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Amianto, lana di vetro o lana di roccia? Via Muccini, allarme per i detriti

di Carlo Ruocco

Sarzana, 31 marzo 2012

Un cumulo di detriti di via Muccini

La segnalazione ci è arrivata da un abitante dei palazzi di via Muccini: “Tra le macerie nell’area del Piano Botta ci sono tubi di vecchi impianti di riscaldamento rivestiti d’amianto. Sono identici a quelli che si usavano a bordo delle navi”.
Abbiamo chiesto perché non segnalava la circostanza ai vigili. La risposta, quella ormai in voga in questa città: “Io col Comune ci lavoro. Non mi posso esporre”.

Siamo andati in via Muccini, armati di macchina fotografica per avere il conforto delle immagini, dal momento che stanno sgomberando le macerie dopo almeno quindici giorni che sono accumulate lì, esposte ai quattro venti. Quanto abbiamo visto e fotografato è per lo meno inquietante. Nell’area sul lato destro della strada in direzione Arcola tra una catasta di detriti sono visibilissimi diversi metri di vecchi tubi arrugginiti, rivestiti di un materiale fibroso, fasciato da una sorta di bendaggio bianco.

Il materiale fibroso che avvolge i vecchi tubi

Quella specie di lana grigiastra è amianto? Non siamo del mestiere. Gli unici riferimenti che abbiamo sono i tubi del vecchio impianto di riscaldamento centralizzato di un palazzo Anni Sessanta del centro città. Sono fasciati allo stesso modo, racchiudono amianto. Esperti ci hanno detto che è il più pericoloso: le fibre possono disperdersi nell’aria e guai a respirarne una: mesotelioma pleurico assicurato. Non c’è scampo. Per smaltire un centinaio di metri di tubi una ditta ha chiesto 40 mila euro più Iva per rimuoverlo in sicurezza. Un altro riferimento sono i tubi di riscaldamento delle navi da guerra. In Arsenale li accumulavano in un’area che il procuratore Rodolfo Attinà fece sequestrare e mettere in sicurezza.

Le protezioni sono rotte in più punti

Mentre fotografavamo, passa un architetto di lungo corso. Stava andando alla Spezia ad ascoltare il procuratore di Torino Giancarlo Caselli che parlava di mafia e legalità. Si ferma. “Cosa succede?”.

Mostriamo la “scoperta”.

“Bisognerebbe analizzarla da vicino – ci dice – Potrebbe essere amianto in forma fibrosa o lana di vetro”.

Domando da profano: ma la lana di vetro non è entrata in edilizia negli anni Settanta? Queste costruzioni erano antecedenti.

“E’ vero” – risponde – “Ma è sempre difficile da lontano dare una risposta certa”.

Indirizziamo l’obiettivo sull’altro lato della carreggiata. Altri cumuli di rifiuti, ma di diversa natura. Alcuni sembrano stracci bruciati. Ci sono detriti di ogni tipo. In lontananza verso la variante Cisa c’è un mezzo meccanico al lavoro. Sta abbattendo altre costruzioni.

Una ruspa al lavoro ieri in via Muccini

Arriva un anziano geometra. Lui gli impianti di riscaldamento negli edifici del dopoguerra li ha progettati.
“A vederlo così è amianto. Era normalmente usato in edilizia come isolante”, sentenzia sicuro.

Il dubbio resta. Chiediamo a un ingegnere, esperto d’impianti industriali, mostrando le foto.
E allarga il campo delle ipotesi: “Potrebbe essere lana di roccia. Per via dell’epoca mi sembra meno verosimile la lana di vetro”.

Incontriamo una coppia di vigili urbani e segnaliamo la circostanza. Ci spiegano che la competenza è dell’ufficio d’igiene pubblica dell’Asl. Non ci resta che attendere lunedì le rassicurazioni del direttore del cantiere e di qualche autorità preposta. Agli atti resteranno solo le nostre foto, perché quei detriti – mortali o no che siano – dopo oltre due settimane saranno rimossi.

 

Un'altra immagine del materiale sospetto

 

 

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Data
sabato, 31 marzo 2012

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3 commenti per “Amianto, lana di vetro o lana di roccia? Via Muccini, allarme per i detriti”


  1. Stefano says:

    Mi sono imbattuto per caso in questa pagina; non credo che il rivestimento dei tubi fosse amianto, sembrerebbe piuttosto lana di stracci, infatti si intravedono fibre colorate a differenza dell’amianto che è esclusivamente grigio e ha una consistenza più solida e friabile.

  2. Il comitato says:

    La inviterei volentieri a visitare l’ex vano caldaia centralizzata del palazzo dove abito. Comunque avevamo chiesto, invano, a organi di controllo di verificare quel materiale. Il più solerte, il Corpo Forestale, giunse dopo quindici giorni la nostra segnalazione corredata con foto, per l’esattezza il giorno successivo la rimozione. Gli altri (Asl e Polizia municipale) devono ancora arrivare adesso. Carlo Ruocco

  3. Stefano says:

    Immagino cosa ci sia nel locale di cui parla, ma ciò che si vede nelle immagini sembra somigliare a questo:
    http://www.audiokit.it/ITAENG/AltopAccess/AttPress/DCP_8173-1.JPG



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