Sarzana, che Botta!

« Il diritto alla città non è soltanto un diritto all’accesso di quanto già esiste, ma il diritto di cambiarlo. Noi dobbiamo essere certi di poter vivere con le nostre creazioni. Ma il diritto di ri-fare sé stessi attraverso la creazione di tipi qualitativamente differenti di socialità urbana è uno dei più preziosi diritti umani »

Harvey(2003)


Bassa Magra: le immagini del disastro per riflettere sulla “vocazione” del fiume

troncone_ponte_minI morti di Vernazza, Monterosso, Borghetto e Brugnato hanno in parte oscurato il disastro che si è ripetuto sulla parte terminale del corso del Magra. I pontili galleggianti, le barche ormeggiate lungo il corso del fiume, sono state spazzati via dalla massa d’acqua. I cantieri sono stati invasi dal fango, travolgendo anche grosse imbarcazioni in allestimento o in fase di completamento, come una motovedetta dell’Intermarine. Il ponte della Colombiera è venuto giù per la seconda volta: è toccato alle arcate centrali, che non hanno resistito alla furia delle acque e agli urti dei pontoni. Anche a valle del ponte i pontili della nautica in sponda sinistra, quella che sembrava più “protetta” dalla corrente, sono stati spazzati via col carico di cabinati a vela che vi erano ormeggiati. La nuova alluvione impone una riflessione sulla “vocazione” del fiume Magra, sulle attività compatibili con le caratteristiche del fiume, sulla bontà delle arginature. Alcuni esempi. La nautica è compatibile? E i cantieri? Gli argini alti quattro metri hanno difeso (in parte) Cafaggio a due chilometri dalla foce. Ma la violenza dell’acqua così incanalata ha travolto Fiumaretta e Bocca di Magra, dove gli argini bassi non hanno resistito.  Facciamo argini di quattro metri fino alla foce o si devono trovare altre soluzioni a monte? Ha ancora senso costruire “aree artigianali”, “villaggi e porticcioli turistici” lungo le sponde, magari incanalandolo ulteriormente tra grossi argini?

Offriamo alcune foto …… di riflessione.

Il troncone del Ponte della Colombiera ricostruito dopo l'alluvione dello scorso anno.

Il troncone del Ponte della Colombiera ricostruito dopo l'alluvione dello scorso anno ha retto all'urto dell'onda.

Si presentava così dopo l'alluvione dei primi di gennaio del 2010. Noi contribuenti paghiamo.

Immagine d'archivio della stessa arcata dopo l'alluvione dei primi di gennaio del 2010. Noi contribuenti paghiamo.

E' crollato il pilastro che reggeva la campata mobile. la stabilità era già stata messa a dura prova dalle piene degli anni precedenti

E' crollato il pilastro che reggeva la campata mobile. La stabilità era già compromessa dalle piene precedenti

Il fiume si è riconquistato tutto lo spazio, spazzando via i pontili ormeggiati in sponda sinistra dopo il ponte

Il fiume si è riconquistato tutto lo spazio, spazzando via i pontili e le barche ormeggiati in sponda sinistra dopo il ponte

Inaccessibile la strada che porta a Bocca di Magra. I sacchi di sabbia non hanno retto.

Inaccessibile la strada che porta a Bocca di Magra. I sacchi di sabbia non hanno retto.

Non è andata meglio in sponda destra: cabinati sono stati sollevati e rovesciati sulla banchina

Non è andata meglio in sponda destra: cabinati sono stati sollevati e rovesciati sulla banchina

Non sono stati risparmiati neppure i rimessaggi a terra: si sono salvati solo i grossi yacht

Non sono stati risparmiati neppure i rimessaggi a terra: si sono salvati solo i grossi yacht

Il camping di Battifollo è stato totalmente sommerso dall'ondata di piena. Non è la prima volta

Il camping di Battifollo, situato sottostrada, è stato totalmente sommerso dall'ondata di piena. Non è la prima volta

Senza vittime tra le persone il dramma di Battifollo, Romito, Ressora è passato in secondo piano

Senza vittime tra le persone il dramma di Battifollo, Romito, Ressora è passato in secondo piano. Ciascuno si è arrangiato

Le discariche improvvisate (qui a Battifollo) attestano le conseguenze dell'ondata di piena nella parte bassa del Magra

Le discariche improvvisate (qui a Battifollo) attestano le conseguenze dell'ondata di piena nella parte bassa del Magra

