Dragaggi, 300 mila euro in consulenze. Giacomelli si difende: “Ho limitato gli scavi”
Intervista di Carlo Ruocco
La Spezia. 11.5.2012.
“Ho avuto il merito di aver contenuto a cinque località i punti in cui intervenire a dispetto di 28 richieste”. Maurizio Giacomelli, assessore alla Difesa del suolo della Provincia, tenta di limitare il danno d’immagine per lui e per il suo ente dopo lo stop imposto dalla Corte dei Conti alle escavazioni nel Vara. Invocare la somma urgenza a sei mesi dall’alluvione per evitare le gare, per assegnare i lavori di escavazione alle ditte locali, per evitare i controlli di Regione e Autorità di Bacino è apparsa ai giudici contabili procedura troppo disinvolta per passare sotto silenzio.
“Erano interventi partiti come somma urgenza, ma che hanno richiesto tempo perché io ho voluto condividerli con il Parco e l’Autorità di Bacino”, afferma.
Sta dicendo che aveva acquisito i pareri favorevoli dei due enti?
“No, un assenso scritto non c’è. Lunedì abbiamo una riunione in Regione sarà l’occasione per avere il parere. Prima si sono dichiarati non competenti per gli interventi di somma urgenza”.
La Regione ha avallato la procedura bocciata dalla Corte?
“La dirigente Minervini ci aveva detto che non dovevamo essere autorizzati. Poi ha cambiato parere in tre righe”.
Quali studi sono stati effettuati per stabilire dove intervenire, per valutare le quantità da asportare?
“Intanto vorrei sottolineare che non sono dragaggi. Non avremmo estratto inerti sotto il pelo dell’acqua. Ci si sarebbe concentrati sui sovralluvionamenti per togliere il materiale in più accumulato dalla piena e per risagomare l’alveo dove c’è pericolo per i centri abitati e le attività produttive. Di 600 mila metri cubi movimentati solo 300 mila sarebbero stati prelevati dalle ditte, tutte locali, per compensare tutto il lavoro di risagomatura”.
Chi ha stabilito dove scavare?
“Sono stati effettuati rilievi dai nostri uffici e da sette studi professionali diversi. Ci sono costati 300 mila euro. Vi è una relazione globale sulla valutazione d’incidenza dell’ingegner Giacomazzi e una relazione scientifica dell’ingegner Settesoldi, che aveva già lavorato al Piano di Bacino. Ha chiarito che l’asportazione di litoidi non avrebbe avuto influenze sulle località a valle e sulle spiagge”.
Quali tecniche sono state seguite per individuare i sovralluvionamenti?
“Hanno utilizzato i precedenti studi sulle sezioni del Vara e del Magra individuate a suo tempo dall’Autorità di Bacino”.
Sono stati utilizzati i rilievi aerei effettuati gratuitamente dalla Regione Friuli?
“Penso di no. Sono in possesso della Regione”.
Come mai non avete usato le competenze della Regione e dell’Autorità di Bacino?
” Non so se fossero disponibili”.
A sei mesi dall’alluvione non ritiene che avreste dovuto procedere con uno studio più organico su tutto il bacino?
“Un aggiornamento del Piano di Bacino va fatto. Lunedì in Regione penso che se ne parlerà”.
I Comitati alluvionati del Magra si sentono traditi perché non procedete con dragaggi alla foce.
“Abbiamo effettuato rilievi sul tratto terminale del fiume. Ebbene la forza della piena del 25 ottobre ha favorito la rimozione del materiale ghiaioso nel tratto terminale del fiume. Se siamo riusciti a far uscire il cacciamine è perché la piena ha portato fuori il materiale. Vero è che la situazione in sponda sinistra intralcia l’attività nautica. Lì si deve intervenire. Io sono d’accordo per i due canali proposti dal profedssor Seminara. Ma non abbiamo risorse”.
a proposito di fiume Magra… nei giorni scorsi ho visto che stavano facendo dei carotaggi sulla riva del fiume a Sarzana di fianco al vecchio ponte della ferrovia in mattoni, possibile che stiano progettando un nuovo ponte ferroviario?
Grazie per la segnalazione. Proviamo a informarci. Il verbo “provare” è obbligato dalla scarsa trasparenza che connota quasi tutti i siti pubblici. Anzi, se qualche bravo internauta riesce a scovare informazioni relative alla segnalazione di Francesco e a scaricare un atto o un progetto, lo ospiteremo volentieri. Carlo Ruocco