Sarzana, che Botta!

« Quando il committente di una città impone case con un’architettura omogenea , l’esito ci appare sordo: le facciate non rispecchieranno più le diverse inclinazioni del gusto individuale(...) ratio medesima della loro bellezza »

Marco Romano


XXI Luglio, storia di un fallimento

di Carlo Ruocco

Quella della XXI Luglio è una storia emblematica del rapporto tra la politica, le istituzioni, la scuola. Nella “Sarzana da bere”, nella “Sarzana della movida”, nella Sarzana dei centri commerciali, la scuola è una cenerentola. Chi scrive conosce per esperienza diretta la vicenda della XXI Luglio, avendo ricoperto come genitore per otto anni il ruolo di presidente del Circolo didattico di Sarzana. Le date, le cifre, le circostanze sono frutto di testimonianza diretta, non di “sentito dire”. E’ una storia che ci sembra istruttivo raccontare.
Agli inizi degli anni 2000 la scuola di viale XXI Luglio aveva subito una flessione di presenze. Era una struttura mal tenuta. Il bel cortile interno utilizzato come parcheggio per auto. Il giardino esterno, che affaccia su via Sobborgo Emiliano, recuperato con un investimento della Coop, impraticabile per l’eccesso di smog da traffico.

XXI luglio: la festa nel cortile restaurato (giugno 2005)

XXI luglio: la festa nel cortile restaurato (giugno 2005)

Il Comitato genitori inizia una battaglia per ridare al cortile una funzione didattica e per recuperare all’interno dell’edificilo alcuni spazi per attività complementari. Scontri anche aspri con l’amministrazione guidata dal sindaco Renzo Guccinelli e con l’assessore all’istruzione Renzo Bellettato. La giunta alla fine decide di investire sulla XXI Luglio. Il cortile interno viene recuperato, alberato, piastrellato con materiale antiinfortunistico. La scuola può disporre di una sala per cinema e conferenze, un teatro, laboratori per attività didattiche complementari (ceramiche, linguistico), un laboratorio informatico d’avanguardia. Amministrazione e genitori firmano la pace con una festa che si celebra nel cortile reastaurato, a cui partecipano un Guccinelli e un Bellettato finalmente sorridenti. I genitori mandano più volentieri i figli in una scuola ospitale. La fama del capoluogo cambia in positivo. Il risultato si vede: per la prima volta dopo venti anni in viale XXI Luglio vengono formate tre prime classi. Ma non c’è tempo per gustare il risultato.
Su richiesta del Consiglio di circolo era stata avviata un’indagine sulla sicurezza sismica degli edifici scolastici. Uno studio del Politecnico di Torino, che ai genitori non viene mai mostrato, nonostante una richiesta ufficiale, decreta la chiusura dell’edificio per lavori di messa in sicurezza sismica. E’ l’estate del 2006. Al Cinema Moderno il sindaco Caleo e il nuovo assessore alla Pubblica Istruzione Roberto Bottiglioni promettono solennemente che la scuola sarà restaurata e recuperata in tre anni e che nel frattempo alle elementari del capoluogo saranno garantite nella media Carducci le condizioni per proseguire nelle attività didattiche o per effettuarne altre esternamente.

Media Carducci: il cortile nel 2007/08

Media Carducci: il cortile nel 2007/08

“Parole, parole, parole, sono soltanto parole ….” cantava Mina. E Caleo ne fa il controcanto, promettendo, promettendo e accusando di “eccesso di protagonismo” i genitori, che denunciano la scandalosa situazione del plesso scolastico di via Neri, inadeguato ad ospitare contemporaneamente elementari e medie. Nessun laboratorio, la palestra usata saltuariamente, il cortile impraticabile per ragioni di sicurezza con ferraglie arruginite e detriti sparsi. Una vergogna. I genitori devono addirittura minacciare denunce all’Asl, perché due classi a tempo pieno (otto ore di lezione al giorno!) sono state sistemate (col placet della dirigente scolastica Rosaria Micheloni) negli angusti spazi di due ex bagni, che prendevano luce solo da finestroni situati a oltre due metri dal pavimento. Insomma quei bambini erano dei carcerati che non potevano vedere il mondo esterno. Incontemporanea  fuori dal perimetro della scuola il Comune con gli oneri di urbanizzazione organizza un bel giardino e una pista di skateboard, fortemente voluta dall’assessore ai lavori pubblici dell’epoca Luca Piccioli, più sensibile alle esigenze di una ventina di adolescenti che ai disagi di un centinaio di bambini.
La scuola elementare del capoluogo inizia il suo declino inesorabile. Inutilmente il nuovo dirigente scolastico Andrea Cornetto, ingegnere, subentrato nel 2008, chiede di poter prendere visione del parere del Politecnico sull’edificio di viale XXI Luglio. Da voci del Comune risultava che la parte veramente pericolosa dell’edificio era quella lato stazione (dove in questi giorni è stata sistemata un’impalcatura, perché alcuni mattoni sono fuori squadra). In pieno accordo col consiglio dei genitori il dirigente Cornetto avanza la proposta di utilizzare l’altra metà dell’edificio: è sufficiente ad ospitare dignitosamente le elementari con i laboratori, lo spazio cinema, la palestra e il teatro. Ma l’ambizione dell’Amministrazione Caleo era quella di recuperare tutta la scuola con un ambizioso progetto (ormai nascosto in qualche cassetto e sicuramente costato quattrini) che ne prevedeva anche altri impieghi sociali. Un intervento faranoico per le disastrate finanze del Comune di Sarzana.

Scuola XXI Luglio: il cortile oggi. Spreco di denaro pubblico.

Scuola XXI Luglio: il cortile oggi. Spreco di denaro pubblico.

I vincoli della finanziaria e il dissestato bilancio comunale hanno scritto la parola fine sui sogni di gloria. Il Comune si è accorto di non poter investire i 4 milioni di euro annunciati e sbandierati nel dicembre 2008 (si legga la pagina di “Sarzana Notizie” di quel mese Scuola XXI Luglio SarzanaNotizie_13_04. Eppure quel primo lotto avrebbe consentito la riapertura della scuola. Ma il Comune ha rinunciato anche a partecipare al bando più recente (2010) per la sicurezza sismica degli edifici scolastici.
Nel frattempo hanno fatto capolino altre allettanti prospettive: fare business con l’edificio. Venderlo ai privati. Tant’è che il Comune ha preferito puntare sui fondi FAS per demolire il vecchio mercato e realizzare due dei tredici palazzi Botta (è chiaro che la Regione non avrebbe potuto inondare Sarzana di euro sia per l’ex mercato, sia per la scuola elementare). Sono scelte che il consiglio comunale, la Politica, dovrebbe discutere con la città, anche all’interno del nuovo PUC. Il problema è aperto.

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Data
domenica, 21 agosto 2011

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