?
All’inaugurazione del ponte prefabbricato della Colombiera il presidente della Regione si è esercitato nel solito giochino dei politici di scaricare le responsabilità dell’immobilismo sull’Autorità di Bacino. Burlando non ricorda il proverbio: le bugie hanno le gambe corte.
Quelle dei politici le hanno sempre più cortissime. E per le promesse il tempo è scaduto.
I cittadini ormai sono avveduti. I Comitati degli alluvionati per un po’ hanno ascoltato i pifferai magici della politica nostrana. Poi sono andati all’Autorità di Bacino per chiedere conto. E hanno preso atto di una realtà tutta diversa: quei tecnici, che conoscono il fiume meglio di ogni altro, sono sempre stati emarginati. Loro non tengono comizi, parlano con atti, con studi scientifici. Talvolta, diciamolo, con eccessiva prudenza e timidezza rispetto alle tracotanti bugie dei politici.
Oggi alla vigilia dell’autunno è il commissario straordinario Burlando a dover dar conto degli interventi fatti da tutta la catena della protezione civile da lui diretta o controllata, di come sono stati spesi i soldi dei cittadini prelevati attraverso la tassazione dei carburanti.
Ce lo deve in nome della democrazia, che richiede trasparenza e la buona regola che i governanti rispondano delle loro azioni ai governati. Coraggio presidente.