Sarzana, che Botta!

« Quando il committente di una città impone case con un’architettura omogenea , l’esito ci appare sordo: le facciate non rispecchieranno più le diverse inclinazioni del gusto individuale(...) ratio medesima della loro bellezza »

Marco Romano


Elettrosmog: il Piano antenne non si fa più. Proliferano i ripetitori. Cittadini “oscurati”

di Carlo Ruocco

Il 27 gennaio 2009 con la determina dirigenziale n. 25 il Comune di Sarzana ha autorizzato la Vodafone a installare due ripetitori sull’antennone della Telecom di via Landinelli. Perché iniziamo l’articolo con una data? Perché fino ad oggi solo i dipendenti Telecom erano a conoscenza del doppio impianto Vodafone sulle loro teste (oltre ai responsabili del Comune). Perché in quei mesi a cavallo del 2008 e del 2009 un assessore all’ambiente, Antonella Guastini (Rifondazione Comunista), assicurava al Comitato di cittadini che contestava l’antenna collocata allo stadio Miro Luperi e alla Consulta del Centro storico che il Comune stava predisponendo un Piano delle antenne, obbligatorio per legge, che vedeva Sarzana inadempiente. Perché in quello stesso mese di gennaio un altro assessore regionale, sempre di Rifondazione Comunista (a dimostrazione che il “colore” centra poco), Franco Zunino, annunciava l’avvio di un’indagine epidemiologica sui rischi da esposizione residenziale ai campi elettromagnetici.

Dal punto di vista della democrazia il fatto grave è che, mentre veniva annunciato il Piano delle antenne, uffici (ambiente e territorio)del Comune – rilasciavano un’altra autorizzazione tenendone all’oscuro i cittadini.Dal punto di vista della salute il fatto grave è che a Sarzana si è definitivamente accantonato il “principio di precauzione” tenuto in grande considerazione nei paesi più sviluppati (Inghiterra e Scandinavia in testa). A Sarzana il Piano delle antenne si è poi deciso di non farlo. Anche questa comunicazione è stata taciuta ai cittadini e alle Consulte (organismi della partecipazione!!). Dicono che la Liguria ha deliberato la “non obbligatorietà”. Se anche fosse, la disposizione non vuol dire “obbligatorietà a non dotarsi di un Piano delle antenne”.
Assicurano che Arpal effettua monitoraggi annuali. Sarebbe buon metodo democratico informare i cittadini sui risultati, sui metodi e i luoghi dei rilevamenti. E’ chiedere troppo?

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Data
sabato, 14 maggio 2011

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