Da Santo Stefano a Bocca di Magra le strade sono disseminate di masserizie (qui nella zona di Battirello)

Da Santo Stefano a Bocca di Magra le strade sono disseminate di masserizie (qui nella zona di Battirello)

Anche la zona dei pozzi dell'Acam a Battifollo sono finiti sotto il fango. L'erogazione dell'acqua è stata sospesa per una notte. Dai rubinetti è uscito liquido marrone acqua

Anche la zona dei pozzi dell'Acam a Battifollo sono finiti sotto il fango. L'erogazione dell'acqua è stata sospesa per una notte. Dai rubinetti è uscito liquido marrone acqua

Ecco invece come si presentava il giorno seguente il letto del Calcandola. Nella ricerca delle cause del disastro, ne va tenuto conto

Ecco invece come si presentava il giorno seguente il letto del Calcandola. Nella ricerca delle cause del disastro crediamo ne vada tenuto in debito conto

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Data
martedì, 1 novembre 2011

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4 commenti per “Bassa Magra: le immagini del disastro per riflettere sulla “vocazione” del fiume”


  1. Paolo says:

    Si potrebbe fare anche una bella riflessione sulla manutenzione del letto del fiume, tra alberi ed isole l’acqua dove si pensa che dovrebbe passare?

  2. Davide says:

    ..come al solito, in questo paese ci sono tragedie (mi si passi l’orrenda metafora calcistica, tanto in voga..) di “serie A” e di “serie B”. 5 terre, Borghetto…ma anche Battifollo, Bocca di Magra, Fiumaretta. Di cui nessuno sembra accorgersi. Da anni. Tre quelli che hanno già visto argini che non tengono, incuria, disinteresse. Per quanto riguarda poi Aulla…il quartiere di Via Lunigiana, Nazionale, dello Stefan e del Conad…domandiamoci “chi” ha lasciato che un intero quartierone venisse edificato sulle rive del fiume, addirittura nel caso del Conad, quasi sotto il suo livello. Le cassiere dello Stefan si sono salvate per miracolo. Spero di cuore non si siano salvate le abitazioni di certi politici locali. E spero che quell’orribile monumento a Bettino Craxi sia finito in fondo al mare, sommerso dal fango. Saluti. Davide

  3. Alessandro Poletti, Legambiente Circolo "Valdimagra" says:

    Le isole sono “apparenti” perchè gli Studi dell’università di Firenze per l’Autorità di bacino e il modello tridimensionale dell’alveo fatto dall’università di Genova per la Regione, dimostrano che il fiume non è sovralluvionato bensì inciso, quindi assolutamente non scavare! I dragaggi hanno senso solo sotto la Linea di Navigabilità, e solo per garantire la navigabilità alla nautica, e anche lì andrebbe verificato se quanto vuole togliere la Provincia (370.000 m3) è relamente necessario, per la nautica.
    Quanto alla vegetazione, i sopralluoghi dopo la piena dell’Autorità di bacino dimostrano che gli alberi fluviali autoctoni (salici, pioppi bianchi, ecc.) si sono sdraiati frendando le acque di pien, cla quale se no sarebbe stata ancora più disastrosa! I tronchi scesi a valle sono prevalentemente tronchi di castagno sradicati dalle frane e trascinati negli alvei del bacino.
    Nel tratto terminale le soluzioni sono tre: la prima è quella di ridimensionare la flotta nautica da diporto che si prevede debba arrivare a 2144 PE (quando ci sono già troppe barche adesso!), la seconda trasferire i tre cantieri nautici (San Lorenzo, Intermarine, Metalcost – Euromare) altrove (Golfo Della Spezia), la terza, per mettere definitivamente in sicurezza Bocca di Magra e Fiumaretta, fare il canale scolmatore semi – umido che voleva fare l’Adb Magra, ma che è stato impedito dal mondo politico (per il Progetto Marinella?). Purtroppo spazi a monte per opere tipo le casse di laminazione non ci sono più da un pezzo: forse se ne potrebbero fare un paio per mettere in sicurezza Aulla, ma non per mettere in sicurezza la foce.

  4. Rulando says:

    No, purtroppo la statua di craxi (volutamente minuscolo) è situata piuttosto in alto rispetto al manto stradale e quindi non è stata spazzata via… :(
    Una vecchina esasperata l’ha però presa a martellate!



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