Sarzana, che Botta!

« Il fine di ogni associazione è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo: libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all’oppressione »

Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789


Cinque anni fa lo scandalo “Botta”: un piano pubblico deciso dai privati

di Carlo Ruocco
Oggi 26 giugno ricorre il quinto anniversario dell’incarico all’architetto ticinese Mario Botta di redigere una variante al piano particolareggiato di via Muccini e piazza Terzi. Il 26 giugno 2007 infatti con la delibera numero 98 la giunta comunale guidata da Massimo Caleo decideva di travestire da piano particolareggiato d’iniziativa pubblica  i programmi privati del consorzio delle cooperative Abitcoop Liguria e Unieco con buona pace del primato della pianificazione territoriale comunale e dell’autonomia dei poteri pubblici dagli interessi privati.

Botta, un piano pubblico deciso dai privati

Tre mesi prima la scelta dell’Amministrazione Caleo era stata anticipata da Abitcoop Liguria nel suo bilancio di previsione 2007. In quattordici righe veniva illustrata con straordinaria preveggenza la decisione che la giunta comunale avrebbe assunto.
Questo il testo del bilancio Abitcoop Liguria:
<A Sarzana Abitcoop su incarico delle cooperative La Marina, Primo Maggio ’85 e Unieco sta coordinando un intervento di riqualificazione urbana di grande interesse per la dimensione, per la localizzazione e per aver scelto come obiettivo prioritario la determinazione di una sintesi tra socialità e qualità. Il progetto ideato dall’architetto di Lugano Mario Botta prevede sull’area di 22.272 metri quadrati la costruzione di circa 130 appartamenti oltre ad uffici e spazi commerciali. La realizzazione di questo intervento consentirà al Comune di riqualificare un’ampia area pubblica limitrofa a via Muccini nella quale potrà essere localizzato il principale nodo di interscambio della città che connetterà ferrovia, trasporto pubblico locale e parcheggi>.
A corredo dell’annuncio i disegni dei palazzi ad arco retto firmati dal Grande Maestro ticinese, perfettamente identici ai render che entreranno a far parte della Variante “pubblica”.

Prima che la Giunta Caleo decidesse la Variante, Abitcoop aveva già deciso!

Per le cooperative la disposizione di legge che indica nel consiglio comunale il titolare della politica di pianificazione territoriale è un dettaglio di nessun conto. Erano talmente sicure che come Reggio Emilia ordina, Sarzana esegue, da non aver pudore alcuno.
Infatti la giunta il 26 giugno 2007 delibera di incaricare Mario Botta quale “alto consulente” per il Piano. Ovviamente non compete alla giunta nominare i “consulenti”. Per giunta senza concorso di evidenza pubblica, obbligatorio per legge, trattandosi di un incarico da 50 mila euro più Iva. Incurante delle leggi la giunta “dispone” che il dirigente dell’ufficio urbanistico proceda negli atti d’incarico e lo “sollecita” a trovare gli accordi. In tal modo l’architetto dei privati diventa l’urbanista del Comune.
Fosse successo con Ligresti a Milano sarebbero saliti sulle barricate politici rossi, verdi, arancioni, turchini, tricolori, libertari e giustizialisti. Per non parlare della Procura della Repubblica.
Per Sarzana vale ancora la celebre frase del granduca di Modena Francesco IV: <Se volete fare quello che vi pare, andate a Sarzana>.
A Boccadasse (Genova) Abitcoop Liguria annunciò un analogo intervento. L’insurrezione della popolazione del borgo indusse la giunta di Marta Vincenzi a fare marcia indietro. Le cooperative sapevano che a Sarzana non ci sarebbero stati problemi neppure in consiglio comunale, che due anni più tardi vota secondo precisi ordini di scuderia.
Non prevedevano le cooperative e la casta politica della città che sarebbe sorto un agguerrito comitato dal nome ironico “Sarzana, che botta!”. E’ proprio vero: i soldi non possono tutto.

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Data
martedì, 26 giugno 2012

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