Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Piano Botta: meno verde più parcheggi. Parte il secondo ricorso al TAR

“Le zone ombreggiate di verde pubblico sono assolutamente insufficienti. La prescrizione s’intende non ottemperata”. E’ durata lo spazio di pochi giorni la faccia cattiva della Regione sulle “criticità ambientali” della Variante al piano particolareggiato di via Muccini e piazza Terzi (Piano Botta). A Franco Talevi, capo dell’urbanistica sarzanese, è bastato rispondere “Non possiamo piantare alberi. Dovremmo rinunciare al grande parcheggio sotterraneo!” e subito (cioè il giorno stesso) il dirigente del settore Ambiente regionale ha messo il suo imprimatur al Piano Botta: “Le prescrizioni s’intendono ottemperate”.

Miracoli della burocrazia.

la parte pubblica: il palazzo a mutanda a ridosso dei binari (6 piani) e sullo sfondo, il palazzo di 4 piani lungo 90 metri e l'edifico, sempre di 4 piani, che sostituirebbe il vecchio mercato

la parte pubblica: il palazzo a mutanda a ridosso dei binari (6 piani) e sullo sfondo, il palazzo di 4 piani lungo 90 metri e l'edifico, sempre di 4 piani, che sostituirebbe il vecchio mercato (cliccare sull'immagine per ingrandire)

La Variante era stata approvata a condizione che venissero rispettate undici prescrizioni imposte dal dirigente del servizio ambiente della Regione Liguria (provvedimento nr. 1590/2010).
Il consiglio comunale (delibera nr. 137 del 16.12.2010) si era affrettato a dire di “prendere atto e di accettare tutte le prescrizioni” e a tal fine aveva approvato la documentazione prodotta dall’ufficio tecnico urbanistico, costituita appunto dai nuovi elaborati progettuali e dalle nuove relazioni illustrative che formalmente, ma molto formalmente, recepivano le prescrizioni imposte.

Alla responsabile del procedimento, dottoressa Lupino, non sono apparse convincenti e ha inoltrato una nuova richiesta di adeguamenti. Ma dopo tre giorni con nota del 31.1.2011 il dirigente del settore VIA ha troncato il discorso e ha dichiarato che il comune di Sarzana ha ottemperato alle modifiche prescritte.

Senonché non è vero che i nuovi progetti e le nuove relazioni sono  conformi alle imposizioni dettate dal provvedimento regionale.

Per questa ragione il comitato, Legambiente, Italia Nostra e un gruppo di cittadini hanno prospettato al TAR tutta una serie di ulteriori motivi (c.d. “aggiunti”, in pratica un ricorso bis) in base ai quali il procedimento di approvazione della variante e di conseguenza l’atto finale deve ritenersi illegittimo.

I principali tra questi motivi sono i seguenti:

A) Non sono state rispettate le prescrizioni che imponevano una cura maggiore nella progettazione dell’isolamento acustico, l’incremento dell’installazione di pannelli fotovoltaici, l’elaborazione di un piano di monitoraggio geotecnico delle strutture e di un piano idrogeologico, poiché il comune ha rinviato il soddisfacimento di tali richieste alla fase esecutiva cioè un periodo successivo all’approvazione della Variante.

B) Non sono state rispettate le prescrizioni che imponevano una nuova ricollocazione dell’edificio pentagonale e della stazione degli autobus in modo tale che fosse rispettata la distanza di trenta metri dal binario in esercizio della linea ferrovia. Il comune ha infatti risposto che in sede progettuale è possibile spostare il palazzo di tre metri e rispettare la prescrizione. Tale affermazione non è veritiera innanzitutto perché le norme tecniche della variante per quella parte di piazza Terzi prevedono spostamenti nel limite di un metro e poi anche a voler prevedere spostamenti maggiori ( ad esempio tre metri come ipotizzato dal comune) non si arriverebbe comunque alla distanza stabilita ma soltanto a mt. 26 dal primo binario esistente (la legge non parla di “binario in esercizio”). Inoltre vi è una clamorosa discrepanza tra le cartografie e le Norme tecniche di attuazione. Un gran pasticcio generato dalla doppia approvazione della Variante (con la Torre e senza torre).

C) Non è stata rispettata la prescrizione che chiedeva la verifica di pericolosità inondazione dell’area, poiché lo studio presentato non tiene conto del Fosso della Manichetta che rappresenta il principale canale di raccolta delle acque piovane delle zone interessate dal piano. E il Fosso della Manichetta è esondato anche il 20 dicembre scorso.

D) Non è stata rispettata, neppure dopo lo specifico richiamo della regione, la prescrizione che chiedeva nuove aree ombreggiate attraverso la realizzazione di ulteriori viali o percorsi alberati essendosi limitato il comune a incrementare le alberature soltanto nella zona di via Muccini sostenendo che non era possibile ottemperare alla richiesta per quanto riguardava le altre zone per tutta una serie di motivi. Primo fra tutti: la presenza di parcheggi sotterranei, incompatibili con le radici di piante d’alto fusto. Ciò costituisce una dichiarazione espressa di non voler ottemperare alla prescrizione. Ma la Regione ci ha messo una pietra sopra, facendo finta di ignorare che il Comune di Sarzana sta alieando in via Muccini qualche centinaio di parcheggi sotterranei.

(per completezza, ricordiamo qui i 15 motivi del primo ricorso)

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Data
mercoledì, 29 giugno 2011

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