Sarzana, che Botta!

« Nessun dolore resiste quando uno, destandosi tre mattine di seguito, ha nella faccia lo splendore vivificante del sole che sorge »

Le Corbusier


Piano Botta e occupazione. Al lavoro sette geometri: sono tutti genovesi

di Carlo Ruocco

Hanno forato i terreni, per saggiarne la consistenza e la struttura, e si sono levate due colonne d’acqua. Hanno affisso perentori avvisi sui portoni dei palazzi per annunciare i sopralluoghi di un pool di geometri negli appartamenti e si sono visti chiudere le porte in faccia.
Come non bastasse venerdì la forte scossa di terremoto ha rinnovato il monito: Sarzana è territorio sismico di seconda classe.

Sul terreno del parcheggio sterrato sorgerà uno dei palazzoni Botta ad arco retto. Sotto ci sarebbe una falda o l'antico letto del Calcandola.

L’avvio degli atti preliminari per l’attuazione del “Piano Botta” non poteva essere più travagliato. In un “botto” solo sono state messe a nudo l’approssimazione dei rilevamenti geologici, la superficialità di tutti coloro (politici e tecnici) che hanno avallato l’iter di approvazione del Piano senza curarsi di acquisire il parere preventivo (obbligatorio per legge) dell’Ufficio sismico regionale.
Buon ultimo il pool di tecnici che la cooperativa 2 Dicembre ha messo in campo fa piazza pulita della demagogia che ha accompagnato l’iter del Piano in consiglio comunale. Vi ricordate gli assessori e i consiglieri di maggioranza tutti protesi a difendere il progetto che avrebbe dato lavoro ai giovani diplomati e laureati sarzanesi? Ve li ricordati gli interventi che dileggiavano il Comitato Sarzana, che botta! “intellettuali salottieri, insensibili ai problemi dei disoccupati”? Ve lo ricordate l’accorato sfogo del sindaco Caleo stanco di ricevere richieste di un posto da commesso nei tanti ipermercati da parte di diplomati e laureati? E le sue minacce? “Chi coltiva ricorsi al TAR si assume la responsabilità della perdita di occasioni di lavorlo per i nostri giovani e sarà chiamato a rispondere”.
Ebbene eccoli serviti questi tribuni della retorica del “cemento = sviluppo = posti di lavoro”.

Questi i nomi dei sette geometri messi in campo in questa prima fase e la loro provenienza: Luciano Campodoni (Genova), Flavio Gallarati (Genova), Vincenzo Gravana (Genova), Lorenzo Lovato (Genova), Davide Aquino (Genova), Dario Gastaldo (Genova), Caterina Giovanna Russo (Genova).
Non solo. Se è vero che il 40% dei lavori sarà svolto da imprese spezzine in base all’accordo ampiamente strombazzato tra Abitcoop Liguria e la Confedilizia, a chi va il 60%? Non c’è mai stato un cronista che abbia posto questa domanda al sindaco, agli imprenditori spezzini, al plenipotenziario delle Coop  edilizie nel nostro territorio Sebastiano Siviglia.
Per ora il cantiere l’ha realizzato l’impresa sarzanese Cofema. Ma già la prima vera polpa dell’affare, l’opera di demolizione e di scavo dei terreni, sarà eseguita dalla società Valle s.p.a.  di Genova, controllata dalle Cooperative e specializzata nel settore.

 

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Data
martedì, 31 gennaio 2012

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