Sarzana, che Botta!

« È anzitutto alla casa di abitazione che occorre rivolgere la massima cura. Se gli uomini vivessero veramente da uomini, le loro case sarebbero dei templi »

Mario Botta, citando Ruskin


Sarzana avrà un parco urbano: i Bozi. Per dieci anni. Poi si vedrà

di Carlo Ruocco

Sarzana, 2 dicembre 2011.

Fausto Mannozzi, Patrizio Scarpellini, Massimo Caleo, Renata Briano

La città di Sarzana avrà un grande parco urbano di 31 mila mq con cinque laghetti inclusi. Lo avrà per dieci anni. Poi si vedrà. La Regione ci ha già investito 420 mila euro. A opera finita dovrebbe costare sui due milioni di euro di soldi pubblici. Il privato ci mette il terreno.
Il Parco sono i “Bozi di Saudino”, un luogo dove molti sarzanesi hanno trascorso l’adolescenza, dove si celebravano le feste dell’Unità come un rito politico-ludico-liturgico.
Massimo Caleo nel 2001, quando era presidente del Parco Montemarcello-Magra lo volle inserire come area protetta. La Comunità Europea, riconoscendone il valore naturalistico come area umida di origine antropica (i laghi erano un tempo cave d’argilla per le fornaci) rifugio di molte specie protette, lo ha poi vincolato a SIC (Sito di interesse comunitario).
L’area appartiene alla società Bi.Ma. (Bigagli-Mannozzi). Per anni è stata abbandonata al degrado. I luoghi delle feste dell’Unità, malamente recintati, sono diventati ricettacolo di rifiuti. Ora l’Amministrazione e i proprietari hanno stipulato una convenzione sotto l’alto patrocinio dell’Ente Parco Montemarcello Magra. Il consiglio del Parco – ha sottolineato il sindaco – ha approvato l’operazione all’unanimità, sottolineando il voto favorevole delle associazioni ambientaliste.
Saranno le finanze pubbliche, attraverso i fondi FAS, a finaziare un progetto di totale riqualificazione dell’area. I privati  cedono in comodato gratuito per dieci anni i 31 mila metri quadrati a uso pubblico. I dieci anni scatteranno dal collaudo della prima opera.
Il progetto è stato presentato ieri mattina in Comune nel corso di una conferenza stampa presente l’assessore regionale all’ambiente Renata Briano, il sindaco Caleo, l’assessore all’urbanistica Bottiglioni, il commissario straordinario del Parco Patrizio Scarpellini e Fausto Mannozzi in rappresentanza della società Bi.Ma.
L’assessore Briano ha spiegato il motivo che ha spinto la Regione al consistente finanziamento: “Le aree umide sono rarissime. Inoltre i Bozi sono vicini alla città e quindi si prestano a diventare un parco urbano”.
L’assessore ignora che a Sarzana vi è un’altra area SIC, a Tavolara, spazzata via (pardon, “spostata”) per far posto a capannoni artigianali e commerciali. Sono i percorsi tortuosi dell’urbanistica sarzanese.
L’ingegner Scarpellini ha annunciato l’inizio e la fine dei lavori per la prossima primavera. Sarà apposta una recinzione di legno e attrezzature, anch’esse di legno. Il sindaco Caleo ha garantito che verrà anche ripristinata la pista ciclabile, che sarà collegata al troncone che viene costruito in città nell’ambito del Piano Botta.
Dalla conclusione del primo lotto dei lavori scatteranno i dieci anni di comodato gratuito. E poi – abbiamo chiesto al sindaco – cosa succederà al parco della città di Sarzana?
In base alla convenzione tornerà ai privati, che cedono in uso un’area degradata e se la ritrovano riqualificata con la modica spesa di due milioni di euro (pubblici).
Il sindaco Caleo però è ottimista: “E’ una zona sotto vincolo ambientale, soggetta alla massima tutela. E’ una sfida che dobbiamo intraprendere. Se funzionerà come parco urbano, la convenzione potrà essere rinnovata per altri dieci anni. Oppure sarà possibile una donazione da parte della proprietà o l’acquisto da parte del Comune”.
Mannozzi ha sorriso. “Io potrei anche donarla. Ma devo sentire il mio socio (Bigagli)”.
A una nostra domanda “Qual è il valore di mercato di quei 31 mila metri quadrati di terreno e acqua sotto vincolo ambientale?”, Mannozzi ha risposto: “E’ impossibile dare un valore a un bene così”.
E il destino dell’area attorno al Parco urbano in gran parte occupata da edifici a uso commerciale? E’ legato al nuovo Piano urbanistico comunale. Per ora c’è uno studio della facoltà d’ingegneria dell’Università di Pisa, indirizzo urbanistico.  Poi si vedrà.
Il sindaco ha invitato tutte le associazioni ambientaliste a cimentarsi nella riuscita della sfida.

Il progetto

Bozi progetto doc1

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Data
venerdì, 2 dicembre 2011

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